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Ventiquattro ore senza di noi

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(1 Marzo 2010) Enzo Apicella
Sciopero generale dei lavoratori migranti

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Sciopero dei migranti nel casertano: 'non lavoriamo per meno di 50 euro al giorno'. I reduci di Rosarno ancora senza lavoro

(8 Ottobre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Marina D’Ecclesiis, Radio Città Aperta

08-10-2010/13:00 --- Per il movimento dei migranti e dei rifugiati di Caserta sono oltre 6 mila e 500 gli immigrati che vivono lungo la fascia costiera tra le provincie di Napoli e Caserta e la crisi ha reso le loro condizioni peggiori: molto spesso finiscono per lavorare per 15 euro al giorno. Ma oggi hanno deciso di scioperare per lanciare un segnale forte contro il caporalato, occupando le sedici rotonde dove ogni giorno vengono "ingaggiati" dai loro sfruttatori. I migranti incrociano le braccia e alzano un cartello: "Noi non lavoriamo per meno di 50 euro al giorno". Chiedono, insomma, un adeguamento delle retribuzioni. Per Mimma D'Amico, del centro sociale Ex Canapificio, uno degli enti che ha proposto lo sciopero degli stranieri di oggi, la situazione è estremamente allarmante. "Gli stranieri fanno una battuta che ormai non è tanto lontana dalla realtà - dice D'Amico – “Qui si lavora anche per avere un panino". E la situazione non va meglio a Rosarno. Qui, dopo le rivolte e gli scontri del Gennaio scorso, le istituzioni avevano promesso un lavoro legale agli extracomunitari ridotti in schiavitù. Era il 28 Aprile e sul sito della Provincia di Roma appariva l’annuncio «Gli extracomunitari provenienti da Rosarno passeranno dalla condizione di braccianti illegali e sfruttati a quella di lavoratori legali e stagionali nelle campagne della provincia di Roma». Un annuncio molto apprezzato che vedeva la firma delle principali associazioni di categoria del settore agricolo. Peccato che sia rimasto solo un annuncio. Ad oggi infatti solo quattro dei reduci di Rosarno hanno un’occupazione regolare, gli altri 116 aspettano e molti di loro sono tornati in Calabria , nel foggiano e nel casertano nelle condizioni di sfruttamento di prima. E subito la Provincia se n’è lavata le mani : «Non abbiamo mai promesso posti di lavoro, ci siamo posti come intermediari tra domanda e offerta. Questo accordo ha bisogno di tempo per dare risultati». E mentre il tempo passa la stagione della raccolta è finita e molti degli immigrati che hanno sostenuto il colloquio sono stati liquidati con un “le faremo sapere”. Il problema dicono dalla Provincia è la mancanza di documenti, formalità ma dall’associazione Progetto Diritti fanno sapere “se davvero servissero altri cinque certificati medici saremmo i primi a saperlo, visto che siamo noi ad accompagnare i lavoratori alle Asl”. E dunque sono partite le proteste che coinvolgono tutti i migranti sfruttati dal caporalato. "Rosarno e Castel Volturno sono due espressioni della stessa faccia che questo Governo rivolge agli immigrati – affermano in un comunicato il Movimento dei migranti e dei rifugiati e il Coordinamento antirazzista di Caserta promotori dello sciopero di oggi. E' una faccia aggressiva, che rivendica superiorità e precedenza e che vuole convincerci con bei discorsi e con un tono autoritario che il nostro benessere coincide con il controllo e con le restrizioni per gli immigrati”. Ed è proprio a Castel Volturno che pochi giorni fa è sorta la polemica sulla realizzazione di un monumento commemorativo per i i sei ghanesi uccisi circa un anno fa dalla camorra. Il sindaco di centro destra, Antonio Scalzone, già noto per le sue posizioni anti immigrati ha infatti vietato la realizzazione della statua: ”Ritengo inopportuno ed improponibile l'allocazione della scultura commemorativa della strage - ha scritto testualmente il sindaco ai promotori dell’iniziativa - per ragioni legate ad indagini che probabilmente non sono ancora concluse, ma che gettano più di un'ombra sulla strage. Secondo notizie di stampa la sartoria - sostiene il sindaco - era una base logistica per lo spaccio di droga gestito da un'organizzazione criminale della quale facevano parte immigrati del Ghana. Pertanto - scrive il primo cittadino - invito le associazioni richiedenti a rinunciare, probabilmente, di ricordare bande criminali e condividere, invece, la scelta che l'amministrazione comunale realizzerà nelle prossime settimane e dedicare una piazza ai due poliziotti che sono morti dopo la strage nel compiere il loro dovere". Una motivazione chiaramente strumentale dal momento che il processo in corso sta dimostrando l’innocenza dei giovani ghanesi. E sarà proprio Castel Volturno, il luogo dove si terrà il secondo appuntamento di protesta organizzato dalle reti antirazziste. Alle 10 e 30, dalla stazione di Caserta partirà un corteo contro il razzismo, lo sfruttamento e le camorre, per il permesso di soggiorno e i diritti di cittadinanza. Secondo gli organizzatori sfileranno otlre 2000 immigrati, insieme a studenti, lavoratori italiani e associazione. Il corteo terminerà sotto la prefettura ma la mobilitazione proseguirà anche a Roma il 14 e 15 ottobre, con presidio davanti al ministero dell’Interno.

www.radiocittaperta.it

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