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La rivolta non è solo dei migranti

(25 Settembre 2010)


MOBILITAZIONE. Il Comitato immigrati in Italia propone uno sciopero generale dei lavoratori per il 29 ottobre.

Lottare per i diritti dei lavoratori immigrati è lottare per i diritti degli stessi lavoratori italiani». È l’incipit di un comunicato, firmato Comitato immigrati in Italia, che da qualche giorno rimbalza per la rete. Il documento si rivolge ai lavoratori italiani, ai delegati Rsu, alla Cgil, ai sindacati di base e a tutti i migranti che vivono nel Paese. È una proposta di sciopero generale per il 29 ottobre in favore dei diritti dei migranti che incita ad una protesta forte e unitaria.

«Per anni - spiega il comunicato - i datori di lavoro hanno usato la forza lavorativa immigrata come ricatto per colpire i lavoratori italiani e demolire i diritti acquisiti in anni di organizzazione e di lotta». E le leggi sull’immigrazione avrebbero aggravato questa situazione, rendendo il mercato del lavoro sempre più precario e agitando lo spauracchio dello straniero da cui era meglio guardarsi.

«Le lotte ultimamente non pagano - segue la nota -, non cambiano di una “virgola” le leggi. E questo accade perché le battaglie non sono unitarie. E le divisioni, si sa, non fanno altro che favorire il potere». È contro questa tendenza che il 17 ottobre scorso la Cgil avrebbe marciato insieme ai sindacati di base e alle associaioni di immigrati; che i braccianti di Rosarno avrebbero reagito con dignità allo sfruttamento; che il primo marzo le piazze si sarebbero riempite di persone.

È sulla base di questa convinzione che il Comitato immigrati lancia il suo appello e avanza una piattaforma di rivendicazioni che prevede il «permesso di soggiorno per quanti sono stati truffati dalla sanatoria e per chi a perso il lavoro a causa della crisi; l’applicazione della direttiva 2009/52/Ce che prevede la regolarizzazione per chi denuncia il lavoro nero; la creazione di una legge che garantisca il diritto d’asilo annullando i respingimenti in mare e gli accordi bilaterali di espulsione; il diritto di voto all’immigrato che vive regolarmente in Italia da più di 5 anni; il diritto di cittadinanza per chi nasce o cresce in Italia.

«L’unità è forza, i diritti la nostra lotta» recita il loro slogan. Uno slogan che a giorni promettono di portare nelle piazze.

24/09/2010

Rossella Anitori - Terra

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