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Piano casa: a rischio aree verdi e servizi. Urbanisti e architetti denunciano: “Altri 80 milioni di metri cubi, sarà uno scempio”

(6 Dicembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Piano casa: a rischio aree verdi e servizi. Urbanisti e architetti denunciano: “Altri 80 milioni di metri cubi, sarà uno scempio”

foto: www.radiocittaperta.it

Marina D'Ecclesiis, Radio Città Aperta

6-12-2010 / 15:02:46 ---“Il piano casa sarà uno scempio”. È questa la conclusione di un dossier pubblicato da un gruppo di architetti e urbanisti sul Piano Casa messo a punto dal governo regionale di Renata Polverini. Dal documento, studiato per il gruppo Sel in Regione, risulta che della distesa di costruzioni che si alzeranno da Viterbo a Latina, 40 milioni di metri cubi sono destinati solo a Roma, fuori dal Piano regolatore, che ne ha già previsti 60.

La proposta di legge del centrodestra non risparmia neppure i tessuti urbani subito fuori dal centro storico come Prati, Testaccio, Garbatella, piazza Bologna, piazza Vittorio, e altre zone centrali; in tutte si potranno realizzare attici e superattici o chiudere balconi e terrazzi, tutto in deroga al piano regolatore. Gli ampliamenti, come alla Garbatella, anche classificata sismicamente, potranno arrivare al 35% del volume iniziale; mentre attraverso la demolizione di villini o edifici 8-900eschi potranno essere costruite, al loro posto e con un incremento del 30% del volume, anonime palazzine.
Ma quello che i ricercatori della redazione di linkontro.info hanno sottolineato è il rischio di perdere le aree verdi: 1500 ettari di parchi e
500 di aree agricole. Emblematico è proprio il caso di Roma, dove il Piano casa mette a rischio le aree destinate a servizi e verde pubblici. Nella Capitale il Piano regolatore ha acquistato validità dalla pubblicazione,
avvenuta a marzo 2008. Ne consegue che da marzo 2013 su tutte le aree vincolate e non ancora espropriate potranno essere utilizzati gli strumenti e le deroghe previste.
Anche l'adeguamento sismico diviene elemento in grado di far lievitare le cubature. Perciò in gran parte della regione e della stessa Roma, precisamente nei municipi ad Est classificati "a rischio", sarà possibile, adeguando gli edifici alle norme, ampliarli del 35%. Così gli enormi capannoni sulla Tiburtina, comprese le costruzioni trasformate abusivamente in terziarie, come la ex Romanazzi, potranno aumentare di un terzo la cubatura.
La legge, infine consente di ampliare e modificare la destinazione d'uso in residenziale anche nel caso di demolizione e ricostruzione di immobili non residenziali, dismessi o non ultimati entro il 30 settembre scorso. Secondo una stima, solo a Roma gli edifici con queste caratteristiche ammontano a un milione di metri cubi che diventerebbero 1,3 dopo la trasformazione. Tutto questo comporterà un aumento degli abitanti concentrati in alcune zone (circa 16 mila in piu') senza la previsione di nuovi servizi, aggravando la già drammatica situazione di quartieri come Tor Bella Monaca, Centocelle o il Quarticciolo, già poveri di servizi. Ne consegue che se tutti i potenziali fruitori del piano casa realizzassero gli aumenti di cubatura si arriverebbe solo a Roma ad 85 milioni di metri cubi in più. Tutto questo, secondo il dossier, provocherebbe uno sconquasso del territorio ma potrebbe altresì generare, per l'enorme quantità di nuove edificazioni che verrebbero messe sul mercato in tempi brevi e ben oltre le reali esigenze, un vero e proprio crack immobiliare, molto simile a quello che negli Stati Uniti ha portato all'avvio della crisi.
La proposta di legge – concludono i ricercatori- prevede anche qualche piccola riduzione ma per l'edilizia residenziale pubblica. Questo nuovo “Piano Casa” infatti si ricorda di tutti, dei centri sportivi e degli alberghi, dei centri commerciali e degli uffici, ma non dell'edilizia residenziale pubblica.

Radio Città Aperta - Roma

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