">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Suora Pronobis

Suora Pronobis

(10 Settembre 2011) Enzo Apicella
Maurizio Sacconi spiega l'articolo 8 della Manovra (quello sui licenziamenti senza giusta causa) con l'esempio delle suore violentate: "basta dire di no"

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Diritti sindacali)

Telecom mette d’accordo tutti. Contro i lavoratori

(10 Novembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.comunistiuniti.it

Telecom mette d’accordo tutti. Contro i lavoratori

foto: www.comunistiuniti.it

Succede solo in Italia, succede soprattutto in Telecom Italia: sottoscritto da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil un pessimo accordo, che penalizza ingiustamente diritti e retribuzioni dei/delle lavoratori/trici, ma viene raccontato positivo, innovativo e solidale in perfetta sintonia da Azienda, Governo e Organizzazioni sindacali che lo hanno firmato, con ampio risalto sulla stampa, e dal versante sindacale qualcuno ha anche dato lezioni di relazioni industriali alla Fiom! Contrari o semplicemente critici apparentemente nessuno, ma non è così. Partiamo dal metodo. Sono stati decisi 3900 esuberi con mobilità volontaria più 30.000 dipendenti in Contratti di Solidarietà (CdS) su un totale di circa 51.000 dipendenti, più i 2.300 informatici di Ssc (in una Azienda che in un decennio ha visto dimezzarsi l’organico originario di 120.000), senza che sia stata mai indetta una assemblea, quindi senza mandato e nel più totale disprezzo della volontà dei lavoratori. Solo dopo sono seguite assemblee a titolo informativo, con esiti piuttosto “vivaci” che in alcuni casi sono diventate vere contestazioni, senza alcuna possibilità di votare e quindi di sovvertire le decisioni prese da dirigenti sindacali ancora una volta corpo estraneo di chi dovrebbero rappresentare e difendere. Contrari tutti i sindacati di base, esclusi da qualunque trattativa nonostante fortemente rappresentativi. Perché questo accordo? Nello scorso 3 dicembre 2008 l’Ad di Telecom Franco Bernabè, annuncia tagli all’organico di migliaia di lavoratori con «l’obiettivo della generazione di cassa e fare un alleggerimento del debito»; nel luglio di quest’anno Slc Cgil, per voce di A. Genovesi segr. naz., riferisce che la richiesta di esuberi rappresenta "un comportamento vergognoso da parte di una azienda che ha registrato più di 1,5 miliardi di euro di guadagni netti, che continua a remunerare a peso d’oro dirigenti e manager".

Tanto siamo d’accordo con questa dichiarazione, che risulta ancora più inaccettabile che poi tutti i sindacati confederali, nessuno escluso, abbiano permesso che una azienda non in crisi imponesse sacrifici solo ai lavoratori.

Facciamo due conti.

Telecom chiede alle organizzazioni sindacali di prelevare ai poveri (dipendenti) e distribuire ai ricchi (dirigenti) ai quali non viene tolto nulla, e in sostanza vengono sottoscritti dai confederali proprio gli stessi numeri che vuole l’azienda: infatti i 6822 licenziamenti richiesti sono stati nei fatti accettati e/o parzialmente trasformati. Il gioco di prestigio si completa con i corsi di formazione, ricco business degli ultimi anni, in monopolio a Fondimpresa, che è una società a capitale misto Confindustria e Cgil-Cisl-Uil, così con una mano si sottoscrivono esuberi e con l’altra agli stessi vengono forniti corsi di “riqualificazione” con l’impegno di non esternalizzare e non licenziare fino al 2012. E’ importante far notare alcune delle motivazioni dell’accordo indicate da Telecom per determinare le situazioni di eccedenza di personale: «erosione delle linee fisse per effetto della sostituzione del mobile», «perdita di quote di mercato del mobile dovute alla forte dinamica competitiva» e «calo di attività di maintenance a causa di apparati tecnologici a basso impatto manutentivo». Riteniamo che queste condizioni siano strutturalmente radicate, non modificabili e destinate a peggiorare da qui al termine dei due anni e Telecom potrebbe reiterare la richiesta di CdS (già fatto con i lavoratori della Directory Assintance) e/o eseguire ulteriori tagli.

Questa operazione grava troppo – non motivata - sulla collettività pubblica, perché è forte il contributo economico dell’Inps (CdS) e della Comunità Europea (formazione). Il nostro giudizio è negativo nei confronti di Telecom Italia perché così facendo entra a pieno titolo nel declino industriale del nostro Paese, che vede trasformare aziende strategiche in finanziarie al servizio di chi è già ricco. Dovrebbe invece investire ed innovare per riprendersi un ruolo da protagonista nella economia nazionale e di conseguenza tutelare e non ridurre i posti di lavoro. Per questo noi pensiamo che bisogna prima di tutto ricostruire un sindacato di classe, che ascolti, lotti, difenda, rilanci il conflitto e chiuda definitivamente con la stagione della concertazione.

Il nostro Circolo invita le forze politiche a non guardare dall’altra parte per non essere complici dei costi disumani che si chiedono ai lavoratori a causa di una crisi che è del capitale, ma che non è pagata nè dai padroni e né dalle Banche, che sono gli unici responsabili. In ultimo un rinnovato ringraziamento a Liberazione probabilmente l’unico quotidiano che ospita i nostri argomenti.

Circolo Telecomunicazioni e Informatica Prc di Roma

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Diritti sindacali»

Ultime notizie dell'autore «Partito della Rifondazione Comunista»

5229