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La Gelmini ha ragione

La Gelmini ha ragione

(26 Novembre 2010) Enzo Apicella
Manifestazioni studentesche contro la "riforma" Gelmini in tutte le città.

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London calling...

(11 Novembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

London calling...

foto: www.caunapoli.org

Dagli anni di Margaret Thatcher non si vedeva tanta gente scendere in piazza per protestare contro le politiche draconiane del governo britannico. Nel 2010 sono gli spropositati aumenti delle tasse universitarie - prossime a sfondare il tetto massimo delle 3290 sterline, precedentemente previsto, per arrivare fino a rette pari a 9000 sterline (qui l’articolo in cui spiegavamo più dettagliatamente le misure previste) - a provocare la dura risposta di studenti, professori e lavoratori del settore della formazione.

Il governo conservatore di Cameron ha infatti reso pubblica e chiara a tutti la strategia che ha intenzione di perseguire: far pagare la crisi alle classi subalterne, inasprendo la selezioni di classe e rendendo sempre più invivibili le nostre vite.

Parlando di università questa politica si declina sotto forma di tagli indiscriminati, aumenti vertiginosi delle tasse a carico degli studenti e la pressoché certa chiusura di numerosi corsi di studio ritenuti poco produttivi (per i profitti delle aziende naturalmente!). Tutto questo dovrebbe forse ricordarci qualcosa?

Ieri, 10 novembre, in 50.000 hanno riempito le strade della capitale britannica per far sapere a tutti cosa ne pensano di queste misure. Numeri che vanno ben al di là delle più rosee previsioni. Hanno sfilato per le strade principali di Londra gridando il loro dissenso.

Alcune migliaia non si sono accontentate di questo. Individuando nel principale partito di governo il massimo responsabile delle misure "all'insegna dell'austerità" che l’esecutivo si appresta ad imporre, hanno deciso di entrare nel quartier generale dei Tories (il partito conservatore, di cui è leader il premier Cameron). Dapprima un lancio di uova; poi la rottura delle vetrate: e così, mentre in migliaia assediavano la Millbank Tower, alcune centinaia di manifestanti sono riuscite ad accedere ai 120 piani dell’edificio, arrivando fino al tetto. L’azione ha colto evidentemente di sorpresa la polizia che però, una volta arrivata, ha servito anche in questo caso la razione di repressione che è solita offrire: il bilancio della giornata parla di 14 persone ferite (3 sono poliziotti) e di almeno 32 arresti.

Il sindaco della capitale e numerosi politici hanno subito fatto a gara per sentenziare che le forze dell’ordine sono state troppo tenere, che ci vuole più repressione per chi osa mettere in discussione le regole del gioco, per chi osa alzare la testa. I mass media hanno immediatamente dato vita ad una campagna di criminalizzazione dei manifestanti che hanno occupato la Millbank Tower. E i sindacati studenteschi (in maniera identica a quanto accade anche qui in Italia), ribadendo una volta di più quale sia il loro ruolo, ci hanno tenuto tracciare la solita distinzione tra i manifestanti pacifici (buoni) e quelli violenti (cattivi), “condannando nella maniera più assoluta” le azioni messe in campo da questi ultimi.

Ma la rabbia espressa dai giovani arrivati a Londra da tutta la Gran Bretagna è la stessa vista nelle strade di Atene; identica a quella che percorre a tutt’oggi le strade francesi, dopo giorni di sciopero generale, di occupazione di fabbriche, scuole e università. È la stessa che prova chiunque di noi, sempre più stretto tra un presente fatto di sfruttamento e un futuro di angustie, angosce e annullamento di qualsiasi prospettiva di una vita dignitosa. È la rabbia di chi ha rotto il meccanismo dell’assuefazione al capitalismo, di chi vuole lottare per costruire percorsi collettivi di uscita dalla crisi che siano finalmente vettore di riscatto per le classi subalterne.

È per questo che le loro parole sono anche le nostre:

“Siamo contro i tagli, solidali con tutti i poveri, gli anziani, i disabili e i lavoratori colpiti. Siamo contro tutti i tagli e contro la mercificazione dell’educazione. Stiamo occupando il tetto del quartier generale dei Tories per mostrare la nostra contrarietà al sistema tories che attacca i poveri e aiuta i ricchi. Questo è solo l’inizio.”

Video della manifestazione e dell’occupazione del quartier generale dei Tories: [Skynews] [Telegraph] [BBC] [Corriere della Sera] [Russia Today]
More info: [Indymedia Londra] [Kaosenlared] [Emancipating Education for All] [Guardian]

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

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