">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Comunisti e organizzazione    (Visualizza la Mappa del sito )

Italiani!

Italiani

(15 Agosto 2012) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Memoria e progetto)

Per una nuova stagione politica, alternativa al centrosinistra e contrapposta alle destre.

(10 Novembre 2010)

Le compagne ed i compagni che sottoscrivono il testo che segue condividono il convincimento che la fase politica che si è aperta nelle ultime settimane sia caratterizzata da alcuni elementi molto precisi:

- La crisi politica del Pdl si presenta come una crepa nel potere “assolutista” di Berlusconi; la rottura con Fini e con Futuro e Libertà è avvenuta su elementi del programma di governo, sulla gestione del Pdl e sulla rappresentanza di settori economici e sociali differenti.
L’alleanza politica e programmatica tra il Pdl e la Lega Nord costituisce una seria minaccia democratica a più livelli. La questione democratica, quindi, non può più essere elusa, sottovalutata o ridimensionata.

- L’opposizione di altri settori del capitale italiano al governo, cerca una propria
rappresentanza politica più stabile che ha bisogno di tempo per realizzarsi ( di qui l’ostilità al voto subito) e guarda a settori politici interni sia alla destra che al centrosinistra, lavorando per ulteriori scomposizioni e ricomposizioni della rappresentanza.

- La politica economica del governo è tesa scientificamente a colpire i lavoratori/ci, gli
immigrati, e a favorire i ceti più abbienti, attraverso tagli alla spesa sociale, alla leva fiscale e a nessuna seria opera di contrasto all’evasione. Nonostante queste politiche impopolari non ci sembra di riscontrare nessun automatismo tra il peggioramento delle condizioni sociali ed economiche e la perdita di consensi del governo o almeno non ci sembra che ci sia una proporzione.

- Nella genesi della situazione attuale, enormi sono le responsabilità sia dei social-liberisti che della sinistra di alternativa: i primi, per non aver contenuto l’ondata berlusconiana quando i rapporti di forza lo permettevano ( bicamerale, conflitto d’interesse) e –prima ancora- per aver scelto con convinzione di dar vita ad un sistema politico maggioritario e bipolare, del quale oggi si vedono tutti i guasti; la seconda per aver partecipato a governi di centrosinistra del tutto incapaci di rispondere anche minimamente alle aspettative popolari, il che ha portato al dissolvimento di un patrimonio fatto di decine di migliaia di militanti, milioni di voti, una rispettabile presenza nelle istituzioni, nei movimenti, sui territori e nei luoghi del conflitto sociale.

- La situazione attuale, non realizzandosi in essa significativi spostamenti del consenso di massa verso questa o quella opzione, ha quindi natura transitoria , che può evolvere sia verso un compromesso interno alla destra, sia verso le elezioni anticipate.

- E’ necessario un movimento in grado di contrastare la crisi economica e le scelte padronali a partire dalla lotta promossa dalla Fiom. Partendo dal movimento contro la
privatizzazione del’acqua e dalla lotta della Fiom è possibile costruire un fronte sociale e politico contro la crisi per una reale ricomposizione di classe. E’ il compito della sinistra comunista ed anticapitalista, non più rinviabile.

Da quanto sopra detto ne discendono, secondo noi, conseguenze molto nette quanto all’agire politico dei comunisti e delle comuniste.

1) E’ necessario invertire la tendenza alla frammentazione politica della sinistra
comunista e anticapitalista. Bisogna promuovere e rafforzare il processo
ricompositivo tra i diversi soggetti politici esistenti.


L’unico tentativo, per questo apprezzabile, di ricomposizione a sinistra che si è avviato è quello della Federazione della Sinistra. Esso presenta però, a nostro avviso, i seguenti limiti:

- Una parziale, non generalizzata e per questo inadeguata elaborazione dell’esperienza negativa del governo Prodi e della stagione dei governi di centrosinistra, induce a un continuo tentativo di alleanze con il centrosinistra, che rischiano di svuotare e rendere privo di senso il progetto politico della trasformazione sociale, come abbiamo riscontrato in alcune scelte nelle recenti elezioni regionali e nelle incertezze iniziali manifestatesi in merito all’alleanza democratica e al patto di governo.

- Alcuni limiti di fondo nella definizione dei rapporti con le istanze di movimento, come si evince anche dal documento congressuale-

- Il primo congresso della Fds si svolgerà con uno statuto e un regolamento congressuale che la caratterizzano come un processo chiuso ed autoreferenziale, intorno a quel che rimane del suo fortemente ridimensionato peso istituzionale. Se così persistesse, il rischio che venga risucchiata definitivamente in una logica solo istituzionalista ed elettorale, con una deriva subalterna al Pd, è molto alto.

Questi sono i fattori determinanti che impediscono di suscitare particolari passioni ed adesioni di massa e che possono rappresentare un serio ostacolo allo sviluppo del processo ricompositivo.

Affinché il processo di costruzione della Fds non si areni immediatamente sulle secche del moderatismo e della subalternità e trovi invece maggior linfa ed attrattiva a sinistra, proponiamo che:

- La questione dell’autorganizzazione del movimento, a partire dai beni comuni e dalle lotte sociali contro la crisi, acquisti una maggiore rilevanza politica.

- La partecipazione all’alleanza democratica, nel caso d’elezioni anticipate e con questa legge elettorale, per battere le destre e Berlusconi, non deve essere vincolata alla eventuale maggioranza parlamentare. Non possono infatti esservi dubbi sulla incompatibilità tra il profilo programmatico del Pd e una politica alternativa di sinistra in grado di tutelare realmente gli interessi della classe lavoratrice. La linea che proponiamo è quella dell’alternatività al centrosinistra e della contrapposizione alle destre.

- La Federazione sviluppi una struttura plurale e federata, politicamente snella, con il criterio della doppia maggioranza degli iscritti e dei soggetti politici in cui sia assicurata la massima autonomia politico-culturale ai soggetti aderenti e che l’unico vincolo unitario sia limitato, almeno sino al prossimo congresso, esclusivamente alla sfera della rappresentanza istituzionale.

- La simbologia accolga e rappresenti tutte le culture politiche anticapitalistiche, mentre sarebbe importantissimo l’apporto di personalità esterne ai partiti e provenienti direttamente dai percorsi di lotta e sindacali di classe.

2) E’ necessario rafforzare una posizione politica trasversale alle diverse organizzazioni che non abbia carattere di subalternità al centro-sinistra, né viceversa espressioni settarie e/o estremiste.

Dal nostro punto di vista sono presenti oggi, nel vasto campo della sinistra alternativa, comunista ed anticapitalista, due tendenze opposte ma speculari, entrambe paralizzanti e socialmente inefficaci : il moderatismo subalterno e l’estremismo politico, spesso accompagnato da atteggiamenti settari.
Il primo vorrebbe riportare la lancetta della storia al 2006 – quando non addirittura al 1996- e tornare al governo con il centrosinistra, come se ogni volta che la sinistra radicale abbia fatto questa scelta non avesse pagato un prezzo salatissimo, arrivando sin quasi all’estinzione, e come se gli obiettivi che non furono realizzabili in quelle circostanze, lo fossero invece- chissà perché - oggi.
Il secondo sembra sordo non manifesta alcuna comprensione dell’emergenza democratica in cui ci troviamo , e dunque non riesce a spiegare come mai le scelte assunte in altri momenti in cui l’ondata reazionaria , xenofoba e populista era più debole ( dalla desistenza del 1996 al voto per Rutelli sindaco nel 1993), non andrebbero bene oggi che quella stessa ondata è molto più forte

Da questo punto di vista anche Sinistra critica, con la scelta astensionista alle ultime
elezioni regionali e il mantenimento di una polemica molto accesa e in alcuni casi
ingiustificata nei confronti della Fds, ha assunto, purtroppo, una posizione settaria ed
estremista.

3) La costruzione della sinistra alternativa e la ricomposizione anticapitalista e
comunista sono priorità strategiche.


La subalternità e il settarismo rispondono anche a finalità diverse : la riproduzione del
ceto politico e l’illusione riformista nel primo caso, la testimonianza dell’identità e la
logica da piccolo gruppo privo di legami di massa, nel secondo; entrambe
rappresentano un rischio mortale per l’autonomia progettuale e l’utilità sociale della
sinistra comunista ed anticapitalista ed in definitiva, consegnandosi al dato di realtà
così com’è (gli uni per adattarsi ad esso, gli altri per testimoniare la propria alterità) si
rivelano comunque tendenze subalterne ai rapporti di forza espressi dalla fase, dunque al quadro politico e sociale dato. .
La ricomposizione politica ed organizzativa delle forze della sinistra comunista ed
anticapitalista, per acquisire una nuova credibilità e forza, ha bisogno di:

- una piattaforma di obiettivi immediati e comprensibili di lotta, che vivano nella
centralità del conflitto di classe, di genere e nelle lotte per la salvaguardia ambientale;

- di recuperare la sintonia con la vita quotidiana degli sfruttati, attraverso pratiche sociali di mutualismo dal basso, di autogestione e riappropriazione;

- di superare quei fenomeni di degenerazione burocratica che hanno alimentato un ceto politico professionale ed autoreferenziale talora molto distante (per reddito, status, prestigio, privilegi) dai soggetti sociali che pretendeva di rappresentare;

- ricostruire una presenza organizzata nelle periferie del lavoro e del territorio, per sfidare l’egemonia reazionaria sul terreno del rapporto di massa, e tornare a rendere credibile il punto di vista comunista sulle contraddizioni sociali prodotte dal capitalismo.

- Sperimentare nelle prossime elezioni amministrative di primavera la linea imperniata sull’ alternatività al centrosinistra, ovunque sia possibile, come passaggio di consolidamento e allargamento della sinistra anticapitalista e comunista.

Sugli elementi di analisi e sui contenuti politici sin qui esposti, le compagne ed i compagni delle Aree Politiche che firmano questo documento, si sentono impegnati/e al più ampio confronto, all’interno ed all’esterno delle organizzazioni di appartenenza, nella certezza della drammatica insufficienza di ciascuna delle forze oggi in campo, dunque della unità necessaria,giusta e possibile tra di esse.

Sinistra Comunista- PRC
Resistenze Sociali- Sinistra Critica

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Notizie sullo stesso argomento

Ultime notizie del dossier «Dopo il fallimento della sinistra governista. Quali prospettive per i comunisti?»

2690