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Dignità operaia

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(9 Marzo 2012) Enzo Apicella
Oggi sciopero generale dei metalmeccanici convocato dalla Fiom e manifestazione nazionale a Roma

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22.11.2010 - Fare ovunque lotta, sindacato, militanza democratica

(22 Novembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.rete28aprile.it

Lunedì 22 Novembre 2010 14:42
di Giorgio Cremaschi [articolo pubblicato su "Liberazione" il 21 novembre 2010]
E' stata una grande, bella, intensa assemblea. Centinaia di delegati, militanti, dirigenti della minoranza della Cgil si sono trovati a Roma per discutere e decidere su come contrastare l'attacco ai diritti dei lavoratori e la deriva moderata del sindacato. Questa assemblea ha aperto uno spiraglio di speranza proprio nella possibilità di realizzare la "Cgil che vogliamo".
Al centro del dibattito e della relazione di Gianni Rinaldini è stato il no al patto sociale con la richiesta alla confederazione di sospendere una trattativa che avviene tutta sul terreno proposto dalla Confindustria. (...)
Cosa deve succedere ancora, si è chiesta tutta l'assemblea, perché si scelga una linea rigorosa di lotta? La Fiat minaccia una fabbrica gialla che esclude la Fiom dai diritti sindacali garantiti dalla Costituzione. Il collegato lavoro devasta i più elementari diritti soggettivi delle lavoratrici e dei lavoratori. Si annuncia lo statuto dei lavori, cioè la cancellazione di ciò che resta dello statuto dei lavoratori. Tutto questo avviene non solo per volontà del governo ma con il sostegno attivo della Confindustria, della Cisl e della Uil. Come si fa a sedersi ad un tavolo con costoro senza parlare di questo? Nello stesso tempo continua l'attacco drammatico ai diritti dei lavoratori che oggi assume il volto più feroce nella persecuzione degli immigrati. L'assemblea si è collegata in diretta per ascoltare l'intervento di uno dei lavoratori che sono sulla torre di via Imbonati a Milano e ha sentito con altrettanta commozione l'intervento di una delegata indiana di Reggio Emilia in lotta contro il supersfruttamento organizzato dalle cooperative.
Ovunque crescono lotte, ribellioni, mobilitazioni contro l'attacco ai diritti, la devastazione delle più elementari condizioni di civiltà. Occorre un movimento che unifichi le tante lotte delle fabbriche, dei migranti, della scuola con una richiesta di cambiamenti profondi nella politica economica e sociale del Paese. Qui c'è la deriva terribile di una crisi politica che si guarda bene dall'affrontare i problemi reali dell'economia e della società. Il fatto che la disfida nel centrodestra e con il centrosinistra sia stata rinviata a dopo l'approvazione di una finanziaria che distrugge diritti sociali e civili, chiarisce meglio di ogni altra cosa l'estraneità del palazzo ai drammi sociali del Paese.

Rete del 28 aprile per l'indipendenza e la democrazia sindacale

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