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Suora Pronobis

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(10 Settembre 2011) Enzo Apicella
Maurizio Sacconi spiega l'articolo 8 della Manovra (quello sui licenziamenti senza giusta causa) con l'esempio delle suore violentate: "basta dire di no"

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Chi e' il peggior nemico del proletariato?

(19 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.operaicontro.it

Come a chiedersi se sia bene estirpare le erbacce nel proprio giardino o preoccuparsi di quelle del vicino.
Riteniamo pressochè impossibile eliminare neofascisti e padroni se non pensiamo prima a bonificare il terreno della nostra lotta; un terreno ricoperto ed invaso da sindacalismo collaborazionista e concertativo (leggasi FIM, UILM e FISMIC) nonchè verticistico e democratico-borghese (leggasi FIOM). Proprio quest'ultima sigla ha proposto il referendum per "il proprozionale puro" nelle elezioni per i rappresentanti di fabbrica, salvo poi proseguire il proprio infame lavoro di accantonamento e boicottaggio del sindacalismo auto-organizzato ed autogestito.

Non possiamo preoccuparci del tallone della nuova borghesia clericale e neofascista se non riusciamo a vedere e combattere i nemici del proletariato in casa nostra.
Fortunatamente con gli avvenimenti in corso alla FIAT, che porteranno tra meno di due anni alla cancellazione del contratto nazionale di lavoro per il settore metalmeccanico, l'operaio sta tornando ad un pensiero critico volto a fare massa e ad evolversi in un vero e proprio "partito operaio". Molti di noi lavorano in aziende sotto i 15 dipendenti, dove è oggettivamente difficile ottenere adesione anche all'embrione di tale progetto; abbiamo colleghi che non hanno ancora avuto versati i contributi per l'intero anno 2009, passato in CIGO e che ancora si ostinano a chinare il capo quando gli vengono chieste ore di straordinario quotidiane, ogni maledetta settimana, sabati compresi.

L'enorme delusione, mista ad una colpevole ignoranza del circostante, fa in modo che il padrone abbia gioco facile nell'avere forza lavoro passiva nel suo maledetto capannone. Inutile e dannoso tentare di ricondurre a sindacati e partiti democratico-borghesi colleghe e colleghi; piuttosto, è bene lavorare quotidianamente e con grande onestà affinchè la delusione e lo sconforto si scontrino contro le vere cause.

Per troppo tempo abbiamo mantenuto sindacalisti di mestiere, padroni, crumiri e delatori dentro le nostre fabbriche. Non è un problema di generazione, nè geografico: nulla di tutto questo. Dobbiamo (ri)creare un violento impatto con la realtà, che provochi quella scintilla abbastanza grande da innescare un rinnovato, aperto conflitto sociale. Maggioranza o minoranza ha poca importanza, l'obiettivo deve essere il risultato. Ed il conflitto sociale rappresenta solo la posa delle fondamenta per la costruzione di una nuova società, da Torino a Pomigliano, da Melfi a Kragujevac, da Karachi a Chicago.

Abbiamo tutte e tutti una sola vita, i padroni anche. Debelliamo lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, eliminiamo un sistema che ti costringe ad uscire di casa per recarti al lavoro ma non ti assicura di tornare intero, e vivo, ai tuoi affetti. Non è una mera presa di potere: è l'evoluzione della specie umana in ogni suo aspetto.

Fino alla vittoria, PER LA LOTTA CONTINUA - PAVIA E PROVINCIA

www.operaicontro.it

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