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(14 Novembre 2010)
Di fronte alla lotta iniziata su una gru a Brescia, e proseguita su una torre a Milano, il governo continua sulla linea della fermezza rispetto alla truffa della sanatoria, condannando centinaia di migliaia di lavoratori immigrati alla clandestinità (cioè alla repressione) e al lavoro nero (cioè al super-sfruttamento); in due parole: moderno schiavismo!
D’altra parte nessuno di noi si fa illusioni: mai come ora, in tempi di crisi, l’esercito dei diseredati, dei senza-diritti, dei cosiddetti clandestini, fa comodo ai profitti di padroni e padroncini, che li possono sfruttare a piacimento e, attraverso questo, ricattare l’insieme dei lavoratori.
Ma la lotta può crescere, anche perché è l’unica strada che possono percorrere oltre un milione di persone provenienti da ogni dove: quella di imporre al governo una regolarizzazione generalizzata, ponendo fine alla condizione di clandestinità forzata.
E infatti il sostegno al presidio permanente sta crescendo progressivamente proprio grazie alla presenza di molti immigrati, nonostante la repressione che si è espressa a Brescia.
L’assemblea nazionale di oggi cade in un momento decisivo per la lotta ed è quindi un’occasione importante per fare il punto della situazione e decidere come proseguire questo percorso.
Come sostenitori attivi sottoponiamo all’attenzione di tutti alcune considerazioni ed alcune proposte emerse in una settimana di discussioni e di assemblee
1) Per raggiungere gli obiettivi indicati nella piattaforma del Comitato Immigrati è indispensabile che la lotta si estenda in altre città e in più quartieri a livello milanese. A partire dall’assemblea di oggi, la settimana che abbiamo di fronte sarà decisiva per verificare questa possibilità e soprattutto metterla in atto.
2) Le difficoltà di chi si trova oggi “in alto” (particolarmente pesanti per i compagni di Brescia sottoposti ad un vero e proprio assedio) non devono indurci a cercare frettolose vie d’uscita politiche che stroncherebbero la lotta senza risultati tangibili, a meno di non essere disposti ad accettare qualche briciola e rinunciare alla piattaforma di lotta. Al contrario i compagni sulla torre di Imbonati ci ricordano che la lotta è appena cominciata e garantiscono di poter resistere abbastanza a lungo per poter sperimentare le potenzialità di crescita del movimento.
3) La repressione si è abbattuta sui nostri compagni di Brescia con la reclusione nei CIE per 12 di loro. La battaglia ormai storica contro i nuovi “lager democratici” diventa così ancor più impellente. Proponiamo quindi che in tutte le città si dia vita ad una giornata di mobilitazione contro i CIE con l’obiettivo di far sentire la nostra voce e la nostra presenza ai compagni di lotta reclusi, proseguendo verso la loro chiusura definitiva.
4) La lotta contro la clandestinità non è separabile da altre battaglie sociali e politiche di primaria importanza quali la lotta contro i licenziamenti e il super-sfruttamento, per i pieni diritti per tutti, contro la repressione dilagante. Comprendere e far comprendere questo legame, è fondamentale per avere una prospettiva e riuscire coinvolgere fette importanti della popolazione italiana rompendo il possibile isolamento dei sans-papiers italiani
Anche se il Presidio Permanente di via Imbonati non può farsi carico di una
piattaforma generale, è importante che si senta parte di un conflitto sociale più generale.
Milano, 14 novembre 2010
Comitato antirazzista milanese
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