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(Contratto Metalmeccanici)

Alta tensione tra Giovanardi e la Fiom

articolo di Reassegna Sindacale

(25 Ottobre 2003)

Alta tensione tra esponenti del governo e la Fiom. Al centro delle polemiche c'è la campagna sui precontratti, ossia le vertenze aperte in molte fabbriche del paese (1500, per l'esattezza) dai metalmeccanici della Cgil per ottenere condizioni migliori rispetto al contratto separato firmato in primavera da Fim e Uilm. La richiesta di "tutelare" le imprese (in particolare quelle di Modena) coinvolte nelle vertenze, ricorrendo anche alle forze dell'ordine, inviata al ministero dell'Interno Pisanu da Carlo Giovanardi, ministro per i Rapporti con il Parlamento, ha sollevato aspre reazioni.

La Cgil nazionale, sottolineando che 'Il diritto di sciopero è inalienabile', ha giudicato "gravissime" le dichiarazioni di Giovanardi.

La segreteria nazionale della Fiom ha espresso "stupore e indignazione” per la richiesta del ministro e ha difeso l'impostazione democratica della propria strategia rivendicativa. In una nota i metalmeccanici sottolineano che “le vertenze pre-contrattuali sono ormai diffuse in tutte le principali aziende metalmeccaniche del Paese; tali vertenze fanno seguito alla stipula di un accordo separato non sottoscritto dall’organizzazione che rappresenta la maggioranza assoluta degli iscritti ai sindacati e degli eletti nelle Rsu, e neppure sottoposto al voto dei lavoratori interessati.” “Peraltro - prosegue la nota della Fiom -, le vertenze pre-contrattuali seguono sempre consultazioni democratiche dei lavoratori che approvano con un referendum le richieste da presentare alle aziende. In tutte le imprese ove sono in corso le vertenze, la maggioranza assoluta dei dipendenti ha approvato a voto segreto la piattaforma presentata dalla Fiom. E’ per questo che tali vertenze stanno registrando un rilevante successo con più di 220 aziende, per quasi 40 mila metalmeccanici, che hanno già sottoscritto intese specifiche. Si tratta quindi di intese che hanno registrato il consenso di entrambe le parti.” “E’ incredibile - dichiara la Fiom - che un ministro responsabile dei Rapporti con il Parlamento, che dovrebbe quindi essere ben consapevole dei principi della democrazia, ignori questi principi e chieda l’intervento delle forze dell’ordine contro i lavoratori in sciopero, rispolverando così anni bui della storia delle lotte del lavoro.”

Ma Giovanardi insiste: 'Ho doverosamente richiamato l'attenzione del ministro degli Interni sulle ripetute, circostanziate denunce pervenutemi da associazioni di categoria e singoli imprenditori circa azioni di blocchi stradali, picchettaggi, intimidazioni e minacce portate avanti in alcune province dell'Emilia Romagna da aderenti alla Fiom'. Ad appoggiare la sua iniziativa è il sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi, secondo il quale essa ha il merito di avere 'richiamato l'attenzione su quelle poche imprese che, avendo la sfortuna di essere localizzate in determinati contesti e la fortuna di avere un andamento favorevole nonostante la bassa crescita del paese, sono oggetto della campagna Fiom per contratti aziendali alternativi a quello nazionale'. Secondo Sacconi, i contenuti di questi precontratti sono 'la negazione totale degli accordi sulla politica dei redditi del '93, impongono l'assoluta rinuncia alle opportunità della legge Biagi'.

La Fiom, ad ogni modo, non ha intenzione di desistere. I precontratti, conferma, si stanno diffondendo in tutta Italia: 'Spesso molte aziende - ricorda il segretario nazionale, Giorgio Cremaschi - firmano e ci chiedono l'anonimato per paura di ripercussioni sulle commesse. Le vertenze ormai toccano le principali aziende e dimostrano che la scelta di fare accordi senza il consenso dei lavoratori è stato un errore per le imprese'. Intanto alcuni deputati dell'Udc hanno chiesto al Governo di agire contro le 'azioni intimidatorie e minacciose nei confronti delle imprese metalmeccaniche dell'Emilia Romagna' da parte della Fiom. Anche An ha presentato un'interpellanza urgente al governo su 'continue manifestazioni sindacali organizzate dalla Fiom che hanno lo scopo di obbligare gli imprenditori locali a sottoscrivere un contratto alternativo a quello sottoscritto a livello nazionale'.

Al momento sono 1.500 le vertenze aperte dalla Fiom-Cgil in tutta Italia, con 350.000 lavoratori coinvolti. Gli accordi raggiunti sono 250 e prevedono un aumento contrattuale fra i 120 e i 130 euro. A Torino le vertenze aperte fino ad oggi sono 230 con 59.300 lavoratori coinvolti su circa 150.000. Altre cinquanta saranno aperte nei prossimi giorni, in 40 sono in corso trattative e in un'ottantina forme di lotta.

(23 ottobre 2003)

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