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20.10.10 - Bancari: NO all'accordo in Unicredito

(22 Ottobre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.rete28aprile.it

Mercoledì 20 Ottobre 2010 20:56
Dopo Banca Intesa anche nel gruppo Unicredito si è chiuso un accordo (unitario questa volta) che rivede e peggiora gli impegni assunti in precedenza e negativo per i lavoratori del credito. (...)

Per la prima volta l’autonomia della delegazione trattante è stata minima, visto che le decisioni dell’accordo sono state “assunte” direttamente a livello centrale. E’ stato siglato l’accordo e le intese con le aziende sarebbero state concordate direttamente con i segretari generali, costringendo i delegati del gruppo a dover rispettare accordi già presi.

Purtroppo questo accordo è negativo perché chiude definitivamente la stagione degli esodi volontari in Unicredito e potrebbe condizionare tutti gli altri gruppi ed aziende generalizzando l’obbligatorietà di accesso al pensionamento pena il licenziamento in caso di non raggiungimento del numero di esuberi previsti.

I peggioramenti riguardano anche l’ingresso di nuovo personale che si vedrà non applicato un pezzo rilevante del CIA.

Nel merito le 3.000 uscite previste saranno volontarie fino al 15 novembre p.v., dopo 10 giorni di attesa e dal 26 novembre, diventeranno obbligatorie visto che le OO.SS. hanno dato la disponibilità ad aprire un tavolo che prevede la procedura di mobilità (legge 223/91). Qualora fosse effettivamente applicata la legge si creerebbe un paradosso che prevede licenziamenti da una parte ed assunzioni dall’altra.

Temiamo che questo accordo creerà situazioni difficili ed una miriade di vertenze, che offuscheranno l’azione del sindacato agli occhi dei lavoratori, sia in azienda che sul territorio nazionale.

L’accordo sottoscritto genera un saldo occupazionale negativo, tra l’altro con sostituzione di lavoratori in essere con futuri lavoratori con meno diritti e salario.

Le OO.SS. hanno siglato un brutto accordo che ci auguriamo venga sottoposto al vaglio dei lavoratori con assemblee. Peccato che all’assemblee parteciperanno principalmente i lavoratori non toccati dall’accordo e non certamente i nuovi assunti che non hanno voce in capitolo.

In finale ci sembra che questo accordo nella sostanza segua quello negativo di Banca Intesa, che sommati potrebbero portare grossi problemi al prossimo rinnovo del CCNL, in particolar modo, per quanto riguarda il salario d’ingresso.

Ancora una volta accade che il punto di vista aziendale e le difficoltà operative sarebbero colpa del costo del lavoro e non invece delle scelte strategiche della dirigenza, i cui risultati ricadono sui lavoratori (e sulla clientela) che si trovano a dover pagare il prezzo della crisi.

Roma, 20 ottobre 2010

Canti Daniele Direttivo nazionale Fisac/Cgil
Giannini Luigi Direttivo nazionale Fisac/Cgil
Maiorano Antonio Direttivo nazionale Fisac/Cgil
Pozzi Angelo Direttivo Nazionale Fisac/Cgil
Cornelli Claudio Direttivo Nazionale Fisac/Cgil
Barbiani Simona Direttivo Nazionale Fisac/Cgil
Scocca Massimo Direttivo Nazionale Fisac/Cgil

www.rete28aprile.it

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