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    Roma: presidi, denuncie e assemblee contro la ‘proposta di legge Tarzia’ che snatura i consultori

    (23 Novembre 2010)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

    Roma: presidi, denuncie e assemblee contro la ‘proposta di legge Tarzia’ che snatura i consultori

    foto: www.radiocittaperta.it

    Marco Santopadre, Radio Città Aperta

    23-11-2010/18:16
    --- Continua senza interruzioni e anzi sembra crescere di intensità la mobilitazione contro la proposta di legge Tarzia sui consultori. Ieri mattina una ennesima protesta si è tenuta nel quartiere di Magliana. “Come assemblea delle donne del XV municipio – ha raccontato ai microfoni di Radio Città Aperta Francesca, del centro sociale Macchia Rossa - abbiamo organizzato una iniziativa pubblica davanti all’ingresso del consultorio di Magliana, in via Vaiano. Un’iniziativa che rientra in una lunga lista di mobilitazioni in corso da mesi in tutti i territori per la difesa del consultorio come servizio sociosanitario pubblico e gratuito contro gli attacchi che vengono da più parti. Durante l’assemblea si è ricordato il contesto di lotte e di partecipazione delle donne che portò nel 1974 all’istituzione dei consultori pubblici come strumento di difesa della salute delle donne in un’ottica di sostegno all’autodeterminazione che oggi la proposta di legge firmata da Olimpia Tarzia e sostenuta dal Pdl e purtroppo anche da una parte del PD vorrebbero mettere in discussione. Abbiamo ottenuto la partecipazione all’assemblea di parecchi utenti non solo del consultorio ma anche del vicino poliambulatorio. Un successo che ci spinge a riproporla in altri luoghi, all’interno di un percorso di coinvolgimento dei territori che ci porterà a nuove assemblee pubbliche. La prossima la terremo probabilmente il prossimo 7 dicembre sotto il consultorio di Corviale e poi abbiamo in programma un’altra giornata di informazione e lotta sempre all’interno del XV municipio sempre nelle prossime settimane”.
    La scorsa settimana le donne del Centro Donna L.I.S.A. di Roma erano tornate a polemizzare con l’amministrazione ed in particolare con l’assessore alla Politiche Sociali del IV Municipio, Francesco Filini, che aveva definito come ‘gesto intimidatorio e frutto di una cultura oscurantista e violenta” le scritte realizzate su un muro di Piazza Sempione da parte di qualcuno che aveva così voluto protestare contro l’approvazione, da parte del Consiglio Municipale, della proposta Tarzia. “Riformare i consultori nel modo in cui vorrebbe la consigliera della Regione Lazio e co-fondatrice del Movimento per la vita, non restituirebbe affatto ruolo sociale al consultorio ma servirebbe solo a far sentire ulteriormente in colpa la donna che decidesse di abortire, e a farle scegliere la strada dell’aborto clandestino. Ribadiamo che la corretta informazione su ogni sistema anticoncezionale è l’unico strumento per prevenire l’aborto, una informazione che dovrebbe essere veicolata fin dalle scuole per educare le ragazze ad una scelta consapevole della maternità. (...) La donna dovrebbe essere messa nella condizione di sentirsi libera di scegliere, senza che associazioni legate a chiesa e parrocchie -legittimate dalla riforma Tarzia ad entrare nei consultori – facciano pressioni di carattere morale e religioso per convincere la donna del contrario, o le offra tutele momentanee perché porti avanti una gravidanza anche se indesiderata” scriveva il Centro di Via Rosina Anselmi, ricordando che i consultori sono nati dalle lotte delle donne per la salvaguardia della salute e della libertà di scelta; per il diritto alla prevenzione ed a una chiara informazione sui metodi contraccettivi; per combattere la piaga dell’aborto clandestino, causa di morte e invalidità per centinaia di donne.
    Denuncia invece l’Assemblea delle donne contro la proposta di legge Tarzia, che riunisce varie associazioni e comitati di donne attivi nel territorio: “E’ in atto un attacco concentrico alla libertà e alla dignità delle donne che – partendo da più fronti, cinicamente organici tra loro - mira ad un solo obiettivo: cancellarne i diritti acquisiti con anni di lotte, isolarle l’una dalle altre per limitarne la forza, negarne l’autodeterminazione, ricacciarle nel privato, limitarne la soggettività, indurle al silenzio. farle regredire. E’ in atto una politica e una cultura reazionaria che trasforma ragazzine in escort per i potenti, immigrate in prostitute, donne consapevoli in corpi riproduttivi purché sposate”.
    Le attiviste ricordano di essere in assemblea permanente ormai dal luglio scorso, cioè da quando è stato annunciato il provvedimento che snaturerebbe i consultori orientandoli verso un servizio di assistenza alla famiglia intesa in senso reazionario e tradizionale e penalizzando quindi le donne. “Una proposta indecente perché mira a chiudere i consultori pubblici spostando i soldi su quelli privati di stampo confessionale, che saranno legittimati a controllare le donne, le coppie e le famiglie sulle loro scelte personali e riproduttive sulla base di un modello ideologico teocratico. Una proposta che cancella con un colpo di spugna, in spregio delle leggi nazionali e della Costituzione, i diritti acquisiti dalle donne con anni di lotte, negandone l’autodeterminazione e la responsabilità personale”.
    L’assemblea delle donne lancia anche un presidio per giovedì 25 novembre a partire dalle 10 del mattino sotto la sede della Regione Lazio in Via Rosa Raimondi Garibaldi.

    Radio Città Aperta - Roma

    Fonte

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