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Padova, celerini in facoltà contro gli alloggi agli stranieri.

dal Manifesto del 17 ottobre

(18 Ottobre 2003)

Il reparto della celere nel rettorato dell'università di Padova per spintonare gli studenti fuori dagli uffici.
Una scena così non si vedeva da almeno quindici anni.

E invece è successo ieri, mentre il collettivo di Scienze politiche, per la seconda volta in due settimane, era tornato a chiedere spiegazioni al rettore Vincenzo Milanesi sulla scandalosa storia della negazione dell'alloggio agli studenti stranieri.

La regione Veneto, infatti, ha varato il 30 maggio una delibera della giunta regionale in cui si dice che, per quanto riguarda la seconda assegnazione degli appartamenti nelle case dello studente, devono essere esclusi gli stranieri e privilegiati gli studenti italiani.
Per di più quelli non idonei, persone cioè che hanno partecipato al bando ma non rientrano nei criteri richiesti.

Di conseguenza si è venuta a creare una situazione allucinante: da un lato gli studenti stranieri possono partecipare alle prime assegnazioni soltanto per il 10% delle case disponibili, in base a una vecchia legge ancora in vigore.

Fino all'anno scorso si cercava di rimediare con la seconda assegnazione.
Ma ora, la delibera della giunta, pilotata dalla Lega, li esclude anche da quella.
Cosicche' molti ragazzi, soprattutto albanesi e croati, si sono ritrovati senza un tetto sopra la testa, in alcuni casi costretti a dormire all'addiaccio, in stazione o nei parchi della città.

Il rettore, dopo molte pressioni da parte del movimento degli studenti, aveva promesso di fare il possibile.
Anche perchè il Collettivo di Scienze politiche ha scoperto un paio di cosette: intanto, che alcune stanze rimangono sfitte, e poi che il nuovo regolamento dell'Ente per il diritto allo studio (che dipende dalla regione) quest'anno ha messo a disposizione 90 stanze "per uso foresteria".

Quaranta euro a notte non soltanto per i ricercatori o i professori di altre università che si recano in quella di Padova, ma addirittura per i turisti.

"Si tratta di una situazione inaccettabile - spiega Omid, del collettivo - Non può accadere che la polizia intervenga, dietro ordine del rettore, per sbattere gli studenti fuori dall'università.
Il presupposto perchè venga garantito il diritto allo studio, è innanzitutto il diritto alla libera espressione nelle nostre università".

Oggi, alle 17, è stata indetta una manifestazione in piazza delle Erbe.

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