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(1 Ottobre 2010)
anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.comunistiuniti.it
Il Colpo di Stato fascista in Ecuador è fallito. All'alba (ora italiana) il Presidente Rafael Correa è stato liberato dalle forze armate a lui fedeli con un blitz, dopo essere stato tenuto sequestrato dai fascisti di Lucio Gutierrez (destra interna manipolata da Washington) e tenuto ostaggio presso l'Ospedale metropolitano di Quito. Mentre scriviamo (ore 6.25 di Venerdì 1 Ottobre) Rafael Correa sta parlando al Paese dal Palazzo del Governo. Ringrazia tutte le donne e tutti gli uomini dell'Ecuador per avere difeso la Costituzione con la mobilitazione; respinge al mittente, bollandola come disinformazione, la notizia che tutto questo sia avvenuto a seguito di tagli salariali ai danni della Polizia e parla apertamente di "cospirazione coordinata". Durante tutto il tempo del tentato Golpe, ora fallito, si sono succedute dichiarazioni di univoco rincrescimento e solidarietà a Correa e all'Ecuador da parte di tutti i paesi dell'America Latina, primo fra tutti Cuba, la quale ha chiesto esplicitamente agli USA di schierarsi a chiare lettere e ritenendo un suo eventuale silenzio pari ad un sostegno offerto ai golpisti. La risposta di Washington è arrivata timida, condannando genericamente le violenze ma non il Golpe nello specifico, e dichiarando che gli USA "vigileranno" sugli eventi. Tutti gli analisti progressisti latino americani sono stati concordi nel giudicare pilatesca questa presa di posizione, considerandola analoga a quella diffusa un anno fa all'epoca del Golpe in Honduras, che diede tempo ai sovversivi di rafforzare le posizioni. Il primo a riconoscere che il Golpe sarebbe fallito sotto la spinta delle masse popolari è stato Fidel Castro. Hugo Chavez è stato tenuto costantemente informato degli sviluppi della situazione.
La Redazione di Comunisti Uniti
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