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(20 Luglio 2011) Enzo Apicella
La Dignitè è stata abbordata in acque internazionali e sequestrata dalla Marina israeliana

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Gaza negata anche agli ebrei. Abbordata la Irene, violenza contro gli internazionalisti

(29 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

29-09-2010/12:44 --- Come previsto, si è concluso con l’ abbordaggio da parte della Marina Militare israeliana il viaggio della piccola imbarcazione a vela “Irene”, partita domenica scorsa dal porto cipriota di Famagosta con l’obiettivo di raggiungere le coste di Gaza. A bordo un gruppo di pacifisti israeliani ed ebrei con cittadinanza statunitense ed europea, coordinati da “Jews for Justice for Palestinians” (“Ebrei a favore della giustizia per i palestinesi”), un'organizzazione inglese attiva dal 2002, decisi a consegnare aiuti umanitari (un purificatore d’acqua, un motore fuoribordo per i pescatori e giocattoli per i bambini dei centri di salute mentale) e a portare solidarietà politica alla popolazione della Striscia di Gaza sotto assedio. Il catamarano è stato condotto al porto di Ashdod, dove sono stati incarcerati i passeggeri con cittadinanza israeliana (rilasciati ieri sera), diversamente da quelli con cittadinanza straniera, che sarebbero stati rinchiusi in una prigione a Holon, per essere imbarcati forse oggi su aerei diretti verso i paesi di provenienza.
Secondo l’esercito israeliano l’abbordaggio è avvenuto in modo pacifico, ma tale versione non era confermata ieri dalla portavoce della spedizione, Miri Weingarten, che così aveva affermato all’agenzia di stampa Nena-News: “Non abbiamo piu’ avuto notizie da coloro che sono a bordo dell’Irene; i telefoni cellulari e satellitari sono stati sequestrati e spenti. Sappiamo solo che i soldati hanno ammanettato tutti i passeggeri e i membri dell’equipaggio. Non abbiamo altre informazioni”. In realtà l’abbordaggio della Irene è stato tutt’altro che pacifico: è quanto afferma il noto refusenik Yonatan Shapira, ex pilota di elicotteri dell’aviazione militare israeliana, che, come riferisce dalle pagine del Manifesto di oggi Michele Giorgio, sarebbe stato colpito da una scarica di pistola Taser prima di essere ammanettato come gli altri passeggeri: “Non ci sono parole per descrivere ciò che abbiamo vissuto - ha detto Shapira - Il portavoce IDF sta tentando di dipingere un quadro diverso da quanto accaduto, come se l’abbordaggio non fosse stato violento, ma in realtà le azioni dei soldati sono state violente e molto dure”, ha aggiunto.
Tra i passeggeri, una decina in tutto, anche un sopravvissuto all’Olocausto, Reuven Moshkovitz, di 82 anni, Carole Angier, biografa di Primo Levi. “Irene” era attesa a Gaza dal dottor Eyad Serraj, direttore del Programma di salute mentale della Striscia di Gaza, che da mesi denuncia che nella Striscia nove bambini su 10 soffrono di disturbi traumatici, portati da una guerra che tra il 2008 e il 2009 ha causato oltre 1400 vittime civili. La consegna del carico umanitario avrebbe dimostrato, come affermato qualche giorno fa da uno degli organizzatori, Richard Kuper, che “non tutti gli ebrei sostengono le politiche dei governi israeliani nei confronti dei palestinesi”. Entro la fine dell’anno salperà per Gaza anche la Flotilla 2, cui prenderanno parte imbarcazioni organizzate in Italia, Svizzera, Francia, Spagna, Canada, Norvegia, Belgio, Austria, Australia, Stati Uniti ed altri Paesi. La Freedom Flotilla Coalition chiede ai governi e alle istituzioni dei paesi ai quali appartengono gli attivisti coinvolti nella organizzazione della nuova spedizione navale di utilizzare tutti i mezzi legali e politici per assicurare che Israele cessi le sue azioni militari contro i convogli diretti a Gaza. Prosegue intanto la missione terrestre di “Viva Palestina”: il convoglio, partito da Londra il 18 settembre, è diretto alla volta della Siria per poi proseguire verso Gaza.

Mila Pernice, Radio Città Aperta

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