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I Prigionieri Palestinesi

I Prigionieri Palestinesi

(11 Ottobre 2011) Enzo Apicella

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(Imperialismo e guerra)

Forum Palestina: resoconto della riunione del 5 ottobre2003.

(8 Ottobre 2003)

Alla riunione promossa per domenica 5 ottobre per discutere della manifestazione nazionale contro il Muro dell’Apartheid hanno partecipato compagne e compagni provenienti da diverse città, oltre ai rappresentanti romani del Forum Palestina, del Comitato di Solidarietà con l’Intifada, del Comitato per non dimenticare Sabra e Chatila, rappresentanti del PdCI, del PRC e dei Verdi, il Presidente della Comunità Palestinese di Roma e del Lazio ed altre realtà.

Dopo una breve introduzione del Forum Palestina, Stefano Chiarini ha sottolineato che quella dell’8 novembre si presenta come una manifestazione “difficile”, il cui risultato dipende dall’impegno dei promotori e dall’apertura ad ulteriori adesioni. Attualmente, esiste un problema di divisione a sinistra, fra chi sostiene la proposta di una manifestazione nazionale, chi la contrasta e chi si mostra incerto, per vari motivi. Di fatto, nel PRC sono presenti tutti e tre gli orientamenti. Secondo Chiarini, il carattere nazionale della manifestazione è irrinunciabile, anche allo scopo di non consentire alle forze politiche alcuna ambiguità sulla vicenda del Muro dell’Apartheid.

Maren, di ritorno dai Territori occupati, ha informato sulle iniziative unitarie in atto in Palestina contro il Muro, che stanno vedendo un grande livello di unità popolare fra i Palestinesi. Fulvio Grimaldi ha rimarcato come il problema delle divisioni non sia legato a questioni di piattaforma più o meno ampia, quanto ad atteggiamenti politici ormai consolidati: chi non parteciperà alla manifestazione, lo farà per principio. Grimaldi ha anche ribadito la necessità di un riferimento, nella mobilitazione, all’occupazione dell’Irak, necessità sostenuta anche da Enrica Palmieri, volontaria internazionale, che ha fatto notare come in Italia non ci siano ancora state manifestazioni esplicite contro l’occupazione e per il ritiro del contingente italiano.

Letizia Mancusi, del Comitato Politico Nazionale del PRC, ha argomentato come non sia più possibile chiamare alla mobilitazione su piattaforme troppo vaghe: non è opportuno ridurre le parole d’ordine alla questione del Muro, bisogna esplicitare la piattaforma sulla base dell’appello internazionale Stop the Wall, aggiungendo elementi di chiarezza. Per quanto riguarda, il PRC, la decisione prevalente negli organismi dirigenti sembra quella di dare vita ad iniziative locali domenica 9 novembre, per cui si tratta di fare uno sforzo per mobilitare il partito aldilà dei problemi dei vertici delle organizzazioni.

Andrea – Comitato contro la guerra Roma sud – ha invitato a mettere in campo una piattaforma efficace, esortando a non improntare la discussione sui livelli del ceto politico. Il riferimento della mobilitazione è il “popolo di sinistra” che ha già dato vita alla manifestazione del 9 marzo 2002 ed alle altre iniziative di solidarietà con il popolo palestinese. Dalla piattaforma non può essere assente il riferimento alle principali Risoluzioni dell’ONU, base della manifestazione del 9 marzo. Quanto al riferimento all’occupazione dell’Irak, è bene che – se vi sono reticenze in proposito – se ne parli esplicitamente. Gli stessi concetti sono stati ribaditi da Renato, che ha definito essenziale il richiamo alle Risoluzioni dell’ONU, affermando che non si può omettere il richiamo all’Irak e al ritiro delle truppe di occupazione.

Walter Lorenzi, del Circolo ARCI Agorà di Pisa, ha chiarito che la Palestina è un argomento di divisione a sinistra perché mette in evidenza l’ipocrisia di certa sinistra. Per quanto riguarda l’Irak, è necessario lavorare senza pensare di essere all’ultima spiaggia, perché la resistenza irakena si annuncia come di lunga durata.

L’intervento di Lorenzi è stato interrotto dalla notizia del bombardamento israeliano sulla Siria.

Bruno Steri – Dipartimento Esteri del PRC – nel suo intervento concorda con Chiarini e definisce “urgente” la mobilitazione. Riprende anche le osservazioni di Letizia Mancusi sulla manifestazione del giorno precedente, che ha evidenziato una debolezza del movimento, notando come sulla Palestina vi sia un’ulteriore difficoltà: le resistenze politiche. Si tratta, allora, di superare le “beghe”, poiché l’iniziativa nazionale sulla Palestina è giusta ed ogni persona in più in quell’iniziativa è un aiuto al popolo palestinese. Nulla vieta, poi, di spiegare cosa c’è sullo sfondo della mobilitazione, poiché è evidente il legame fra la costruzione del Muro, la questione palestinese, la crisi in Medio Oriente e l’occupazione dell’Irak: Sharon e Bush sono le punte di lancia dell’imperialismo. Quanto alle obiezioni avanzate da chi dice che in questo periodo ci sono troppe manifestazioni, sono palesemente questioni di lana caprina. E’ necessario fare il massimo di pressione nel PRC, che dovrà decidere nella Segreteria Nazionale cosa fare l’8 novembre, ma è fondamentale la mobilitazione dal basso: la situazione palestinese e irakena non può consumarsi nel silenzio.

Angela – Comitato Palestina di Milano – comunica che nella sua città la discussione è già avviata e che i compagni sono d’accordo per la manifestazione nazionale. Il Muro fornisce l’occasione per tornare in piazza per la Palestina, ma la piattaforma minima è quella del 9 marzo: non basta dire no al Muro e il riferimento all’Irak non solo è essenziale, ma aiuta la mobilitazione.

Silvano, di Roma, si chiede se il problema sia quello di allargare la partecipazione non tanto alla base sociale, quanto ai vertici delle forze politiche, sottolineando come questo problema riguardi sostanzialmente il PRC. Non è possibile sacrificare la base per pensare di portare in piazza il vertice. Per quanto riguarda le parole d’ordine, è irrinunciabile ribadire il diritto al ritorno dei profughi e impensabile omettere il riferimento all’occupazione dell’Irak.

Bassam Saleh – Presidente della Comunità Palestinese di Roma e del Lazio – afferma che il solo piano di pace valido ed efficace è il ritiro dei militari e dei coloni israeliani oltre i confini del 1967, rilanciando l’internità delle Risoluzioni ONU nella piattaforma della manifestazione nazionale dell’8 novembre.

Roberto Luchetti (Forum Palestina) ricorda che l’appello internazionale ci ha dato la possibilità di rilanciare la mobilitazione a fianco del popolo palestinese. Oggi esiste una situazione più favorevole per l’iniziativa politica rispetto al 9 marzo: l’isolamento di Israele nel mondo è un fatto rilevante, come ha dimostrato la levata di scudi all’ONU a difesa di Arafat. L’8 novembre sarà una grande manifestazione: l’appello contro il Muro è un punto di partenza, ma occorre affrontare – nelle forme e con i modi opportuni – la piattaforma del 9 marzo e l’occupazione dell’Irak. E’ importante, come hanno detto anche Bruno Steri ed altri, che il coinvolgimento dal basso e le adesioni prendano avvio da subito.

Di nuovo Stefano Chiarini si incarica di trarre alcune conclusioni dal dibattito. Innanzitutto, è importante essersi ritrovati sui contenuti. Il problema è quello di calibrare la manifestazione in maniera da renderla il più ampia ed unitaria possibile, investendo anche i vertici delle organizzazioni politiche, chiamati ad assumersi responsabilità impegnative. Il documento di convocazione della manifestazione nazionale dell’8 novembre - che sarà diffuso entro brevissimo tempo – riprenderà i contenuti espressi nel dibattito, dal Muro alle Risoluzioni dell’ONU, fino al riferimento all’occupazione dell’Irak ed alla Guerra Permanente di Bush. E’ inoltre importante richiamare la fine dell’assedio e delle minacce al Presidente Arafat – legittimo rappresentante eletto dal popolo palestinese – e la liberazione di Marwan Barghouti e di tutti i prigionieri dell’Intifada. Su questi elementi, continua la raccolta delle adesioni all’indirizzo stopthewall@tiscali.it.

Una nuova riunione nazionale e’ convocata a Roma per domenica 19 ottobre, alle 10.00, in via Giolitti 231 (a fianco della Stazione Termini).

Forum Palestina

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