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Rifugiato o clandestino?

Rifugiato o clandestino

(5 Aprile 2011) Enzo Apicella

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(La tolleranza zero)

Uomo in coma dopo pestaggio. Far West a Milano. Scappare, certo, ma per andare dove?

(12 Ottobre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.comunistiuniti.it

Ieri un uomo è stato massacrato di botte dopo aver investito il cane di un tizio. In condizioni gravissime i medici probabilmente dovranno intervenire sulla sua scatola cranica, piena di riversamenti di sangue. Un centinaio di persone hanno visto, assistito, solo cinque hanno parlato. Uno di questi è stato minacciato. All'altro hanno bruciato l'auto. Un fotografo è stato colpito in faccia da due persone con il solito, utilissimo, manico di scopa: acciuffati dai poliziotti, una decina di residenti hanno iniziato a protestare contro gli agenti. E' mica successo a Forcella, ai Quartieri Spagnoli di Napoli, allo Zen di Palermo? No, è successo a Milano, la “civile” Milano. Ma poteva succedere, a dirla come quei pirla della Lega, nell' “incivile” Napoli o nella “parassitaria” Roma. E' invece capitato al Nord e non c'è un perché particolare. Ce n'è uno, invece, tutto generale: Milano fa paura; Napoli, Roma, l'Italia intera fanno paura. Questo modello sociale fa paura. Il livello di brutalità sociale spaventa: puoi morire per un parcheggio conteso, per uno sguardo di troppo, perchè tifi per la squadra sbagliata o semplicemente perché ti trovi a passare in un posto e stai in mezzo ad una zuffa. Muori in un cantiere, andando al cantiere, tornando dal cantiere, pulendo una cisterna, di tumore al cervello perchè fai l'operatore telefonico, di mesotelioma perchè hai respirato amianto. Puoi morire, essere ucciso all'improvviso (ma anche uccidere, perchè così ti dice la testa), ovunque: in città come in campagna, al mare come in montagna. Un lavoro violento perchè non lo vuoi fare, non ti piace, sei costretto a farlo per campare, un lavoro che non c'è, un lavoro che hai perso, un'educazione concorrenziale, una famiglia ai margini come una integrata ma bigotta, borghese e fascista, i torti personali subiti, le angherie, le frustrazioni, i lutti, gli infortuni, le malattie dei figli che non puoi curare perchè non hai soldi, le violenze in galera, la violenza della galera, la mancanza di alternative alla monotonia di quartieri ormai pieni solo di pubs (rigorosamente con l'abbonamento Sky) e senza più programmi di cultura popolare, sono le condizioni oggettive ideali che alimentano ed esaltano egoismo, giustizia casalinga, personali manie di prepotenza e vigliaccherie sparse di“cittadine/i al di sopra di ogni sospetto”. "Lo conoscevo, mi sembrava un tipo a posto, uno tranquillo", si sente dire spesso dopo un fatto di cronaca nera. Ma si sente anche: "Lo conoscevo, era un tipo tranquillo ma da quando ha perso il lavoro non era più lo stesso". Il terrore si annida dietro gli insospettabili come dietro i sospettabilissimi emarginati. La violenza accampa. Se sei donna, poi, il rischio raddoppia. Puoi morire, oltre che sul lavoro e per strada, anche in famiglia, vittima di femminicidio, come è successo a Sara, ammazzata ed oltraggiata dallo zio, per il quale era semplicemente un oggetto sessuale.

Fa impressione (e paura) leggere, su “La Repubblica Milano” on line, pezzi delle 178 riflessioni lasciate dai lettori a commento dell'impresa pugilistica del pazzoide milanese: “al mio cane voglio un bene dell'anima,ma non lo paragono certo alle mie figlie,un bambino è un bambino un cane è un cane”, lasciando forse intendere che il pestaggio non sia ammissibile se c'è appena un cane di mezzo: certo, se invece fosse un figlio....; “Siamo alle solite. Tutti contro tutti. Non sarebbe ora che i proprietari di cani rispettassero le regole!! (guinzaglio e museruola)”.

C'è poi chi chi ci ricorda come “questo dimostra solo una cosa CHE NON C'è SORVEGLIANZA!! uno va come un folle,investe uno stupido cane e un altro lo ammazza,CHE BEL PAESE! se ci fossero stati degli agenti l'avrebbero fermato prima e sarebbero salvi sia lo stupido cane che il taxista! per il balordo con precedenti ergastolo a lui e al giudice che non lo tenne in galera in precedenza!” e chi, invece, è pronto a scommettere che “secondo me è logica conseguenza del comportamento solito dei tassisti. Chiunque viva a Milano sa che i tassisti sono pericolosissimi. Corrono velicissimi, passano tranquillamente con il rosso. Non conoscono strisce o altre regole. Per me questa è la logica conseguenza di un comportamento "normale". Poi riesco anche a immaginare la scena... "Il tassista è sceso spaventato, ha cominciato a dire: non sono stato io"" Certo... ti hanno visto tutti... E la prima cosa che dici è che non sei stato tu???? Te la sei meritata. Scommetto che se scendeva e si scusava veramente non sarebbe successo nulla”.

Largo a chi comprende le ragioni del proprietario del cane: “E' comprensibile la reazione dei padroni, è stato sfortunato il tassista a cadere sul marciapiede con la testa... e comunque assurdo pensare di dare un manganello [proposta leghista] ad un tassinaro... uccide un cane, scende e picchia i proprietari per difendersi?? ma per favore”, “I tassisti guidano come dei pazzi e spesso ho rischiato di trovarmeli addosso e di fare un incidente a causa loro, se in piu' mi uccidono il cane.....be' chi non lo avrebbe preso a pugni scusate????????? e niente buonismi” ; quelle, giuste, dell'incolpevole cane: “Qualcuno vuole spendere una parola per povero cockerino? Se fosse stato investito un bambino si sarebbe già sollevato il paese. E vogliamo anche dire che come la maggior parte degli incidenti si poteva forse evitare se il tassista fosse andato un po' più piano? La prepotenza di chi è al volante è spesso sconfinata e non ci sono vigili che osino rincorrere chi si crede in autostrada, sono troppo impegnati a far cassa multando per divieto di sosta”; quelle dei ciclisti, dei poveri cani, dei poveri tassisti e della povera Milano: “Sono ciclista e vado a lavorare in bici, sono stato investito 2 volte da due tassisti, una volta mi hanno travolto alle spalle e un altro mi ha tagliato la strada. In un altra occasione ho clacsonato un tassista che viaggiava in piena circonvallazione a 30km/h in mezzo alla strada mentre parlava al cellulare, per risposta mi ha detto che loro sono autorizzati ad usare il telefono mentre guidano....... Con questo non voglio dire niente ma se tutti si calmassero un pò forse queste cose non accadrebbero. Povero cane, povero tassista e povera milano oramai invivibile.....e dei luminari dell'analogia: “Giustissimo equiparare il cane ad un bambino piccolo in quanto, un cucciolo d'uomo ha più o meno le stesse reazioni di un animale in quanto non ha ancora sviluppato a sufficienza le doti del cervello ma, proprio per questo visto che entrambi si basano sull'istinto la responsabilità di entrambi ricade su chi ne fa le veci, nel caso del bimbo sui genitori, nel caso dell'animale su chi lo gestisce. Troppo facile scaricare la responsabilità sugli altri semplicemente perchè è molto più comodo non farsi strattonare dal cane o arrestarsi quando lui annusa a destra e manca ma quando uno prende un animale dovrebbe sapere che non acquista un peluche di pezza da gestire a proprio piacere ma che si assume "una responsabilità", oggetto, per molti italiani, sempre di competenza di.......altri”.

C'è poi chi coglie un'interessante similitudine tra forme diverse di omertà e nel dibattito con un altro commentatore dice questo: “Fai dei ragionamenti molto elementari e pieni di luoghi comuni. L'omertà è molto più estesa di quello che tu affermi. Ho lavorato per una grossa compagnia per molti anni e ho assistito a cause di lavoro contro l'azienda di cui facevo parte. Ebbene, con mia grande sorpresa, ogni volta che bisognava testimoniare a favore del lavoratore (anche per casi non gravi) era un fuggi fuggi generale per non "compromettersi" nei confronti dell'azienda. Le persone coinvolte appartenevano a TUTTI i ceti sociali indistintamente e questo accadeva nella "civilissima" Roma, in una "civilissima" azienda. Ed erano le stesse persone che, criticavano senza alcun ritegno il vecchietto di Corleone o di Orgosolo che davanti alle telecmere affermava che la mafia non esisteva”.

Concludiamo questa carrellata con le due perle maggiori. C'è il formalista neocategorista “antilegaiolo” secondo il quale “L'aggredito sarebbe potuto essere un automobilista QUALSIASI, il caso ha voluto che fosse un tassista. Il caso perciò non riguarda la categoria "taxisti" ma la categoria "automobilisti". Ma i legaioli sciacalli strumentalizzano come sempre a fini elettorali. Schifosi!” e c'è il sociologo araldico neorazzista, che puntualmente ci smentisce: “Basta dire che Milano è come Napoli o Reggio Calabria! Questi episodi di violenza, prepotenza, strafottenza verso la Legge ed omertà sono tipici dei meridionali. Infatti Ciavarella [il nome dell'aggressore] è un cognome del foggiano. Non me ne frega niente di essere tacciato di razzista, è la pura e semplice verità e negarlo è ipocrita e ridicolo. Gli Italiani del Nord non arrivano a questi estremi di inciviltà, la periferia milanese ha cominciato ad essere un posto pericoloso con l'arrivo dei meridionali 50 anni fa. Quando ero bambino (metà anni '80) i bulletti pericolosi di 15-18 anni che giravano coi coltellini erano tutti tutti tutti figli di meridionali. Tutti. E lo dico da milanese figlio di napoletani - brave persone come la maggior parte venuta su, ma la maggior parte non sono tutti. Dovrebbero mandare un battaglione di Carabinieri, rastrellare sta gentaccia e fargli fare un pò di ferie a Opera o Bollate. E' inammissibile che il quartiere sia ostaggio di questi cialtroni fancazzisti”.

Ce n'è abbastanza per chiedere di scendere dalla barca che affonda. Ma per nuotare verso dove? Forse é meglio parlare delle pericolosissime uova tirate in faccia alla Cisl, dei fumogeni, della vernice. Rimaniamo allegri.
Francesco Fumarola

www.comunistiuniti.it

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