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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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Manifestazione della FIOM del 16 ottobre

(30 Novembre 2010)

La Manifestazione della FIOM del 16 ottobre scorso ha fatto confluire in piazza centinaia di migliaia di operai, rappresentativi di praticamente tutte le fabbriche, e gli strati più attivi di diversi settori sociali schiacciati dalla crisi e dalle scelte di politica economica. Più che in altre occasioni, manifestando si percepiva tra gli operai uno spirito di determinazione, di autonomia e una generale volontà di mettere di fronte all’intera società gli interessi e la forza della classe lavoratrice.Mentre nella grande partecipazione dei soggetti più diversi si leggeva chiaramente il riconoscimento degli operai e delle loro organizzazioni come l’unico riferimento capace di guidare uno schieramento sociale in grado di rovesciare le scelte politiche ed economiche degli ultimi anni. Riconoscimento non scontato, che rappresenta un fatto nuovo rispetto alla situazione sociale e politica degli ultimi vent’anni. In un colpo solo, si è resa evidente la possibilità di fermare l’offensiva di Marchionne e insieme raccogliere le forze per costringere padronato e governo alla difensiva e all’arretramento, tanto più a fronte di un sistema politico che non è in grado neppure di conciliare gli interessi delle classi che intende rappresentare.Deve essere chiaro che queste forze non hanno oggi una rappresentanza politica e ne hanno solo parzialmente una sindacale.Mentre altre categorie sociali, anche particolari e minoritarie (per es. avvocati, medici, commercianti), sono in grado di condizionare la formazione delle leggi e le scelte del governo, milioni di lavoratori sono esclusi dai processi decisionali e non dispongono di un proprio partito politico. Anche sul piano sindacale, i lavoratori si trovano a dover rompere l’accerchiamento di organizzazioni come CISL e UIL che stanno dalla parte dei padroni.Solo la FIOM ha reagito in modo deciso all’attacco di FIAT e Confindustria, con risultati che sarebbero già stati molto diversi se la CGIL avesse fatto lo stesso.La manifestazione del 16 ottobre ha mostrato le dimensioni e le potenzialità di un movimento che deve perciò contare sulle proprie forze e darsi un programma sindacale e sociale che faccia leva sugli interessi e i diritti dei lavoratori. Opponendosi fermamente e da subito nelle fabbriche a tutte le imposizioni e le richieste su orari e ritmi di lavoro. Rivendicando ai lavoratori la determinazione delle richieste contrattuali, a cominciar da forti aumenti salariali e dalla scala mobile, il diritto di decisione sulla validità degli accordi, i diritti politici per i lavoratori immigrati, l’abrogazione delle leggi sul lavoro degli ultimi 15 anni. Difendendo i diritti e i servizi sociali a cominciare da Sanità, Scuola e Trasporti. Rivendicando un sistema fiscale che sposti il prelievo dai lavoratori dipendenti e dai pensionati al capitale, alla rendita e ai redditi alti in generale.

Redazione "il Manifestino"

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