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Psicocomunista

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(14 Novembre 2010) Enzo Apicella

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"Nessun Ulivo, rompiamo con il passato, costruiamo l'alternativa a sinistra

Intervista a Marco Rizzo

(21 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.contropiano.org

Secondo i dati diffusi dall’Istat alla fine di agosto, un giovane italiano su quattro è senza lavoro. Aumenta anche la disoccupazione femminile, che tocca quasi il 10%. Intanto, nei primi sette mesi del 2010 sono oltre 650mila i lavoratori coinvolti dalla cassa integrazione a zero ore. Più del 60% degli italiani non si è nemmeno sognato di andare in vacanza. Insomma, sempre peggio…

Siamo di fronte a un vero e proprio massacro sociale. La crisi capitalistica investe il mondo e il suo carattere strutturale determina effetti sempre più gravi; la “piena” arriva ora al mare, riversandosi su tutti gli aspetti della vita e coinvolgendo ormai strati sempre più ampi di popolazione. Lavoro, scuola, casa, sanità, ambiente, trasporti: non c’è ambito in cui non si avverta il peggioramento delle condizioni. La crisi economica, la precarizzazione del lavoro, le difficoltà ad arrivare alla fine del mese, stanno diventando una “crocifissione” quotidiana, da troppo tempo ormai.

Una crisi internazionale che spesso viene descritta come una sorta di incidente di percorso, se non di semplice fatalità. C’è addirittura chi dà la colpa agli operai, troppo “garantiti”…

Noi non ci nascondiamo dietro un dito e abbiamo il dovere di dire la verità: la crisi non è un fatto occasionale, né tanto meno inspiegabile. Nel capitalismo c’è una contraddizione insanabile tra modo di produzione e forze produttive. È questa la peculiare caratteristica della nostra epoca. Il capitalismo, che ha spinto verso uno sviluppo senza precedenti delle forze produttive, ora le sta schiacciando.

Nel sistema attuale la miseria si estende sempre più, proprio mentre l’enorme sviluppo delle conoscenze scientifiche, l’innovazione tecnologica e le scoperte della medicina potrebbero farci lavorare di meno, guadagnare di più e vivere meglio. Il punto è questo: o si oltrepasserà il capitalismo originando una nuova e diversa struttura sociale o prevarranno le forze distruttive. La disdetta del contratto nazionale da parte di Finmeccanica ne è la prova evidente.

Questo significa che rinunciate alle lotte immediate e “concrete”, perché tanto non servirebbero a nulla?

Al contrario. Proponiamo invece un rovesciamento dell’agenda politica con conquiste durature e significative, di vasta portata, sul piano del lavoro stabile e qualificato con notevole riduzione dell’orario, del diritto alla casa e dell’ammodernamento urbanistico, del diritto universale alla prevenzione, all’assistenza sanitaria, al pieno godimento della salute, l’universale estensione dell’istruzione, l’accesso alla cultura, l’uso qualificato del tempo libero. Si tratta di obiettivi veri, concreti, ma che sarà possibile ottenere solo nella prospettiva dell’edificazione di una società diversa da questa, come storicamente propugniamo. Le lotte condotte (o spesso solo proclamate) al di fuori di un cambiamento generale della società non di rado si rivelano inutili e dannose. Il punto cruciale è la ricostituzione di un soggetto politico adeguato a farlo e cioè il Partito Comunista. È solo quest’ultimo, infatti, che garantisce la coniugazione di particolare e generale, di immediato e prospettiva, di difesa attuale e di lotta vittoriosa per il domani.

Ma da dove cominciare?

Il progetto di Comunisti-Sinistra Popolare è in marcia già da qualche tempo e celebrerà in novembre il suo primo congresso. Sappiamo benissimo che in questo momento i rapporti di forza in termini di capacità di difesa e di attacco dei lavoratori sono disastrosi. Il nostro programma minimo è semplice e importante: la Costituzione. Che sia difesa e che le sia data piena attuazione. Il quadro politico che è sotto i nostri occhi è davvero sconfortante: la destra, come suol dirsi, se la suona e se la canta. Una finta opposizione parlamentare cincischia su improbabili sante alleanze, mentre Marchionne riceve applausi contemporaneamente dalla Gelmini e dal Pd. Il centro-sinistra si prepara a un’ammucchiata per il potere, altro che “alleanza democratica”. Intanto Ferrero, della Federazione della Sinistra, ignora i sondaggi che non li considerano neanche più e dà la sua disponibilità al PD, precisando comunque che non “parteciperebbe” a un eventuale governo. Ma comunque dovrebbe votarlo, oppure lo farebbe cadere già all’insediamento?

Oppure ancora conta di aver così pochi eletti da non esser determinante (ma così si tornerebbe a quell “abbaiare alla luna” che tanto piaceva a Bertinotti).

Cosa pensi della storia pubblicata dal Corriere della Sera secondo cui Ferrero e Diliberto si sarebbero accordati per una loro presenza nelle liste del PD in caso di elezioni anticipate?

La smentita con cui negano questo ipotetico ingresso nelle liste dei Democratici è una mezza verità, anche perché non chiariscono sull’eventuale loro appoggio a Bersani nella competizione per le primarie, quando dovrebbe esser così semplice ribadire una più che giustificata contrarietà a tale strumento. Non si può protestare contro Marchionne e poi allearsi con chi lo appoggia.Dobbiamo evitare gli errori del passato, allearsi col PD o andare in lista assieme oggi è praticamente la stessa cosa. Non si possono dire delle cose e poi farne delle altre. Piuttosto rompiamo col passato e costruiamo un nuovo progetto.

Quale?

Dopo anni di disastri serve coraggio; invece di inseguire le ammucchiate per ottenere briciole di potere, formuliamo ufficialmente la proposta di costruire un terzo polo a sinistra, completamente fuori dal bipolarismo marchiato Fiat. Un progetto alternativo, che parta da adesioni individuali, in cui ognuno mantenga le proprie specificità, ma uniti contro Berlusconi ed alternativi al Pd e a questo centrosinistra.

La Costituzione non si arresta ai cancelli delle fabbriche. Anzi, è oltre quei cancelli che prendono vita tanti dei diritti che in essa sono contenuti.Facciamo appello alle forze di sinistra e alle migliaia di compagni delusi dalle vicende del recente passato. E abbiamo bene in mente le parole del Berlinguer che ci piace di più, quello del 1981: “I partiti oggi sono soprattutto delle macchine di potere o di clientela: scarsa o mistificante conoscenza della vita e dei problemi della gente, ideali e programmi pochi e vaghi, sentimenti e passione civile, zero”.I comunisti dovrebbero esser un’altra cosa! Chiediamo a tutti di impegnarsi da subito in questo progetto, contro Berlusconi e alternativi al Pd. Presto si voterà a Torino, Milano, Bologna, Napoli. Lavoriamo per un disegno alternativo già per questa tornata di amministrative.

Certamente non ci rivolgiamo solo a quei militanti della sinistra, peraltro sempre di meno, che non si sono abbandonati alla sfiducia. Lungi da noi il mesto esercizio di contesa dei consensi altrui. Vogliamo invece rendere protagonisti tutti coloro che, vivendo sulla loro pelle gli effetti disastrosi di questo sistema, intendono cambiarlo. Anche chi al momento non è impegnato o convinto o attualmente non è d’accordo con noi.

Su questo tipo di indignazione contro la degenerazione dei partiti, contro la corruzione, fanno leva anche altri movimenti, ad esempio quello di Beppe Grillo, del popolo viola..

Credo che quanto ho detto finora chiarisca almeno un punto. La gravità della situazione in cui viviamo non deve impedirci di lottare per conquistare il futuro.

Ho poi qualche perplessità quando il colore delle bandiere di un movimento viene scelto dal quotidiano Repubblica.

Insomma, con tutto il rispetto, se voglio battermi contro l’invadenza dei Suv sui marciapiedi o se voglio contestare Schifani, va pure bene Grillo. Se voglio cambiare il mondo, divento comunista.

*Comunisti-Sinistra Popolare
(intervista a cura della redazione romana di Csp)

www.contropiano.org

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