">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

Nel "giardino di casa" degli USA

Nel giardino di casa degli USA

(5 Ottobre 2010) Enzo Apicella
Elezioni presidenziali 2010. Il Brasile si sposta a sinistra.

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

  • Domenica 21 aprile festa di Primavera a Mola
    Nel pomeriggio Assemblea di Legambiente Arcipelago Toscano
    (18 Aprile 2024)
  • costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

    SITI WEB
    (Americas Reaparecidas)

    Bolivia e alternativa socialista. Quando l'indigenismo è questione di classe

    (23 Ottobre 2010)

    L'analisi di un processo di trasformazione sociale che presenta cospicue peculiarità.



    1. Indipendenza,rappresentanza politica e potere di classe
    La sinistra eurocentrica continua a guardare all’America Latina solo in funzione delle opportunità di mercato che offre e mai per i chiari messaggi politico-sociali che invia, cioè il gran potenziale dei movimenti sociali che sono stati in grado, ad esempio in Bolivia, Venezuela, Ecuador, oltre alla tenuta storica ed eroica del socialismo a Cuba, di sostituire le idee economiciste del sistema attuale del capitale con quelle di solidarietà umana, internazionale e anticapitalistica che sta configurando i processi per e nel Socialismo del XXI secolo.

    Ad esempio il MAS-IPSP ( Movimento al Socialismo –Strumento Politico per la Sovranità dei Popoli) in Bolivia è stato in grado di contrastare il potere politico ed economico e della cultura del profitto, dei precedenti governi neocolonialisti, o di un ipotetico schieramento progressista ma nei fatti neoliberista, andando a realizzare un miglioramento delle condizioni umane e ambientali del lavoro, attuando un autonomo processo di transizione al Socialismo.

    Ciò è stato possibile attraverso l’articolazione di un vero e proprio strumento politico, cioè il MAS, che è stato in grado di creare un sodalizio fra i movimenti sociali e le loro lotte contro le privatizzazioni dei beni comuni, e le lotte e l’educazione dell’alternativa proposte storicamente dai popoli indigeni originari, coniugandole con l’iniziativa politico-sindacale proveniente dai cocaleros, dai mineros e da tutte le strutture e organizzazioni politiche che storicamente in Bolivia si sono poste sul terreno del conflitto anticolonialista e antimperialista.

    Ciò ha dato maggiore impulso ed organizzazione al conflitto sociale ponendo al centro i bisogni reali delle varie componenti del popolo lavoratore boliviano portando alla vittoria di Evo Morales e del MAS, rafforzando l’indipendenza dei movimenti sociali e contadini e dando nuovi elementi e nuovo impulso a forme politiche ed economiche di una solidarietà più ampia che supera i confini contadini e si realizza soprattutto con altri gruppi di lavoratori nelle loro diversità e complessità, dagli operai ai minatori, agli artigiani,agli Aymaras urbani e delle metropoli che si stringono in relazioni culturali, sociali e politiche con i propri fratelli della campagna.

    Già da metà degli anni ’90 per valorizzare la propria storia e la propria identità, la propria cultura che si oppone allo sfruttamento del modo di produzione capitalista sulla natura, che i popoli originari insieme alle organizzazioni storiche, politiche e sindacali della sinistra sociale e di classe hanno ripreso l’iniziativa di lotta e di governo per un cambiamento radicale all’interno del proprio paese.

    Ed è proprio in questo ciclo ascendente di lotte che si è sviluppato in forme diversificate, che il MAS guidato dal dirigente sindacale cocalero Evo Morales Ayma si è mosso su un terreno di lotte sociali e politiche che si sono trasformate in Governo.

    Alle politiche neoliberiste il MAS ha saputo opporre una vera e propria lotta per l’autodeterminazione ed anche per la “sovranità alimentare”, ossia la possibilità per tutti i lavoratori di definire e tracciare attraverso le proprie organizzazioni di base le politiche di produzione e quelle di distribuzione degli alimenti, con il rispetto delle diverse culture e tradizioni educative che caratterizzano i diversi popoli valorizzando anche le forme di produzione adottate dalle popolazioni indigene come la difesa della foglia di coca che si coniuga al grande ideale della dignità e sovranità della Bolivia nazione.



    2. L’ indipendenza dei movimenti sociali e sindacali di base


    Il programma politico del MAS ha scelto prioritariamente di coinvolgere i movimenti sociali per autorappresentarli nella sfera statale, combinando cioè le lotte sindacali con le lotte e la cultura delle popolazioni originarie che, oltre ad avere in comune l’elevato livello di povertà, gli alti tassi di mortalità e di emarginazione sociale, si distinguono per la loro antica cultura solidaristica, la loro educazione, comunitaria, per il rapporto privilegiato che hanno avuto da sempre con la natura con la terra, la Madre Terra, Pacha Mama.

    La capacità del MAS è stata proprio quella di dare espressione alla combinazione di politico e sociale, superando anche le forme cosiddette “democratiche” che però hanno continuato nell’esclusione della maggioranza nazionale indigena, proprio quella che si è opposta in maniera più diretta e dura al modello neoliberista delle privatizzazioni delle imprese statali e alla perdita di sovranità nazionale sulle risorse naturali come il gas e il petrolio. E’ così che il MAS ha saputo riportare le lotte dei popoli originari su un terreno politico di classe, unendo alle lotte degli altri settori di lavoratori per continuare insieme la battaglia capace di evitare lo sfruttamento senza regole dei loro territori da parte delle grandi imprese multinazionali del mondo cosiddetto “emancipato”, “sviluppato”, cioè quello dello sviluppismo quantitativo e consumista del capitale.

    E’ il concetto di una Bolivia degna, sovrana e produttiva per il Vivir Bien che fa parte del programma del Movimento Al Socialismo (MAS), un movimento strumento politico per la sovranità popolare che ha saputo portare il primo indios alla Presidenza della Repubblica.

    Il concetto educativo e politico fondamentale di questa filosofia andina e amazzonica del Vivir Bien si basa su una idea di convivenza comunitaria; l’indigenismo identifica tale paradigma con il piacere del vivere in armonia con la Madre Terra.

    Tale continuità culturale significa esplicitazione da parte del MAS di un modello politico che pone al centro le lotte dei popoli naturali e delle organizzazioni di classe dei contadini e degli altri lavoratori con una pratica politica che è anche dimostrata dalle forme cosiddette di istituzioni di reciprocità, dove il soggetto non è la collettività in quanto tale ma l’interscambio di beni, servizi ed energia fra unità familiari individuali e ciò vale anche a livello intercomunitario. Il MAS ha saputo riportare a protagonismo politico anche il senso comunitario del popolo Aymara, dimostrato non solo dal ruolo delle assemblee e delle decisioni comunitarie o dalla centralità dell’istituzione del lavoro e dell’aiuto reciproco, anche per quanto riguarda le necessità primarie dell’interscambio di beni alimentari ed energetici, ma anche per la cosiddetta solidarietà emotiva, spirituale, anche relativa alle feste, alle cerimonie rituali e religiose, ai legami di gruppo, alle decisioni collettive in chiave redistributiva e le continue interazioni comunitarie anche in campo non direttamente economico attraverso istituzioni di reciprocità.2

    L’alternativa che propone questo movimento sostiene concetti di classe, e critica il modello politico-economico ed educativo occidentale che non pone al centro di tutto l’uomo, come figlio di Pacha Mama, in quanto parte della natura ma piuttosto gli interesse materiali del profitto, dell’accumulazione, dello sfruttamento dell’uomo e della natura.

    Ecco come lo studio e lo sviluppo di teorie legate a pratiche di lotta sociale indirizzate dall’organizzazione come “strumento politico” per l’alternativa siano il congiunto per la critica dell’economia applicata del capitale e per costruire invece la transizione al Socialismo. Ciò è possibile a partire da una economia socio-ecologica politica come supporto e interscambio di esperienze con i movimenti di lotta internazionali dei lavoratori; in un intrecciarsi di teoria e pratica della lotta di classe, dove la contraddizione capitale-natura è assunta tutta dentro le dinamiche del conflitto capitale-lavoro, per il superamento del modo di produzione capitalista nella costruzione concreta dei percorsi del Socialismo nel XXI secolo.

    Una cultura e una educazione, quindi, del “vivir bien del socialismo comunitario”, in armonia con la Madre Terra, come la definisce il MAS in piena sintonia con il movimento indios boliviano; un’economia socio-ecologica politica che si coniuga ai processi di lotta che uniscono le varie forze sociali in un’alleanza in grado di organizzare i lavoratori e gli sfruttati per costruire una nuova idea di sinistra anticapitalista.

    Si tratta quindi di un vero e proprio processo di transizione che deve garantire equità, redistribuzione della ricchezza nella giustizia sociale, salari minimi dignitosi, sanità, alloggi e diritti sociali, economici e civili per tutti, vera protezione ambientale, diritto all’indipendenza economica, sociale e politica , per una alternativa socialista allo sviluppo capitalista,.


    3. Centralità dalla soggettività politica per costruire la transizione


    Le pratiche di lotte sociali e sindacali che convergono nello strumento di rappresentanza politica del MAS,forniscono chiari esempi di come fare politica del e con il popolo e come questa crea i presupposti per prendere e tentare con determinazione di difendere nel tempo il potere politico, con una netta configurazione di classe, con la contaminazione fra cultura marxista e cultura indios, nella costruzione di una globalizzazione dell’armonia solidale, contro lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, contro la distruzione della natura,in difesa dell’umanità tutta. I successi del MAS sono quelli dei movimenti contadini, di lotta e di azione diretta nel bloccare le privatizzazioni, nel mettere in fuga molti regimi neoliberisti nella Nuestra America e sono proprio basati sul fatto di essere legati ai bisogni della gente, ai bisogni dei lavoratori, contadini ed operai organizzati sul terreno del conflitto di classe.

    La sete di giustizia sociale, la capacità di costruire nuove forme di democrazia partecipativa stanno dando l’impulso alla maggior parte dei governi dei paesi della Nuestra America per avviare un nuovo percorso dove al centro della scena politica si collocano i lavoratori, imperiosamente, la natura e il popolo indigeno, la maggioranza silenziosa da secoli sottoposta a condizioni di sfruttamento inumane e ora diventati soggetto dirigente dei processi di trasformazione politica e socio-economica in atto nei percorsi reali del Socialismo nel XXI secolo.

    Un’America Indio –Africana che nei percorsi del Socialismo nel e per il XXI secolo sta sperimentando una transizione di alternativa al capitalismo coniugando esperienze, culture, politiche, modelli educativi socio-ambientali e pratiche socio-economiche del socialismo comunitario, con il socialismo bolivariano del Venezuela e il socialismo martiano e marxista che ha ancora oggi il punto di riferimento più alto a Cuba.

    La scommessa sulla possibilità di far partire il percorso del Socialismo del XXI secolo in tutta Nuestra America si gioca proprio sull’asse Cuba-Venezuela-Bolivia. E anche tale considerazione non può essere basata su un sentimentalismo nostalgico rivoluzionario, caro a tanta cultura di sinistra eurocentrica che dice di appoggiare le rivoluzioni lontane da casa propria e poi accetta e spesso promuove le sostenibilità del modernismo sviluppista, di un incompatibile e inesistente capitalismo temperato a carattere sociale.

    Solo muovendosi sulle linee guida di Cuba, del Venezuela, della Bolivia,e di altre interessanti e pungenti sfide come quella dell’Ecuador e di tutta l’area dell’ALBA, che con le loro particolarità segnano la nuova primavera socialista di Nuestra America, le riforme parziali possono essere consolidate in programmi di trasformazione strutturale e radicale, le tattiche e le lotte per rivendicazioni parziali misurarsi nelle vere e praticabili strategie per il superamento del capitalismo capaci di esprimere quella soggettività politica che avanza nella costruzione reale del progetto del Socialismo nel e per il XXI secolo.




    Il presente articolo uscirà sul prossimo numero della rivista del PRC "Su la testa".

    Luciano Vasapollo, direttore della rivista Nuestra America

    4780