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L'umore di Moody's

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(18 Giugno 2011) Enzo Apicella
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Visto dal treno

(21 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.comunistiuniti.it

Appunti minimi di un Pendolare.

La tratta è quella ORTE-ROMA. Vivo in provincia di Viterbo, lavoro a Roma. Pendolare come il 43% degli impiegati e degli insegnanti, e il 23 % degli studenti a Roma. Lo stabilisce un’indagine Censis. Dalla stessa indagine si apprende che i pendolari romani impiegano in media 92 minuti per gli spostamenti giornalieri di andata e ritorno, ovvero 53 giornate lavorative annue (due mesi e mezzo). Per una volta però sul nostro treno che faticosamente ci porta a Roma, è ancora buio, non parliamo delle nostre traversie quotidiane, delle condizioni pessime dei convogli dei pendolari, né della gestione a dir poco "fantasiosa" dell'aria condizionata (la mattina presto si rischia la polmonite, la sera, dopo dieci ore trascorse nei 40 gradi di Roma, funziona in media un bocchettone su sette..) non vogliamo nemmeno parlare della pulizia delle carrozze, fra bottiglie di birra rovesciate, sedili bisunti e pavimenti viscidi, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, evitiamo senz'altro di fare cenno alla sicurezza personale, e a quanto ci costa essere pendolari, in termini economici almeno 100 € in media al mese; e nemmeno dell’accavallarsi sistematico di ritardi, soppressioni di corse, trasbordi fortunosi da un treno all’altro ed a tutto il corollario di disagi, malesseri, perdite di tempo (ovvero: perdite di vita, lavoro, soldi, benessere ecc.) che come sempre rendono più scomode e più tristi le giornate dei pendolari. E nemmeno parliamo stamattina, della raccolta di firme per chiedere le dimissioni di Mauro Moretti, Amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, che da quando ricopre l'incarico, le ferrovie italiane hanno continuato a subire l’inesorabile peggioramento sulla sicurezza, sulla quantità e qualità dei servizi offerti e di efficienza. E che ha definito il disastro del 29 giugno a Viareggio (decine di morti e non mi ricordo più quanti feriti, una strage) come «uno spiacevolissimo episodio», «una minima cosa» che fa gridare all'allarme sicurezza. No non parliamo di questo con i pendolari in piedi in circolo nello scompartimento pieno e nemmeno, per una volta, del passaggio da F.S. vero servizio pubblico e sociale, a Trenitalia azienda di trasporto, passaggio che ha portato con se una diversa filosofia ed un diverso approccio generale. Da servizio, appunto, si passa alla “mission” dove i viaggiatori diventano clienti, ed a parole, hanno sempre ragione; i ferrovieri diventano operatori al servizio della clientela, e non hanno mai ragione. Dal contributo statale al servizio ferroviario si passa al bilancio d’azienda, con le sue improrogabili necessita’ di dividendi, e quindi l’imperativo ( che nell’ideologia del Moretti medesimo si mutua in “cura francescana” ) di tagliare, risparmiare e “diversificare l’offerta”. Il treno, cioè, da offerta al pubblico, diviene un prodotto da pubblicizzare e vendere a chi puo’ permetterselo, e quindi aumenti tariffari, finte offerte, fidelizzazioni e punti da raccogliere. Per una volta non parliamo di come da Prodi a Berlusconi, cioè dal regime di monopolio ad ente, poi S.p.a., fino allo spezzatino Trenitalia materiale rotabile + R.F.I.-Infrastruttura, si intravvede gia’ come le ricadute dei passaggi privatistici pesino, in egual misura, sulla clientela e sui ferrovieri, usati ( ed abusati ) per scopi di lucro. E poi quest'anno con l’apertura del tratto Bologna-Firenze ed il prossimo ingresso in rete di N.T.V. ( la compagnia ferroviaria privata di Montezemolo, Della Valle, Punzo ed S.N.C.F. ), ci sarà il varo definitivo del regime di mercato applicato al trasporto su rotaia. No stamattina i pendolari non parlano di questo, si tornerà presto a parlare di tutto questo, stamattina si parla di FIAT, si parla di Pomigliano. Qualcuno di noi non capisce i termini dell'accordo separato, se fosse per lui firmerebbe subito, qualcuno si inalbera, l'accordo separato sullo stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco dice, è uno dei più pesanti attacchi ai diritti costituzionali dei lavoratori della storia della Repubblica Italiana. L'accordo prevede pesantissime deroghe al contratto nazionale su orari di lavoro, trattamento di malattia, organizzazione del lavoro e qualifiche. Impone turnazioni e ritmi di lavoro senza precedenti per le catene di montaggio e soprattutto liquida le libertà sindacali e i diritti individuali dei lavoratori, ai quali viene imposto l'accordo, come nuovo contratto individuale di lavoro, pena il licenziamento. A Roma Tiburtina, ormai è giorno fatto, finisco di spiegare la posizione FIAT: se ti ammali, posso non pagarti la malattia. Se voglio, posso comandarti di fare la pausa pranzo a fine turno, così sei pronto per i possibili straordinari se servono, non importa se il lavoro che fai ti spezza la schiena. Se per qualsiasi motivo, oggi non posso produrre, posso comandarti di lavorare domani: nella pausa o nei giorni di riposo. Posso comandarti di fare straordinari quando voglio e anche di venire a lavorare poche ore dopo che sei uscito dalla fabbrica, senza rispettare il tuo bisogno minimo di riposo. E se scioperi, posso licenziarti. Non importa che questo violi leggi e Costituzione. Se non è così vado via da Pomigliano. E se non basta vado via da Federmeccanica.

Ho invitato tutti alla FESTA DELL’UNITA’ DEI COMUNISTI, a ROMA il 17 il 18 e il 19 SETTEMBRE, serve a tutti noi che continuiamo a voler procedere “in direzione ostinata e contraria” di disintossicarci dalle tossine che ci hanno portati sempre di più a confinarci in un angolo, senza riuscire ancora a creare ponti adeguati e sufficienti con la gente. Troppa destra nelle teste e poca sostanza per poter convincere la gente comune, la nostra gente, sulla utilità politica e sociale, dei comunisti.

Mauro Puliani

www.comunistiuniti.it

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