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Le elezioni di mubarak: brogli e pestaggi

Ha stravinto il partito del presidente-faraone ma stavolta il regime ha superato se stesso nel fabbricare il risultato del voto. Le opposizioni protestano. Fratelli Musulmani pronti a ritirare candidati dai ballottaggi

(30 Novembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Le elezioni di mubarak: brogli e pestaggi

foto: www.nena-news.com

Roma, 30 novembre 2010, Nena News – Si sapranno queste sera i risultati definitivi del primo turno delle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea del Popolo, la Camera bassa del Parlamento egiziano. Ma lo spoglio conta davvero poco, ha stravinto il Partito Nazional Democratico del presidente faraone Hosni Mubarak. Stavolta però il regime ha oltrepassato ogni limite nel fabbricare l’esito del voto tanto da suscitare la «costernazione» anche degli accondiscendenti alleati americani. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Philip Crowley, ha denunciato le intimidazioni attuate delle forze di sicurezza che hanno minato la trasparenza e la regolarità delle votazioni alle quali, dicono le Ong egiziane, avrebbero preso parte solo il 10% degli aventi diritto (il governo parla del 25%) «Siamo delusi anche per quanto accaduto prima delle elezioni, quando sono state bloccate le campagne elettorali di molti candidati, arrestati i loro sostenitori e impedito l'accesso ai media delle voci dell'opposizione», ha aggiunto Crowley. In ogni caso Washington continuerà a finanziare e sostenere il regime di Mubarak, stretto alleato degli Usa in Medio Oriente.

Oggi durante una conferenza stampa i leader dei Fratelli Musulmani, commentando risultati delle elezioni che hanno visto la loro organizzazione non ottenere alcun candidato eletto al primo turno e solo 13 andare al ballottaggio, il 5 dicembre, hanno annunciato che con ogni probabilita' si ritireranno totalmente dal voto. «Stiamo valutando la possibilità di ritirare i nostri candidati dai ballottaggi. Domani prenderemo la decisione definitiva», ha detto Muhammad Marsa. «Il regime egiziano ha falsificato la volontà popolare per i propri interessi, ma noi continueremo ad operare al servizio del paese nonostante i risultati delle elezioni e le pressioni esercitate nei nostri confronti», ha aggiunto da parte sua la guida suprema dei Fratelli Musulmani, Muhammad Badia.

Difficile credere alla regolarità dello spoglio in corso se si tiene conto che i Fratelli Musulmani (seppur illegali) sono la principale forza d’opposizione al regime e alle elezioni del 2005 conquistarono il 20% dei deputati, nonostante i brogli avvenuti anche in quell’occasione. «I brogli a cui abbiamo assistito sono palesi», denuncia nel frattempo il sito del movimento islamico che cita il caso della sezione elettorale 234 dove c'erano 378 voti validi e nessuna scheda annullata. I candidati del Pnd in quella sezione, aggiunge il sito, hanno ottenuto 910 voti mentre il candidato islamico non ha ottenuto alcuna preferenza. Per il presidente del partito Tagammu (sinistra), Rifat al Said, queste elezioni «sono state le peggiori mai tenute in Egitto».

Secondo i dati disponibili il Pnd ha conquistato sino a questo momento 107 dei 508 seggi della Camera bassa ma è probabile che arrivi ai 2/3 contando gli "indipendenti" che in realta' fanno capo al partito di Mubarak. Il partito Wafd (destra liberale) ha ottenuto tre seggi, Tagammu un seggio, Giustizia sociale un seggio e Ghad (centrista) un seggio. I brogli hanno colpito soprattutto i Fratelli Musulmani. Al primo turno sono già state eliminate due personalità islamiste di spicco: il presidente del gruppo parlamentare, Saad Katatni e il portavoce del gruppo, Hamdi Hassan. «Non sarebbe stato per me un onore vincere in elezioni truccate», ha detto Hassan, sottolineando che «le elezioni del 2005 sono state un caso eccezionale, perchè i giudici controllavano tutto il processo elettorale». «Questa volta - ha previsto Hassan - penso che non otterremo un seggio nemmeno al ballottaggio... agendo così il regime e il suo partito mandano alla strada e al popolo egiziano un messaggio negativo...che non c'è più alcuno strumento per una riforma politica pacifica dell’Egitto».

Per il governo invece tutto è andato per il meglio e non ci sono state irregolarità. Il ministro per l'informazione Anas el Fekki ha affermato che alcuni episodi di violenza (due morti nella regione del Delta e sette feriti ad Assiut) non hanno inciso «sullo svolgimento e sull'integrità delle elezioni.

Si attendono ora le reazioni di Mohammed ElBaradei, l’ex capo dell’agenzia atomica internazionale, che si è affermato al suo rientro in Egitto come il principale punto di riferimento per chi contesta il regime di Mubarak. ElBaradei a luglio aveva chiesto alle forze politiche di opposizione di boicottare il voto perchè si sarebbe rivelato una tragica farsa. Ma il suo appello non è stato ascoltato. Nena News

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