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In 10 anni il potere d’acquisto dei salari dei lavoratori è diminuito di 5000 euro.

Ma Sacconi e la Marcegaglia danno i numeri

(27 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

27-09-2010/13:00 --- Oltre 5mila euro in meno sul potere d'acquisto: tanto hanno perso i lavoratori italiani negli ultimi dieci anni. Lo sostiene la Cgil nel suo rapporto sulla crisi dei salari presentato questa mattina, nel quale si spiega che nel decennio 2000-2010 le retribuzioni hanno avuto, a causa dell'inflazione effettiva più alta di quella prevista, una perdita cumulata del potere di acquisto di 3.384 euro ai quali si aggiungono oltre 2mila euro di mancata restituzione del fiscal drag. Il totale è perciò di ben 5.453 euro.
"Solo aumentando la produttività delle nostre imprese saremo in grado di pagare maggiori salari, dobbiamo lavorare insieme a sindacati, lavoratori e istituzioni per fare questo salto in avanti che è un vantaggio per le imprese ma anche per i lavoratori" aveva dichiarato sabato scorso la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. "In Italia - ha proseguito la Marcegaglia - negli ultimi dieci anni il costo del lavoro per unità di prodotto, che indica la produttività delle nostre imprese, è aumentato di venti punti percentuali, in Germania invece è diminuito del dieci per cento quindi abbiamo salari più bassi di quelli tedeschi ma una produttività più bassa di quella tedesca".
Secondo il ministro Sacconi ''un passo avanti è stato fatto e ne occorrono ragionevolmente altri per avvicinare il più possibile i salaria lla produttivita'''. Per questo secondo il ministro va ribadita la necessita' di mettere mano alla riforma dei contratti per avvicinare i salaria alla produttività.
E’ noto ormai da tempo che i salari dei lavoratori italiani sono tra i più bassi nella classifica dei Paesi Ocse. L'Italia si colloca per gli stipendi al ventitreesimo posto, con guadagni inferiori al 16,5% rispetto alla media dei trenta Paesi che fanno parte dell'organizzazione basata a Parigi. I dati sono riferiti al 2009 e l'Italia si colloca nella stessa posizione dell'anno precedente. È quanto risulta dal Rapporto «Taxing Wages» dell'Ocse. I salari medi annui netti in Italia per un single senza figli nel 2009 sono stati pari a 22.027 dollari (Ppe, a parità di potere di acquisto) contro un lordo di 31.167 dollari. Nel 2008 il netto ammontava a 22.117 dollari e il lordo a 31.314, come emerge da uno studio Ocse sulla tassazione dei salari. Nel 2000 il salario netto era di 18.451 dollari e il lordo a 25.933. L'Italia è sotto la media Ocse che nel 2009 risultava di 26.395 dollari per il salario netto e 35.887 per il lordo e sotto la media Ue-15 (28.454 e 40.525 dollari rispettivamente). Espressi in euro i salari netti nel 2009 in Italia risultano di 18.503 euro su un lordo di 26.181 euro, in calo dal 2008 (18.578 e 26.304 euro).
Insomma anche di fronte ai dati di fatto imprenditori e governo non riescono a dare risposte più lontane dalla realtà di quelle che hanno ribadito in questi giorni.

Sergio Cararo, Radio Città Aperta

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