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Alberghi al posto degli storici Studios romani. Stampa Romana con lavoratori e sindacati per salvare Cinecittà

(7 Ottobre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Giovedì 07 Ottobre 2010 08:34
“Cinecittà non deve morire!”, è l’allarme lanciato da lavoratori e sindacati che oggi e domani protesteranno con un sit-in davanti agli storici Studios di via Tuscolana, destinati a fare spazio a un albergo, un centro fitness, un ristorante, un parcheggio sotterraneo su due piani e altre costruzioni....

È la cementificazione di Cinecittà, come alcuni l’hanno definita, decisa dalla Italian Entertainment Group, la holding che controlla l´80% di Cinecittà Studios e che “vanta” nel consiglio di amministrazione nomi noti come Luigi Abete, Diego Della Valle e Aurelio De Laurentiis. Il regno del cinema italiano, la fabbrica dei sogni simbolo degli anni della Dolce Vita già da tempo soffre la crisi dell’industria cinematografica italiana e gli studi, un tempo frequentati da Fellini, oggi ospitano gli Amici di Maria De Filippi e la casa del Grande Fratello. Il cinema è sempre più relegato in un angolo a Cinecittà ed un piano “di rilancio”, così lo definisce l’Italian Entertainment Group, che punta su investimenti immobiliari invece che sul recupero del cinema italiano e delle sue maestranze sembra essere il colpo di grazia per gli Studios che hanno già visto decurtato di un milione di euro il finanziamento pubblico per Cinecittà Luce.
“Dal 1997, con l'avvio della privatizzazione, la nuova proprietà si è disinteressata dello sviluppo e della valorizzazione del polo cinematografico, inaugurando una fase di declino che ha comportato perdite di competitività e quote di mercato. Tutti i piani industriali che si sono susseguiti non hanno favorito il rilancio ma ne hanno accompagnato la decadenza – denunciano Cgil, Cisl, Uil e Articolo 21 - Il ventilato sfruttamento immobiliare dell'area con la costruzione di alberghi, ristoranti, centri fitness e parcheggi, significherebbe uccidere l'industria del cinema a Roma, con una irreversibile perdita di posti di lavoro e di professionalità insostituibili”. A rischio ci sono 400 dipendenti fra Cinecittà Studios, Cinecittà Luce e Cinecittà digital; 6mila tra registi, attori e maestranze specializzate; 10mila piccole e medie imprese artigianali, che occupano fino a 100mila posti di lavoro. «Sono già stati fatti degli sfratti per liberare l’area edificabile - dice Enzo De Camillis della Fidac, l’associazione che tiene insieme tutte le associazioni di categoria, dai macchinisti ai direttori della fotografia – Sono stati chiusi una falegnameria e pure altre officine».
I lavoratori chiedono un vero piano industriale “che rilanci Cinecittà dal punto di vista del cinema e non di un centro benessere. Se qui non si produce più – spiega Francesco Mancini, dell’Rsu di Cinecittà Studios - non ci salveranno certo gli alberghi. Con l’ultima crisi abbiamo assistito alla costruzione dell’area commerciale di Cinecittà2».
Anche l’Associazione Stampa Romana si è unita alla battaglia per salvare Cinecittà, simbolo del cinema italiano, polo di eccellenza per quanto riguarda le maestranze professionali, luogo legato alla storia del nostro Paese, una fabbrica dei sogni che può essere un investimento per il rilancio dell’industria cinematografica.
“Cultura, comunicazione, ricerca, informazione – afferma Paolo Butturini, segretario dell’Asr che oggi e domani parteciperà al presidio davanti agli Studios – sono assi fondamentali nello sviluppo sociale, ma anche imprenditoriale di un Paese. In Italia assistiamo a una accelerazione, impressa da questo governo, verso la privatizzazione dei saperi e delle conoscenze, un processo nel quale si perdono figure professionali e posti di lavoro, si precarizza ancor più la condizione delle maestranze, e si ottiene come effetto finale quello di minare la capacità generale di produzione culturale della nazione. Cinecittà, uno dei pochi marchi per i quali siamo famosi all’estero, è un complesso produttivo nel quale trova spazio anche l’informazione, attraverso un quotidiano online (Cinecittà News) in cui lavorano alcuni colleghi e che nel tempo si è affermato come un punto di riferimento importante nel panorama dell’industria cinematografica. Proprio nel momento in cui la produzione di cultura, largamente intesa, fa da volano alla difficile ripresa economica, le scelte governative vanno nel senso di favorire la delocalizzazione e l’impoverimento dell’offerta culturale del nostro Paese. Come altro definire il progetto che trasforma l’area di Cinecittà in un nuovo polo alberghiero-commerciale, senza che a questo sia abbinato un piano industriale di rilancio degli studios romani? Per queste ragioni l’Asr si associa alla protesta e alla manifestazione di Cgil Cisl e Uil ed è pronta a ospitare sul suo sito e a rilanciare qualsiasi iniziativa a difesa di quello che considera un patrimonio della nazione”.

Valentina Valentini

07-10-2010

Valentina Valentini

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