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(23 Febbraio 2010) Enzo Apicella
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Dal movimento dei movimenti alla "ricomposizione della sinistra plurale"

documento presentato dal segretario Sperandio al Comitato Politico Regionale di sabato 8-11-03

(12 Novembre 2003)

Il governo Berlusconi rappresenta, contemporaneamente, una accelerazione delle politiche di smantellamento dello stato sociale, attraverso l’accentuazione del processo di ristrutturazione neoliberista dell'economia e della società italiana e la distruzione dei presupposti e del tessuto democratici, del nostro ordinamento.

Crisi economica ed emergenza democratica rappresentano i lineamenti fondamentali di questo governo, con effetti sempre più radicati ed irreversibili a danno dei settori più deboli della società, dai lavoratori.

Lo sviluppo, a livello globale, del movimento dei movimenti, come risposta al neoliberismo su scala mondiale, trova la propria articolazione, in Italia, attraverso il filo rosso che lega il movimento dei lavoratori per la difesa dei diritti, i movimenti civici ed il grande movimento contro la guerra.

Quello che noi chiamiamo il nuovo movimento operaio è l'insieme plurale e differenziato delle mille figure in cui è scomposto il mercato del lavoro e la stessa società civile: dalla fabbrica, al lavoro precario ed immigrato, al lavoro flessibile sino alla mancanza dei diritti semplici di cittadinanza, alla difesa delle pensioni, ovunque sta crescendo il conflitto sociale e la resistenza alla destra berlusconiana e leghista. Di ciò ne è testimonianza lo sciopero generale del 24, indetto da tutti i sindacati, ma che assume il significato di una importante giornata di lotta contro la politica economica e sociale del governo, sancita nella finanziaria.

Di fronte a questa situazione è compito del PRC cercare le strade per la ricomposizione di un fronte comune contro le destre, coinvolgendo in una ipotesi unitaria e di programma, l'intero centro sinistra, il quale, per contro, si presenta sempre più diviso a fronte dei più grandi ed importanti nodi politici del momento.

Questo impegno del PRC, che proviene da un’indicazione precisa del nostro elettorato, non significa che il cerchio si è chiuso e che l'approccio unitario è realizzato.

Tutt’altro: le recenti dichiarazioni del segretario dei DS, Fassino, dei leader della Margherita e di altri sulla missione in Iraq e le pensioni, ci svela quanto difficile ed in salita sia questo percorso.

Un risultato comunque è già riscontrabile: l'Ulivo su questi temi non si presenta più compatto ed unito, ma mostra le prime smagliature con la presa di distanza di sinistra DS, PDCI e Verdi. Si apre quindi la prospettiva di una ricomposizione della sinistra plurale che abbisogna, ora più che mai, dell'apporto creativo e politico dei movimenti, nell'ipotesi di costruzione di una sinistra europea di alternativa.

In questo senso interpretiamo la linee della direzione nazionale del partito e del compagno Bertinotti: come ricerca di uno spostamento a sinistra delle forze dell'Ulivo e di un patto contro le destre che non mortifichi la linea e l'identità del PRC e valorizzi la crescente conflittualità sociale.

Non crediamo che si possa dire oggi se il PRC potrà o meno essere forza di governo: le condizioni perché ciò avvenga vanno costruite ed il risultato non è affatto scontato.

Di certo sono discriminanti imprescindibili per il PRC:

1. la pace nel mondo e quindi il rifiuto di tutte le guerre, con o senza egida dell'ONU.

2. la battaglia per i diritti del lavoro e dei cittadini, italiani ed immigrati, la difesa dello stato sociale e della previdenza pubblica, per la sua innovazione e potenziamento;

3. contro le privatizzazioni e sopratutto contro la mercificazione delle risorse naturali dall’acqua;

4. contro precarietà e flessibilità del lavoro per un diritto di tutti ad un reddito di cittadinanza che combatta le nuove povertà.

5. in difesa dello stato sociale e la centralità della difesa della scuola pubblica

Su queste basi crediamo che il confronto programmatico con il centro sinistra possa essere proficuo ed unitario e che vada perseguito fino a quando non si accerti la completa mancanza di condizioni per il suo esito positivo.

Il nostro appoggio alla direzione del Partito in questo percorso è quindi sincero ed aperto, ma non senza riserve e richiede che siano garantite, periodicamente, attraverso una costante e capillare informazione ed il coinvolgimento dei livelli intermedi dell'organizzazione, tutte le necessarie e dovute verifiche politiche.

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