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Palermo: la polizia attacca un presidio antifascista e arresta tre studenti universitari. Domani il processo

(11 Ottobre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

10-10-2010/19:29 --- I tre antifascisti palermitani (Cesare, Francesco, Ruggero) rimangono in cella, accusati di resistenza e lesione a pubblico ufficiale e, inoltre, denunciati per partecipazione a manifestazione non autorizzata. Altri tre giovani se la sono "cavata" con una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale e partecipazione a manifestazione non autorizzata. "Il fermo dei tre antifascisti palermitani è stato trasformato in arresto. La gravissima azione di polizia segna la svolta repressiva che la questura di Palermo da mesi sta attuando contro i movimenti sociali nella nostra città". Lo denuncia in un comunicato un gruppo di realtà politiche palermitane tra le quali la Confederazione Cobas della Sicilia, il Collettivo 20 luglio, l’Associazione Radio Aut, il Laboratorio Antifascista-Palermo e il Comitato di Lotta per la Casa 12 luglio, a proposito di quanto avvenuto ieri durante una manifestazione antifascista davanti al liceo Umberto I nel capoluogo siciliano.
Ieri mattina una trentina di studenti si sono dati appuntamento davanti al liceo classico Umberto di via Parlatore con l’intenzione di impedire l’annunciata manifestazione degli estremisti di destra di Casapound e in parte di Azione Giovani, diventati negli ultimi tempi più aggressivi e minacciosi del solito, con continue provocazioni e minacce davanti ai cancelli della scuola. Con loro c’erano alcuni attivisti dei centri sociali e della rete antifascista palermitana Red Block: con volantini, striscioni e bandiere hanno formato un presidio sul marciapiede dell'istituto.
Ma a metà mattinata sul posto sono arrivati numerosi agenti della Digos, supportati dalle volanti, apparentemente rispondendo alla chiamata dal preside. La polizia, affermando che il sit in non era stato autorizzato, ha preteso di scioglierlo e di identificarne i partecipanti. Ma quando i ragazzi si sono rifiutati sono stati fatti intervenire i rinforzi che hanno provveduto ad effettuare cariche e sei studenti sono stati fermati e condotti in Questura.
"Appena ho visto che i ragazzi venivano aggrediti – denuncia Sara, una studentessa dell’ultimo anno del Liceo - ho chiamato subito il preside che non è intervenuto. E che anzi ci ha impedito di uscire dalla scuola. Abbiamo organizzato il presidio per rispondere alle organizzazioni di estrema destra che fanno quello che vogliono nella nostra scuola dall'inizio dell'anno. Aggrediscono i più piccoli e fanno volantinaggio indisturbati".
Dopo i fermi gli studenti antifascisti si sono spostati sotto la Questura per chiedere la liberazione dei compagni mentre negli uffici della polizia arrivavano anche genitori, giornalisti ed esponenti politici locali della sinistra. Alle 16,30 gli studenti dell'Umberto si sono riuniti in assemblea al Giardino Inglese, approfittando della Festa di Liberazione. Il rilascio di tre fermati, e la notizia dell'arresto degli altri tre, studenti universitari, è arrivata solo a tarda sera. "È un'indecenza - denuncia Mario Azzolini, giornalista della Rai e sindaco di Sel di San Mauro Castelverde e padre di uno dei ragazzi fermati - Mio figlio è stato picchiato ed è rimasto tutto il giorno senza mangiare né bere e senza sapere di cosa fosse accusato".
Uno studente, raccontano i testimoni, è stato buttato a terra, aggredito da 4 poliziotti e portato via in manette. Molte delle persone che stavano manifestando hanno subito minacce verbali e aggressioni fisiche da parte di polizia e della Digos. Dopo aver effettuato i fermi la questura ha dichiarato di essere intervenuta per fermare gli scontri in corso tra antifascisti ed estremisti di destra; una versione dei fatti completamente inventata, visto che nessun esponente di Casa Pound era presente davanti alla scuola al momento dell’intervento della polizia e non era quindi in corso alcuna colluttazione.
Oggi dalle 16.30 gli antifascisti hanno di nuovo manifestato davanti alla questura in solidarietà con i tre arrestati, mentre domani mattina un nuovo appuntamento è stato convocato davanti al tribunale dove si terrà l'udienza di convalida e il processo per direttissima. "Nella città capitale della mafia la questura di Palermo ha individuato il nemico dell'ordine costituito nelle lotte sociali, negli studenti, negli antifascisti – denunciano le realtà della sinistra cittadina - Lo sgombero violento dei centri sociali, Excarcere e con particolare violenza LaboratorioZ, lo sgombero di Casa Guzzetta occupata, le provocazioni contro giovani antifascisti e manifestanti, la distruzione della SantaRosalia dei senza casa durante il Festino del 14 luglio, l'irruzione all'AltroQuando e il sequestro di manifesti e striscioni durante la visita del Papa a Palermo il 3 ottobre segna una chiaro disegno di limitare diritti civili nella nostra città". "Ieri - dice la nota - non c'era nessun pericolo di sconvolgimento dell'ordine pubblico da giustificare l'intervento violento della polizia contro antifascisti inermi. Particolarmente grave ci sembra l'azione poliziesca all'indomani delle grandi manifestazioni studentesche contro le disastrose politiche governative sulla scuola che confluiranno nello sciopero generale della scuola del prossimo 15 ottobre".
Gli antifascisti denunciano la sinergia e la vicinanza tra le forze di polizia della città e i gruppuscoli neofascisti diventati sempre più violenti, proprio in virtù della copertura che ricevono dalla Digos e quindi della conseguente impunità.
''Troppe ombre nascondono la verità su quanto accaduto: giovani picchiati e filmini cancellati dai telefonini. Cosa e' accaduto veramente? Aspettiamo che il prefetto e il questore stabiliscano la veritò'' ha commentato il deputato regionale del Pd Pino Apprendi mentre anche gli studenti rilasciati ieri sera hanno raccontato quanto è accaduto dopo il fermo: ''Ci hanno tenuti in questura per più di sette ore senza mangiare e senza bere, separati in stanze diverse e guardati a vista. Ci hanno sequestrato documenti e cellulari, ci hanno fatto firmare un verbale senza rilasciarcene copia. In questo momento sono sotto indagine e non so neanche il motivo'' ha denunciato lo studente ventiduenne Mauro Azzolini.

Marco Santopadre, Radio Città Aperta

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