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(23 Settembre 2010) Enzo Apicella
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(31 Ottobre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in medioevosociale-pietro.blogspot.com

Nascono iniziative "sudiste" di diversi tipi suscitate dallo sdegno che la lega Nord ha provocato nell'animo dei meridionali per il secessionismo motivato dalla necessità di restituire ai "padani" le loro risorse saccheggiate da Roma Ladrona e dal Sud fannullone e mafioso. Ci sono iniziative legate all'anniversario dell'unità d'Italia che vogliono mettere in luce una controstoria del Risorgimento che, nel sud, sarebbe stato sopratutto occupazione coloniale con massacri spaventosi occultati dalla storiografia ufficiale. Una parte di queste iniziative sono legate ad una rivalutazione del Regno Borbonico che viene descritto come migliore ed assai più ricco del Piemonte dei Savoia. A parte la nostalgia per Re Ferdinando e per la sua corte discutibile almeno per l'analfabetismo e la miseria a cui i feudi della nobiltà condannavano la popolazione quasi tutta contadina, questo movimento ha il grande merito di porre il problema della riscrittura della storia d'Italia e della volontà di rimuovere il pregiudizio di una inferiorità della popolazione del Sud ancora largamente diffusa nel Nord. E non mi riferisco soltanto ai leghisti ma anche ad progressisti come Corrado Augias che non molto tempo fa citava Leopardi che attribuiva i difetti dei napoletani al clima, una tesi questa inventata dagli illuministi che ritenevano le popolazioni del sud preda dell'indolenza a causa del caldo. Un po' lo stereotipo del messicano in perenne sonno sotto un sombrero grandissimo che lo ripara e quasi gli fa da tetto. La descrizione dei meridionali come subumani ignoranti ed asociali serviva agli ufficiali dei Savoia per spingere i bersaglieri a massacrare
uomini,donne e bambini durante le loro scorrerie rivolte ad assicurare il monopolio del potere del nuovo Stato unitario contro il "brigantaggio" e le continue rivolte. Se chi si uccide appartiene a qualcosa di infimo di inferiore non si prova rimorso e meno che mai dolore.
Le altre iniziative "separatiste" c he vorrebbero creare ed hanno già creato un partito come l'MPA nascono all'interno del ceto politico governativo della destra ed esprimono malcontento o calcolo per come sono andate le cose. Berlusconi ha privilegiato l'asse con Bossi ed attraverso Tremonti ha bloccato ogni aiuto al Sud tranne quello assicurato dalla UE. Un membro del governo Berlusconi come Miccichè ha fondato un Partito del Sud radunando i rappresentanti del blocco sociale dei "moderati" e della destra siciliana e spingendoli a distinguersi dal PDL nel PDL. Allo stato e fino a quando Berlusconi sarà in sella questa iniziativa non sarà molto di più di una distinzione nell'ambito della stessa fede politica. Una scimmiottatura della DC bavarese. Intanto dopo Lombardo anche Miccichè ha messo il cappello sul progetto di un partito per il sud che diventi speculare alla lega Nord.
Personaggi politici come Miccichè (che si vanta di avere assicurato a Berlusconi 61 seggi su 61 lasciando fuori l'opposizione) e Lombardo non hanno una parola di autocritica per la loro ventennale partecipazione di primo piano a centro destra nazionale di cui portano tutte le responsabilità politiche. Inoltre non dicono una parola sul come è stata amministrata la Sicilia e sul fallimento finanziario della regione.
Non si deve e non si può prescindere dallo stato di terribile prostrazione della Sicilia a causa del concorso della fine del welfare e dello sperpero delle risorse locali. La Sicilia ha avuto disponibilità finanziarie enormi che sono state tutte inghiottite dall'ameba del blocco sociale di centrodestra. Ora è indebitata ed amministrata da un Governo e da una Assemblea che costano in modo scandaloso. Tutto quello che possiede la Sicilia è diviso tra una Oligarchia Politica voracissima e le sue cortigianerie che hanno privatizzato ed ingessato la regione. Lo scandalo di una regione sommersa dalle immondezze deriva da scelte di gestione che ne hanno affidato ai privati la gestione.
Il fallimento della Sicilia non è un fatto isolato: fa parte del fallimento di tutte le esperienze regionalistiche avviate oggi irresponsabilmente al federalismo. Fino a quando ci saranno queste regioni non ci sarà benessere e sviluppo nel sud. La prima cosa che un movimento progressista dovrebbe proporsi è una drastica riforma della politica e l'abolizione di queste regioni che ne mantengono un ceto indecente per privilegi ed incapacità.
Purtroppo i meridionali sono stretti in una morsa: non hanno alcun riferimento serio nei partiti e nei movimenti nazionali e non possono contare su regioni come punti di aggregazione e di sviluppo di una nuova fase che porti a migliorare lo stato delle cose.
Lo sfascio del welfare che in qualche modo garantiva qualche sbocco la soppressione di trecentomila posti di lavoro nella pubblica amministrazione, i licenziamenti nella scuola, la fine dei contratti di lavoro che garantivano minimi salariali, la privatizzazione dei servizi , aggravano la situazione attuale e incubano un malessere sociale che nessuno però è in grado di incanalare verso sbocchi accettabili.
Ma il Partito proposto da Miccichè non riguarda la "nazione" meridionale ma soltanto le clientele scontente del berlusconismo e che si agitano nel tentativo di acchiappare ancora qualcosa o di imbarcarsi in una impresa più redditizia.

Pietro Ancona

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