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Il nuovo cristianesimo: “Maledetti i poveri, perché loro sarà l’inferno”

(19 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.webalice.it/mario.gangarossa

Chi rappresenta oggi il cristianesimo, il papa, oppure Bossi, Calderoli, Borghezio? Chi si proclama difensore della civiltà cristiana, contro l’insidia musulmana? I rappresentanti della chiesa, fanno belle dichiarazioni sul dialogo fra la religioni, sulla tolleranza, ma i leghisti dirigono le mobilitazioni, con vari pretesti (velo, costruzione di moschee...), per negare i diritti degli immigrati. La chiesa ha stabilito che i divorziati non possono fare la comunione, ma il pluridivorziato Berlusconi se ne infischia e porge la boccuccia per ricevere l’ostia consacrata, cosa da scomunica, ma il Vaticano lascia correre.

Al papa lasciano fare discorsi contro il relativismo (tanto i più non sanno di che si tratta), ma la parola definitiva su come trattare i musulmani presenti in Italia spetta a Bossi, quando parla “ex Cadrega” (d’altra parte cadrega o carega viene dal latino cathedra, che vuol dire seggio, sedia). Scherziamo, ovviamente, ma c’è qualcosa di brutale nell’atteggiamento di questi cosiddetti cristiani verso i poveri, verso gli immigrati, verso chi è portatore di concezioni diverse.

C’era una volta il cristianesimo, che dichiarava beati i poveri, e parlava di ricchi, di cammelli e di crune dell’ago. Alle origini, ebbe diffusione soprattutto tra le classi oppresse, ed è probabile che i cristiani di un tempo, quando recitavano: “rimetti a noi i nostri debiti”, non pensassero al perdono dei peccati, ma ai loro debiti con gli usurai.

Il nuovo cristianesimo, che va per la maggiore, fa paura. Non ha più predicatori come San Francesco, e neppure preti e frati, ma demagoghi come il pastore Terry Jones, che vuole bruciare il Corano, Borghezio, che ha sostituito il linguaggio evangelico col turpiloquio misto a xenofobia, o La Russa col suo cristianissimo grido: “Possono morire!”.

Non meno vessatori verso i poveri e gli immigrati sono i laici, come Sarkozy e Woerth, (quelli dello scandalo Bettencourt - l’Oréal ), nonché Maroni,(1) tutti accumunati dal desiderio di utilizzare le armi della xenofobia per scatenare campagne dalle quali si attendono successi elettorali. Oltre che un’infamia, è anche una forma di esibizionismo (senza impermeabile) che può dare immediati vantaggi pubblicitari, ma crea tensioni sociali i cui sviluppi possono andare assai al di là delle previsioni dei loro stessi autori.

La vera base non è il disprezzo dell’altra “razza”: Sarkozy - ricorda Monia Ovadia - è di origini ebraico - ungheresi, e il quasi omonimo professor Rudolf Sarkozi, portavoce della comunità gitana in Austria, afferma che Sarkozi è un cognome tipicamente rom. “Alcuni, per potersi integrare, l'hanno abbandonato per non essere stigmatizzati”, sostiene. E infine ricorda che, in epoca feudale, il conte Batthyany concesse la sua protezione ai rom del Burgenland ponendoli sotto l'esclusiva autorità del loro "vovoide" (capo locale), che allora si chiamava Martin Sarkozi.” (Corriere della sera, 19/8/2010). Il disprezzo è nei confronti della povertà. Si vede chiaramente nelle dichiarazioni di Maroni: “Sono cittadini comunitari ma non hanno né reddito minimo né dimore adeguate” “Sarkozy ha ragione ma non è certo una novità. Anche l’Italia usa da anni la tecnica dei rimpatri assistiti e volontari. Nel 2007, proprio con i rom, usò questa strada pure il sindaco di Roma, che non era Jean-Marie Le Pen ma Walter Veltroni.”. Come vedete, anche il buonanima, recentissimamente risorto per disgrazia del PD, ha le sue colpe. Da qui si vede quanto sia sbagliato attendersi dalla supposta sinistra un atteggiamento più umano e meno discriminatorio, anche se nel parlamento europeo intonano platoniche mozioni di condanna a Sarkozy. L’Unione Europea non impedisce niente, si limita a far passare gli interessi delle multinazionali, si tratti di OGM e di vivisezione degli animali, aumenti dell’orario di lavoro e innalzamento dell’età per la pensione. E’ un apparato burocratico gigantesco che si aggiunge a quelli nazionali e locali, dai parlamentari ai governatori regionali, dai prefetti agli amministratori di condominio, dalle burocrazie pubbliche a quelle delle grandi imprese private, un peso immane che incombe sulla classe lavoratrice, le succhia ogni risorsa, la impoverisce brutalmente, mentre permette ai capitalisti praticamente ogni cosa. Qualche volta, per non smascherarsi del tutto, gli organismi europei danno una tirata d’orecchie a chi esagera ed emanano un documento d’intenti, che finirà nei capaci archivi dell’Unione.

Gli stati nazionali, per sviare l’attenzione dai loro giganteschi problemi, cercano sempre nuovi capri espiatori: il rom, il clandestino, l’islamico terrorista, l’impiegato fannullone, il bamboccione, e simili brunettate. Ora Brunetta ce l’ha con Napoli, Caserta e la Calabria: “Se non avessimo la Calabria, la conurbazione Napoli-Caserta, o meglio se queste zone avessero gli stessi standard del resto del Paese, l'Italia sarebbe il primo Paese in Europa”. Secondo lui, c’è un sistema malato rappresentato dalla “conurbazione” Napoli-Caserta che è “un cancro sociale e culturale. Un cancro etico, dove lo Stato non c'è, non c'è la politica, non c'è la società”.(2) Come se Roma, Milano, Torino, Palermo, Genova, ecc. fossero isole felici, e i governi, la Confindustria, la borghesia di tutto il paese fossero completamente estranei al marasma crescente in tutta Italia.

Quando, a Roma, un bambino di tre anni morì nell'incendio della sua baracca, il fraterno aiuto degli amministratori consistette nel demolire il campo rom. E non sono poche le famiglie alle quali la magistratura ha tolto i figli, perché troppo povere. Recentissimo il caso della madre di Trento, alla quale il tribunale dei minori ha tolto la figlia, perché guadagna solo 500 euro al mese.(3) Non si è pensato ad un aiuto pubblico, o a offrire un lavoro. Se sei povero è colpa tua, sei maledetto da dio e dagli uomini.

Il fenomeno non è recente, ma ha radici nello sviluppo stesso del capitalismo, e si manifestò dapprima nei paesi protestanti, dove il cristianesimo più precocemente si adattò al capitalismo. Marx, dopo avere spiegato che il furto dei beni ecclesiastici e la soppressione dei conventi gettarono i loro abitanti nel proletariato, porta un esempio dello spirito protestante. Un gruppo di proprietari terrieri e fittavoli si riunì, e sottopose a un celebre giurista 10 quesiti sull’interpretazione della legge sui poveri di Elisabetta I. Il nono quesito diceva: “Alcuni ricchi fittavoli della parrocchia hanno ideato un abile piano, che permetterebbe di eliminare ogni disordine nell’esecuzione della legge. Propongono di costruire nella parrocchia una prigione. Ad ogni povero che non vi si vuol lasciare chiudere sarà negata assistenza”. I poveri potevano essere presi in affitto, e, “se qua e là dei poveri dovessero morire sotto la ferula dell’appaltatore, il peccato ne ricadrebbe su di lui, perché la parrocchia avrebbe adempiuto i suoi doveri verso i poveri”.(4)

E’ forse diverso il criterio usato negli Stati Uniti di Obama, dove 2 milioni, in gran parte neri o latino- americani, quasi tutti poveri, sono in carcere, e sono sfruttati da imprenditori che li pagano pochissimo? Lo “spirito del capitale” si evolve, nel senso che trova sempre nuove giustificazioni “democratiche”, per mascherare la brutale criminalizzazione dei poveri. Spesso, la soluzione finale non richiede neppure un intervento poliziesco: quanti senza casa, ogni inverno, vengono trovati morti nelle strade, per freddo e malattie! E nessun giudice condanna per omissione di soccorso gli amministratori locali. E’ la legge della giungla, a cui il capitalismo ha fatto regredire la civiltà. Il leader minimo ha raccontato fandonie a non finire, ma una delle più sfacciate è che, in Italia, nessuno viene lasciato solo.

Ormai non c’è più distinzione tra paesi cattolici e protestanti, anzi in Italia ci sono fattori anche più negativi. Cercare lavoro è persino più penoso che lavorare in cattive condizioni, e in Italia senza raccomandazioni non si va avanti. A chi non ha “santi in paradiso”, anche se bravissimo, non resta che emigrare. Un esempio: “Otto posti in palio alla provincia di Brescia come impiegati, al concorso si presentano in 240, alla fine solo otto ottengono il posto e tra questi ci sono cinque ragazze “vicine” alla Lega. Tutte figlie di, amiche di, parenti di. Non solo. Secondo quanto racconta il gruppo di cittadini ‘Tempo Moderno’ (il cui referente è l’avvocato Lorenzo Cinquepalmi, dirigente del Psi di Brescia) tra i primi 14 classificati, ben 7 candidate sono riconducibili a fede o frequentazione leghista e nella classifica finale sarebbero stati “depennati” i candidati “non leghisti”. C’è già chi urla allo scandalo e parla di “Carrocciopoli”...(5)

Persino cariche politiche determinanti vengono assegnate col massimo arbitrio. Non noi sovversivi, ma un anticomunista di professione, Paolo Guzzanti, ha scritto il libello: “Mignottocrazia: la sera andavamo a ministre”.

Per chi non ha appoggi, non contano quasi più diplomi e lauree. In molte famiglie, il nonno operaio si è sacrificato per far studiare il figlio, che a 50 anni , dopo un lungo precariato, è buttato in mezzo alla strada, mentre il nipote non ha nessuna speranza di trovare lavoro.

L’industria italiana ci metterà anni per raggiungere il livello di produzione ante crisi, e i livelli di disoccupazione saliranno, lo dice persino la Marcegaglia. Diffidiamo, quindi, di chi, come Marchionne, parla di grandi aumenti di produzione, mentre non riesce a vendere neppure la produzione attuale (la Fiat in Europa: meno 31% a luglio) e al massimo venderà qualche gioiello di famiglia alla Volkswagen, anche se per ora ha negato di voler alienare l’Alfa Romeo.

Tremonti ha tagliato all’osso la spesa sociale, ma ha lasciato intatto il settore militare, forse per un “omaggio” all’art. 11 della costituzione: “...nel 2010 le spese militari lasceranno sul terreno dei conti pubblici oltre 23.500 milioni di euro. Il nostro Paese, oggi all’8° posto al mondo per spese militari, ha più di 30 missioni internazionali in corso e nei prossimi anni ha in programma di acquistare, per citare solo uno dei faraonici progetti sui cosiddetti “sistemi d’arma”,131 cacciabombardieri per 13 miliardi di euro.” (Altreconomia : Il caro armato, recensione).

Intanto, a cominciare da Casini, riprende la solfa sulla famiglia, il che si spiega facilmente: dove il sistema di protezione sociale è inadeguato o inesistente, disoccupati, sottoccupati, ecc., sono a carico della famiglia, e le lodi a questa istituzione crescono in modo proporzionale agli oneri che le si addossano.

L’esistenza di un esercito di riserva di senza lavoro serve al capitale ad abbassare i salari, attraverso il ricatto occupazionale. Come reagire ? Le possibilità di ottenere qualche risultato sul piano strettamente contrattuale sono limitatissime, anche a causa dei sindacati che ci ritroviamo. Con la crescita del capitalismo, i rapporti di forza economici si spostano sempre più a favore degli imprenditori, lo si sapeva già nell’ottocento. Perciò, occorre operare sul piano politico. Agire tutti insieme a livello nazionale, nel nostro linguaggio vetero marxista, si dice agire come classe, ma non chiediamo a chi non è convinto di adottare il nostro punto di vista e il nostro linguaggio. Sul piano politico, si dovrebbe rivendicare la riduzione dell’orario di lavoro per aumentare l’occupazione, e che s’impedisca agli industriali di mettere in cassa integrazione una parte degli operai, mentre fanno lavorare più a lungo gli altri. Inoltre, è indispensabile un assegno decente per i disoccupati, nonché un’integrazione del reddito per i sottoccupati e per i pensionati dei livelli più bassi. I fondi si possono procurare con un forte taglio alle spese militari, alle auto blu, agli stipendi dei parlamentari, ai finanziamenti alla scuola privata, con la tassazione della speculazione finanziaria, ecc.

Le reazioni ci sono, e così la volontà di lotta, ma i metodi, a mio parere, non sono adeguati. Per esempio, il digiuno dei precari. Se la Gelmini li ha lasciati a casa senza nessun sussidio, vuol dire che ha dato per scontato che li lascia alla fame, e non la si smuoverà. E’ sbagliato insistere con azioni pericolose per la salute, che possono anche avere un certo clamore, coinvolgere la TV, ma che non possono avere un effetto permanente. La TV ha un impatto immediato, che si esaurisce in breve tempo, anche perché disgrazie, fatti di sangue, guerre, stragi, che appaiono sul piccolo schermo, sono così numerosi, che è impossibile fissare l’attenzione su un singolo episodio. Altra cosa è la presenza reale sul territorio, spiegando quali sono le condizioni effettive dei senza lavoro.

I disoccupati sono milioni e i licenziati della scuola 150.000. Un minimo di organizzazione, e si può cominciare a girare casa per casa, spiegando la gravità della situazione, l’arroganza del governo, le chiacchiere dei partiti cosiddetti di opposizione. Il contatto diretto vale più di mille discorsi televisivi. Quasi ogni famiglia ha un disoccupato, o un giovane in cerca di lavoro, quindi staranno a sentire. Di fronte al pericolo di perdere la faccia, e soprattutto il proprio elettorato, il governo e i partiti dovranno accorgersi che esiste una parte della società che non ce la fa più, e fare qualche concessione, certo spilorcia, ma che permetta di tirare avanti, e organizzarsi sempre meglio per le lotte successive.

Michele Basso

18 settembre 2010

Note:

1) Maroni: giusto espellere i rom Saremo più duri di Sarkozy - Corriere della Sera.

2) Brunetta: Se non avessimo Calabria, Napoli-Caserta saremmo primi in Europa - Italia - l'Unità.it

3) “Neonata tolta alla madre troppo povera: la bimba dichiarata subito adottabile” - Il Messaggero 18 Settembre 2010 “TRENTO (9 settembre) - Subito dopo il parto la bambina le era stata sottratta su disposizione del Tribunale dei minori di Trento, nonostante lei avesse manifestato la volontà di tenerla, dopo che le era stato proposto l'aborto, anche a fronte di uno stipendio di 500 euro al mese. Ora lo stesso Tribunale dei minori ha dichiarato la bambina immediatamente adottabile: potrà cioè essere avviato subito un affidamento preadottivo, senza attendere il mese utile per l'impugnazione della sentenza.”

4) Karl Marx, “Il Capitale”, Libro I, Capitolo XXIV, pag. 906, traduzione di Bruno Maffi.

5) Franca Rame, “Il vizio di Bossi di sistemare la famiglia ha fatto scuola “ Fonte: www.francarame.it Link: http://www.francarame.it/node/1320, ComeDonChisciotte Set 17, 2010.

www.webalice.it/mario.gangarossa

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