">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Comunisti e organizzazione    (Visualizza la Mappa del sito )

Tutti giù per terra

(16 Novembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Tutti giù per terra

foto: www.radiocittaperta.it

Gli sviluppi della crisi di governo, non stanno facendo danni solo nel blocco di potere berlusconiano. Anche il PD infatti è in pieno panico dopo i risultati delle primarie di Milano che hanno visto prevalere - dentro questo meccanismo very american - l'avvocato Pisapia, cioè un candidato diverso da quello sostenuto ufficialmente dal PD. Infatti, dopo l'esito delle primarie del centrosinistra a Milano nel PD crescono i malumori per la restrizione delle proprie alleanze a Nichi Vendola e ad Antonio Di Pietro e cresce l'idea di un pressing in direzione di Casini affinche' accetti di essere il candidato premier di una alleanza tra Pd e polo centrista nel caso di elezioni anticipate.
Esplicita in tal senso è stata Rosy Bindi,che ha lanciato un avvertimento al suo partito: ''Faremo di tutto per rendere possibile un governo di solidarieta' nazionale ma se Berlusconi ci porta a votare non possiamo fare l'errore del 1994 e dovremmo allearci con Fini e Casini che tentano di costruire il terzo polo, nel nome della Costituzione e della democrazia''.
Secondo alcuni osservatori il PD sta abbandonando un grande spazio al centro creando così una condizione ideale per il «terzo polo» di Fini-Casini-Rutelli, il quale però per imporsi avrebbe bisogno di una diversa legge elettorale che al momento non c'è e quella che c'è può consentire ancora al blocco Berlusconi-Lega di papparsi il ricco e perverso premio di maggioranza previsto dal Porcellum.
Ma anche dentro la coalizione di centro-destra si vanno profilando ulteriori problemi oltre a quelli derivanti dalla fuoriuscita di Fini e dei finiani dal governo. Secondo il Sole 24 Ore la Lega tiene soprattutto a marcare la propria autonomia, l'orgogliosa identità padana: «noi voliamo alto, Berlusconi preferisce volare basso» dichiara Bossi. inviando un messaggio elettorale che fa parlare di "un'alleanza competitiva". Il blocco sociale che in questi quindici anni ha sostenuto Berlusconi, appare infatti investito pesantemente dagli effetti della crisi economica e in via di frammentazione.
L'unico dato certo al momento è che nessuna crisi di governo si aprirà prima dell'approvazione della Legge di Stabilità (la ex Legge Finanziaria che ormai ha mutuato su di sè il linguaggio e i parametri restrittivi dell'Unione Europea). La vulnerabilità dell'euro nella guerra valutaria scatenata dagli Stati Uniti attraverso la svalutazione del dollaro e la vulnerabilità dei titoli del debito pubblico di alcuni paesi europei come l'Irlanda o il Portogallo, hanno già fatto sentire l'odore del sangue agli speculatori finanziari (che poi sono quelli che posseggono il 70% del debito pubblico italiano), i quali sono pronti a giocare pesante per arricchire i propri portafogli su ogni spazio di incertezza degli stati europei.
Resta il problema serissimo del ruolo che le forze della sinistra alternativa intendono giocarsi dentro questo scenario di crisi complessiva. Al momento sembrano prevalere i "fulminati" dal nuovo re Mida della sinistra (Nichi Vendola) ripetendo una liturgia - alla fine sempre perdente - alla quale abbiamo assistito negli ultimi quindici anni (il rospo baciato, la desistenza, la partecipazione ai governi di centro-sinistra etc. ) e che hanno ridotto l'orizzonte dei partiti della sinistra a ruota di scorta del centro-sinistra scomparendo come opzione politica.
I sostenitori di questa perdente coazione a ripetere hanno di fronte a se una alternativa del diavolo: se si va ad elezioni anticipate rischiano di scomparire dallo spostamento al centro e a destra dello schieramento che può avere i numeri per battere Berlusconi, se si avvia un governo tecnico che rinvia la resa dei conti con il blocco berlusconiano, si sgonfia in modo a tutti percettibile l'effetto Vendola.
La mancanza di indipendenza politica e il negarsi ad una funzione alternativa al quadro politico e alla gestione capitalistica della crisi - sia nella versione berlusconiana sia in quella confindustriale dei suoi oppositori - condanna così la sinistra ad un ruolo subalterno e sempre più marginale. A nostro avviso occorre andare in tutt'altra direzione e mettere in campo una visione meno corta delle proprie prospettive. Qui ed ora.

Contropiano

3571