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(16 Ottobre 2003)
Vodafone-Metis non è una sfida da tabellone cestistico della domenica. E’, invece, una delle tante strane coppie del mercato del lavoro, di quelle introdotte con il pacchetto Treu nel ’97. La prima, famoso gestore della telefonia mobile, si rivolge alla seconda, società fornitrice di lavoro temporaneo, per completare il proprio organico. E’ il cosiddetto lavoro interinale, quasi sempre giovane e flessibile. Tanto flessibile da diventare merce, che si può rispedire al mittente in qualsiasi momento, visto che la recente legge 30 (del 2003) fa dell’Italia “il mercato del lavoro più flessibile d’Europa”. Così hanno pensato alla Vodafone di Pozzuoli un paio di giorni fa.
Luca, 25 anni, da poco richiamato per una nuova missione con contratto di operatore di call center fino a gennaio, faceva parte di un gruppo di 20 lavoratori interinali, originariamente destinati ad attività di churn, vale a dire “recupero clienti”. Un giorno di formazione, poi contrordine. 10 lavoratori andranno al churn (e continuano la formazione), gli altri vanno al servizio “190”. Luca è tra questi. Conosce il lavoro, l’ha già fatto per qualche mese sempre da interinale Metis (la società che formalmente lo assume) e sempre alla Vodafone (la società che lo utilizza), sa che è tra i più stressanti, ore intere a rispondere alle telefonate dei clienti, turni scomodi, raramente sabato e domenica liberi, festività natalizie passate con cuffia in testa. A metà turno viene affiancato da un team leader, che gli chiede di esprimere alcune considerazioni. Lui dice che va bene, ma che è un po’ deluso perché, come gli altri, sperava di andare al churn. Il giorno dopo, mentre sta lavorando riceve una telefonata dalla Metis: deve immediatamente allontanarsi dal luogo di lavoro, è licenziato.
“Non volevo andarmene, mi sembrava incredibile, assurdo” - racconta – “poi hanno minacciato di chiamare la sicurezza. Ho parlato subito con le RSU e con il responsabile di Nidil-CGIL Area Flegrea, e il sindacato ha subito impugnato il mio licenziamento. Il giorno dopo, sono andato ugualmente a lavoro e non mi hanno fatto lavorare. Alla Metis poi mi hanno detto ufficiosamente che il motivo del mio licenziamento è nato dalle mie presunte lamentele. Il telegramma di licenziamento invece sostiene che non ho superato il periodo di prova”.
“Un abuso inammissibile – commenta Fabrizio Matarazzo, segretario NidiL Cgil di Napoli – Sia nel metodo che nel merito. Nel metodo perché i licenziamenti devono avere forma scritta per aver efficacia giuridica e perché avrebbero dovuto aspettare che finisse la giornata di lavoro, senza cacciarlo dall’ azienda come un appestato.. E nel merito: il contratto nazionale dei lavoratori interinali prevede che chi ha già svolto una missione presso un’ impresa utilizzatrice se viene richiamato con le stesse mansioni non è assoggettato al periodo di prova”
“E’ vergognoso - sentenzia Antonio Damiano, responsabile Nidil-CGIL Area Flegrea -, che Luca sia stato licenziato per avere espresso liberamente la propria opinione La nostra vertenza sarà l’apripista per far ritornare il rispetto dei diritti nell’azienda e costituire da subito un soggetto di rappresentanza sindacale per gli interinali in Vodafone.
Comunicato a cura dell'addetto stampa di NidiL Cgil Napoli
Gianni Aniello 349/4407894 – 081/3456305
Antonio Damiano
Responsabile Nidil-CGIL Area Flegrea
Presidente del Coordinamento provinciale NIdil-CGIL Napoli
Cell.: 339-1060490
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