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Suora Pronobis

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(10 Settembre 2011) Enzo Apicella
Maurizio Sacconi spiega l'articolo 8 della Manovra (quello sui licenziamenti senza giusta causa) con l'esempio delle suore violentate: "basta dire di no"

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Comunicato su sciopero 18 ottobre alla Billa (ex Standa)

(20 Ottobre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.sicobas.org

- ore 5,30: una cinquantina di persone, i primi a giungere a Villamaggiore si muovono dalla stazione dei treni per andare davanti agli adiacenti cancelli del polo logistico dentro il quale hanno sede i magazzini BILLA (ex Standa), appaltati alla cooperativa C.L.O. (Cooperativa Lavoratori Ortomercato che, con oltre 2000 dipendenti, é la stessa che gestisce una buona fetta dell'ortomercato milanese di via Lombroso).

- In totale hanno partecipato al picchetto quasi centodieci persone così suddivise: 30 operai della C.L.O, 30 operai delle cooperative che operano a Brembio, Liscate, Settala, Varedo e i licenziati di Cerro Al Lambro, 50 militanti esterni (tra S.I. Cobas, Vittoria e "area comitato").

- Dalle 5,30 alle 9,00 sono stati bloccati i due cancelli sia quello dei camion in uscita (diversi autisti si sono mostrati solidali) che, soprattutto, quello dei mezzi in entrata (una trentina con una coda di circa un km).

- I capi della cooperativa, come contromossa, hanno prima cercato di accumulare forza tra gli operai "intenzionati" (cioè non del tutto spontaneamente) a entrare, poi dopo qualche ora hanno deciso di deviare i camion in coda verso alcuni siti limitrofi per evitare danni ulteriori
- Verso le 9,30, a fronte di una presenza assai scarna di forze dell'ordine (due macchine dei carabinieri), sono sopraggiunti diversi caporali agguerriti provenienti da altre sedi operative della C.L.O., oltre ad alcuni responsabili della stessa cooperativa. Prima dell'arrivo in forze di Digos, celerini e altri carabinieri (circa 90 sbirri), i caporali sono riusciti a provocare il picchetto. Ne sono conseguiti tafferugli utili ad una ventina di crumiri per infilarsi nelle maglie del picchetto, spinti all'interno dai loro capi-squadra.

- Alle 10,30 si è quindi svolta un'assemblea conclusiva, con l'intervento di diversi operai, in cui sono stati sottolineati i seguenti punti essenziali
* La lotta ha obiettivi economici (contro il cottimo, il declassamento di livelli e il furto dell'indennità mensa) e sindacali (contro il potere burocratico e corrotto dei confederali, per un "sindacato operaio").

* Oltre a questi sacrosanti obiettivi si tratta di praticare una lotta per la difesa della dignità operaia, cioè per la sconfitta di un sistema neo-schiavista intollerabile.

* A due anni di distanza dagli scioperi spontanei del 2007 (cui fece seguito la repressione aziendale concordata coi confederali con licenziamenti, trasferimenti e Cassa Integrazione si è fatto oggi un passo avanti per ricostruire l'unità necessaria a proseguire ed estendere l'unità dal basso.

*si chiudeva l’azione di lotta dopo la promessa del Direttore Bonomi, tramite intermediazione della Digos, di un incontro per discutere la piattaforma proposta dal S.I.COBAS.

Durante l'assemblea stessa è stato lanciato l'appuntamento di sciopero nazionale del 29 ottobre (riunione "cittadina" a tal proposito prevista per giovedì nel tardo pomeriggio) e ci si è inoltre accordati per un rapido tam-tam di fronte ad eventuali azioni di ritorsione nei confronti degli scioperanti.

- Gli operai in sciopero hanno deciso infine di non rientrare al lavoro dopo la rimozione del picchetto e di restare davanti alla fabbrica ad attendere gli operai dei turni successivi (2° turno con inizio alle 13 e 3° turno con inizio alle 19) per verificare le possibilità di estenderlo ulteriormente e cioè di perseguire uno degli obiettivi fondamentali della giornata.

Considerazioni e valutazioni ulteriori verranno eventualmente sviluppate nelle prossime riunioni ma, in sintesi, si può dire che gli obiettivi basilari della giornata siano stati raggiunti.

COORDINAMENTO IN SOLIDARIETA’ CON I LAVORATORI DELLE COOPERATIVE.

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