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(12 Agosto 2010) Enzo Apicella
Dopo numerosi rinvii, sembra che gli Stati Uniti rispetteranno i tempi previsti per il ritiro delle truppe dall’Iraq

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Iraq: l'occupazione prosegue e i diritti civili vengono calpestati

(13 Ottobre 2003)

Sono passati sei mesi dalla fine della guerra e l'occupazione pesa sempre di piu' sulle spalle dei civili iracheni.

Baghdad cambia faccia di giorno in giorno a seconda delle esigenze dell'occupante. Un hotel e' ritenuto a rischio: si costruisce un muro per proteggerlo. Serve una zona per ospitare i soldati: la si isola e spesso si occupano costruzioni civili, monumenti (come nel caso del mausoleo al Milite Ignoto) o scuole. Un'altra zona e' ritenuta a rischio o la si vuole rendere piu' sicura per il passaggio di truppe o altro: si chiudono strade e ponti.Ogni giorno le strade di Baghdad subiscono cambiamenti attraverso
muri, muretti, bidoni riempiti con cemento, fili spinati e quant'altro. La viabilita' viene sconvolta ed il traffico soffoca una citta' gia'
impolverata e bollente.

Le violazioni dei diritti umani sono un fatto quotidiano. Tutti gli iracheni che incontri hanno qualcosa da raccontarti: un raid in un
quartiere, un famigliare ferito, un amico arrestato, un conoscente sparito.

16 Settembre, nel quartiere di Cremat (vicino all'ex Ministero di Giustizia) sono le dieci di sera, la gente sta cenando. Improvvisamente colpi di arma da fuoco passano orizzontalmente sopra le case e si perdono verso il Tigri, a pochi metri da loro.

Il quartiere e' fatto da vicoli stretti, le case sono una a ridosso dell'altra e come spesso accade scoppia una lite tra vicini. Niente a che fare con i colpi appena sentiti. Non ci sono armi, coltelli o pietre nelle mani della gente. Parenti e vicini di casa accorrono per placare la lite, in tutto una decina di persone, con contorno di bambini incuriositi dagli affari dei grandi.

Mr. Sadeck e il fratello Ali' stanno uscendo per andare a pesca. Assistono alla lite. Ali' cerca di calmare gli animi. Sadeck vuole raggiungere i fiume.

Mr. Mohammed viene raggiunto a casa sua dal fratello: da dove vengono gli spari? Nessuno ha la risposta. Ma scoppia una lite a pochi metri da loro e come sempre tentano di fare qualcosa.

Mr. Falah sta terminando di cenare, lo chiamano 'tuo fratello sta litigando con i vicini'. Anche lui esce di casa e raggiunge il luogo della lite.

Ma qualcun altro, lontano dalle loro case, decide che gli spari sono arrivati proprio dal quel quartiere. Entrano correndo, pochi metri, svoltano, altri pochi metri, svoltano ancora davanti a loro la lite, pochi secondi neanche una parola e aprono il fuoco.

La gente si gira li vede sono soldati americani, sono una decina e continuano a sparare. Qualcuno comincia a cadere a terra, mal per lui, lo picchiano con il calcio del fucile. Un ragazzino scappa e per un paio di secondi terrorizzato si ritrova quattro fucili automatici puntati addosso.
Lo lasciano passare.

Mr. Sadeck rimane aggrappato ad una porta con sette proiettili nelle gambe. Urla ai soldati di lasciare il fratello Ali' che vede a terra con le gambe sanguinanti e fracassate. Solo l'intevento di un vicino gli risparmia il dolore del calcio del fucile.

Mr. Mohammed stava tornando a casa, dava le spalle alla lite e quindi non realizza subito l'arrivo dei sodati, in pochi istanti e' a terra ferito alle gambe.

Mr. Falah viene spinto alle spalle, finisce a terra in uno sporco rivolo d'acqua, cerca di rialzarsi, ma il solito calcio del fucile lo colpisce alla testa. Sanguina. Cerca di alzarsi. Nuovamente il fucile, sempre sulla stessa ferita. Altro sangue, altra reazione e questa volta e' l'anfibio a colpirlo violentemente e ripetutamente, sempre in testa.La moglie lo vede, preso a calci da un sano e robusto soldato americano.

La mossa e' istintiva, gli va incontro urlando e la risposta e' una mitragliata tra le gambe.Forse e' meglio non muoversi, aspettare che i barbari lascino il quartiere.

Una macchina riesce a farsi strada, un secondo Ali' carica Mr. Mohammed e Mr. Sadeck, vogliono portarli in ospedale. Si fanno largo, escono dalle stradine, ma fuori carri armati, blindi e jeep: tutti fuori dalla macchina, i feriti stesi a terra sanguinanti con le mani dietro la schiena. Anche qui tentativi di spiegazione: 'stiamo andando all'ospedale', non finisce la frase Mr. Ali' viene colpito dietro l'orecchio destro dal solito calcio di fucile, sviene a terra.

Quanto stanno a terra 1 ora, 2 ore, tutto sembra interminabile. E poi comincia la trafila: ospedale, prima assistenza, ufficio di polizia, di nuovo ospedale perche' Mr. sadeck sanguina troppo, e poi di nuovo ufficio di polizia, per terminare nuovamente all'ospedale.

Questo capita quotidianamente in Baghdad e nel resto del paese.

Paola, Occupation Watch Baghdad

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