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Padova: questo referendum non è contro la privatizzazione di APS

OdG presentato (e non approvato) al Comitato Politico Provinciale del PRC

(9 Novembre 2003)

L’ipotesi di accordo con la triestina Acegas promosso dalla giunta di centrodestra (e fortemente sponsorizzato da AN) rappresenta l’ennesima puntata del tormentato percorso di privatizzazione di Aps.
In una città ed in una regione in cui è in corso una rapida quanto ampia ricomposizione degli assetti del capitale (delocalizzazione e chiusura di aziende manifatturiere, crisi della piccola e media industria con tendenza alla concentrazione, forte spinta allo sviluppo della logistica), anche Aps rappresenta un tassello necessario al controllo ed alla messa a valore delle infrastrutture cittadine (insieme a Interporto, Magazzini Generali, Fiera ecc.).

Di fronte all’ultima svolta della giunta Destro su questo terreno, i consiglieri regionali del centrosinistra ed il capogruppo DS in particolare (personalmente artefice, quando era sindaco di Padova, della privatizzazione della Fiera) hanno recentemente espresso la propria preoccupazione per la mancata realizzazione della grande multiutility regionale veneta, l’ipotesi già in passato da essi sponsorizzata come via alla privatizzazione dell’Aps.

In perfetta coerenza con la tendenza chiaramente dimostrata, a seguito del terremoto politico dei primi anni ‘90, ad approfittare del crollo dei gruppi dirigenti democristiani e socialisti, per accreditarsi quali migliori gestori delle ristrutturazioni della città, in vista delle elezioni comunali del prossimo anno il gruppo dirigente dell’Ulivo non intende perdere questa occasione per ricompattare i propri soggetti di riferimento, tentando ancora una volta di tenere insieme una parte della città dei potenti con una parte della città operaia.
L’operazione di questo referendum sull’Aps dovrebbe a molti ricordare quella analoga – questa volta condotta da parte del centrodestra ai danni (elettorali) del centrosinistra – che a suo tempo investì tram e giunta zanonato. Tutti sanno la conclusione di quella vicenda: il centrosinistra ha perso il governo della città ed invece del tram si è fatto il metrobus del nuovo sindaco Destro e dell’assessore Menorello.

Ancora una volta l’asse portante dell’Ulivo – senza alcuna autocritica – ripropone il proprio programma in cui Padova si pone come capitale dei servizi all’interno del polo logistico veneto in fase di costruzione, criticando la giunta Destro solo per l’incapacità e gli sprechi, tentando in questa fase di sfruttare le evidenti difficoltà del centrodestra, anche regionale e nazionale, a tenere unito il proprio blocco sociale.
Alcune forze minori del centrosinistra, pur ricercando una diversa articolazione delle proprie posizioni, offrono nella pratica pieno sostegno a questa politica, non toccandone o limitandosi a mediarne gli elementi fondamentali, ed accettandone lo schema di fondo.

Pertanto il cpf di Padova ritiene che si debba rifiutare la logica di questo referendum, il cui quesito volutamente vago evita accuratamente la parola “privatizzazione”, perché appoggiarlo equivarrebbe a dare l’avallo ad un’operazione politica funzionale alla messa in discussione della soluzione Acegas (di centrodestra) al fine di riaprire la strada ad una privatizzazione di centrosinistra.
Ritiene invece necessario riaffermare che l’unica soluzione possibile per Aps che possa tutelare l’interesse dei lavoratori e dei cittadini garantendo tariffe eque e controllabili è la rimunicipalizzazione di tutti i servizi, escludendo qualsiasi forma di privatizzazione, ed invitando i lavoratori ed i cittadini di Padova all’astensione sul referendum proposto.
Ritiene infine che il PRC si debba attivare al fine di promuovere una consultazione a Padova contro qualsiasi forma di privatizzazione e per la rimunicipalizzazione di Aps.

Padova, 31-10-03.

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