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Egitto: la vittoria di un regime stagnante

Ma il Pnd e' in difficolta' nonostante il successo, a causa di divisioni interne. Il partito di Mubarak sta cercando di metter in ordine le sue fila e di stabilire le priorità, in primis chi comanda.

(1 Dicembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Egitto: la vittoria di un regime stagnante

foto: www.nena-news.com

DI AZZURRA MERINGOLO

Cairo, 1 dicembre 2010, Nena News - “Le elezioni di questi giorni sono un conflitto tra verità e bugia - dichiara con tono pungente e viso pacato Mohammed Badie, leader dei Fratelli Musulmani egiziani – Allah è per noi un guardiano eccellente, ma il sistema giudiziario egiziano dovrebbe essere in grado di garantire la giustizia.” Nel discorso andato in onda ieri mattina su “la voce dell’Egitto” Badie ha chiesto a tutti coloro che sono stati testimoni di brogli elettorali di denunciarli pubblicamente, magari servendosi dei siti che hanno monitorato autonomamente il processo elettorale, sottolineando che la fratellanza ha già denunciato la completa illegalità del processo elettorale.

I sospetti di brogli pesano ancora di più quando vengono confermati e il grande impegno di coloro che stanno facendo di tutto per svergognare il regime ha fatto innervosire i piani alti dei palazzi di governo dai quali c’è stato chi, come il segretario nazionale del Partito Nazional Democratico, Pnd, del raís Hosni Mubarak, ha osato dire che tutte queste continue denuncie di brogli elettorali servono solo all’opposizione per giustificare la sua schiacciante sconfitta.

Che che ne dica il governo, sull’esistenza di queste frodi, iniziate ben prima di domenica scorsa, non vi sono dubbi. Nella sfera virtuale circolano numerosi video che mostrano come la polizia ha cercato di intimorire gli elettori dei candidati di opposizione che si presentavo ai seggi.

Ai casi di violenza alle porte dei seggi, si sono sommati tentativi di corruzione degli elettori che sono andati bene oltre la solita intimidazione porta a porta. Diffusa è stata la pratica di acquisto, tramite misere mazzette, dei voti da parte dei candidati del Pnd. Su Facebook circola una foto che immortala il ministro della produzione militare Said Meshal che allunga banconote ad alcuni cittadini.

E a questi si sono sommati i più comuni brogli all’interno dei seggi dove nella confusione più totale si sono riempite urne elettorali aggiungendoci schede non valide.

Sul sito dei fratelli musulmani si denuncia l’incapacità del regime di far quadrare i conti. Nella sezione elettorale 234 c’erano 378 voti validi e nessuna scheda annullata. Eppure i candidati del Pnd hanno ottenuto 910 voti, mentre il candidato della fratellanza non ha ottenuto alcuna preferenza. Si sospetta che a votare ci siano stati anche i soliti zombi, delle persone decedute i cui nomi continuano a comparire nei registri dei votanti.

E mentre all’interno del paese, distogliendo l’attenzione dei cittadini su questi avvenimenti, la stampa ufficiale non fa altro che celebrare la scontata e schiacciante vittoria del Pnd, anche nei corridoi della Casa Bianca c’è chi si mostra preoccupato per le irregolarità accadute durante le votazioni. “Siamo sconcertati dalle notizie che ci arrivano dal Cairo – dice un diplomatico americano al quotidiano Al Ahram – e dai risultati provvisori che stanno uscendo.”

Risultati che sembrano aver assegnato la maggior parte dei 508 seggi in palio al Pnd. Nel primo turno elettorale ai partiti di opposizione sarebbero andati sei seggi, di cui due al Wafd e neanche uno ai fratelli musulmani che nel 2005 ne ottennero 88. Nel suo discorso Mohammed Badie, che difende la decisione del movimento di non boicottare le elezioni, dice che la fratellanza non si arrenderà e cercherà di fare il possibile per essere incidente nel processo politico nazionale, utilizzando tutti i mezzi a sua disposizione, violenza esclusa, per lottare contro la corruzione, la tirannia e l’ingiustizia del regime. Sono ventisette i candidati della fratellanza che domenica 5 dicembre andranno al ballottaggio con membri del Pnd, nella maggior parte degli altri seggi il ballottaggio sarà tra candidati entrambi apparenti al partito del raís. Indignato dal clima di brogli, Sayed El-Badawi, leader del Wafd, sta considerando di ritirare i suoi candidati dal secondo turno elettorale.”Un’assemblea senza opposizione ” titolava questa mattina il quotidiano indipendente Al Shouruk, sottolineando appunto come nella seconda tornata elettorale “Il Pnd competerà esclusivamente contro sé stesso.” Già nel primo turno comunque il partito dell’eterno faraone è stato l’unico ad avere candidati in tutti i seggi in palio.

Tutto ciò non fa altro che confermare quello che ci si aspettava alla vigilia. Queste elezioni non hanno alcun significato per il paese, non sono rappresentative della nazione e non avevano le premesse per esserlo. Oltre a testimoniare nuovamente la forza e la violenza di questo stagnate regime, le votazioni hanno mostrato che il futuro del paese è concentrato nelle mani del Pnd, un partito che è attualmente in difficoltà a causa di divisioni interne. Non è quindi un caso che si siano registrati atti di violenza tra i sostenitori di candidati del Pnd in competizione nello stesso collegio. Il partito del raís, ultimamente scompigliato, sta cercando di organizzarsi, di metter in ordine le sue fila e di stabilire le priorità, in primis chi comanda. Pian piano sta cercando di prepararsi ad affrontare l’era post Mubark che, pur non sapendo con precisione quando arriverà, è ormai alle porte. Nena News

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