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Un incontro a porte chiuse

(18 Novembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in medioevosociale-pietro.blogspot.com

Il segretario del PD ha incontrato i rappresentanti delle maggiori organizzazioni economiche finanziarie e sindacali per discutere e trovare l'intesa su un progetto di condivisione e capace di rimettere in corsa l'economia italiana. In effetti i soggetti convocati da Bersani avevano già discusso ed approvato quasi tutto un Patto Sociale che avevano cominciato ad elaborare a Genova e che avevano (hanno?) intenzione di fare sottoscrivere al governo Berlusconi. Su quattro punti era stata raggiunta l'intesa: ammortizzatori sociali, semplificazione amministrativa, Mezzogiorno, ricerca ed innovazione. Si doveva ancora discutere di produttività. Che cosa è la produttività e come si deve realizzare l'aveva e continua a spiegarla bene Marchionne a Pomigliano d'Arco e non solo. Intensificazione del controllo sulla prestazione lavorativa fino al decimo di secondo secondo il metodo Toyota di Hajime Yamashina inventore del wmc e revoca del diritto di sciopero e della tutela di malattia. Nell'incontro con Bersani l'agenda riguarda essenzialmente gli interessi delle imprese ed ai lavoratori è concessa soltanto qualche piccola mancia: si vorrebbe scoraggiare il precariato aumentando il valore dell'ora di prestazione che oggi è della metà ed a volte meno dei minimi contrattuali. Per il resto verrebbe confermato quanto previsto dalla legge Biagi ribadito e precisato dagli accordi del 23 luglio 2007 con Prodi e dal collegato lavoro approvato nel mese scorso. SBersani ha proposto di introdurre in Italia il Salario Minimo Garantito ma non si è detto in che cosa consisterà e comunque i sindacati hanno fatto cadere la proposta. Si discute di un miglioramento degli ammortizzatori sociali dal momento che la crisi ha già consumato quelli in corso di erogazione e c'è drammatica urgenza di mettere in quarantena il terribile focolaio di tensione che si crea con centinaia di migliaia di famiglia senza alcun reddito seppur minimo. Tutto il grosso dell'agenda riguarda interessi degli imprenditori che come aveva una volta detto la Mercegaglia a berlusconi vogliono subito "soldi veri", aiuti ed incentivi
e sgravi. Le recenti alluvioni della valle padana non mancheranno di aggiungere un tocco di urgenza ansiosa e drammatica alle richieste degli imprenditori.
Colpisce in modo straordinaria l'assenza della realtà, dello scenario sociale, degli avvenimenti in questo genere di riunioni. Chi ne leggesse gli argomenti che vi si discutono da un altro paese non si renderebbe conto assolutamente della situazione che affrontano. L'Italia è il paese a più alto tasso di precariato dell'OCSE. Nessuno ha tanti precari quanti ne abbiamo noi e così mal trattati; l'Italia è nella fase terminale di un lungo processo di soppressione dei diritti del lavoro che ha avuto una stazione importante nell'approvazione della legge 1441 e culminerà prossimamente nella sostituzione dello Statuto dei lavoratori con lo Statuto dei Lavori; l'Italia si è costituita una riserva di quattro e più milioni di lavoratori stranieri-schiavi ricattati da leggi che li riducono in prigione e ne disgregano le famiglie se perdono il posto di lavoro; la scuola ha perduto otto miliardi di finanziamenti e dovrà essere decimata di 200 mila posti di lavoro. La pubblica amministrazione non farà turnover per circa trecentomila dipendenti. Il Sud dell'Italia
registra la più alta disoccupazione degli ultimi trenta anni... Tutto questo viene ignorato
dal summit da Bersani e parti sociali che si accingono a continuare sulla strada di una feroce pressione sui lavoratori e sui ceti deboli del Paese nella illusione di fare ripartire
l'economia. Una visione miope, miserabile, che condanna venti milioni di lavoratori e le loro famiglie a vivere nella povertà di oggi e magari a scenderne ancora di qualche gradino verso il basso per lubrificare e fare funzionare una ma cchina che abbisognerebbe di cure ed attenzioni opposte. I lavoratori come gli slavi per i tedeschi di Hitler!
Economisti della scuola liberista meno sanguinaria come Draghi sostengono che il lavoratore è un capitale umano che il precariato deprezza e condanna a non avere futuro nè per sè nè per l'Italia: altri sostengono - come certi consiglieri di Obama- che un aumento dei salari può riattivare la ripresa rilanciando i consumi ed il commercio. Ma a quanto pare
in Italia tutti i protagonisti dell'economia sono concordi nel caricare la soma della crisi sulle spalle del lavoro dipendente ed a fare risparmi riducendo il welfare alle famiglie non .abbienti. Segnalo all'attenzione di chi legge la singolarità di un pacchetto di proposte che viene presentato con la stessa naturalezza a Berlusconi ed a Bersani. Come se non ci fosse alcuna differenza di visione politico-sociale e di interessi tra il centro-destra ed il centro-sinistra. Nell'uno e nell'altro governo il conto viene fatto pagare soltanto ai lavoratori che vengono maneggiati ed usati
da confederazioni sindacali che sembra abbiano perso ogni interesse al loro benessere.
Da summit come questo mi aspetto il peggio. Il ritorno della pecora nera CGIL all'ovile con l'accettazione di tutti gli accordi separati fin qui stipulati da Cisl ed Uil naturalmente previa "normalizzazione" della Fiom alla quale si chiede di essere più malleabile e dolc e con Marchionne per il bene della Patria. Come dice Bonanni: Non ci sono diritti senza lavoro. Ma c'è lavoro senza diritti!

Pietro Ancona

Pietro Ancona - segretario generale CGIL sicilia in pensione

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