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“Movimenti Uniti contro la Crisi” alla Regione Lazio

“Il ricorso alla forza dimostra la scarsa attenzione per ciò che succede nella Regione e in tutto il Paese”. Le corrispondenze di RCA dal presidio e dal ponteggio occupato

(7 Dicembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

“Movimenti Uniti contro la Crisi” alla Regione Lazio: “Il ricorso alla forza dimostra la scarsa attenzione per ciò che succede nella Regione e in tutto il Paese”. Le corrispondenze di RCA dal presidio e dal ponteggio occupato

foto: www.radiocittaperta.it

Mila Pernice, Radio Città Aperta

07-12-2010/18:53
--- E' ancora in corso il presidio alla Regione Lazio, “assediata” da ieri mattina, quando oltre 400 lavoratori, precari, cassintegrati, attivisti dei movimenti per il diritto all'abitare e per i beni comuni, riuniti nei “Movimenti Uniti contro la Crisi”, hanno occupato il palazzo della Regione in Via Rosa Raimondi Garibaldi. Pesante il bilancio delle cariche della polizia, intervenuta nel pomeriggio per sgomberare le scale esterne e l'atrio del palazzo, cariche che hanno provocato almeno 6 feriti fra gli attivisti. Intanto i 7 manifestanti saliti sul tetto si trovano ancora sui ponteggi decisi a rimanere finché la Polverini non accetterà un incontro sulle tante vertenze ancora in sospeso. Tra loro c'è anche Pio Congi, dell'Unione Sindacale di Base, contattato telefonicamente da Radio Città Aperta: “Abbiamo passato la nottata al freddo, ma resistiamo perché ci sono tante vertenze in piedi, vertenze concrete. Da anni ci confrontiamo con tutte le amministrazioni di questa regione. Non si capisce perché in questa circostanza la Polverini, ex sindacalista, la sta ponendo nel modo più duro. Non siamo violenti, abbiamo fatto un blitz, rischiando la nostra pelle, utilizzando l’impalcatura esterna. Non c’è violenza - ha sottolineato Congi - ma una radicalità delle lotte imposta dalla radicalità del rifiuto di confrontarsi con noi. Non abbiamo mai incontrato la governatrice del Lazio, e come USB vorrei incontrarla perché ci sono tantissime vertenze aperte: gli LSU, i cassintegrati.. nel Lazio ce ne sono circa 85.000. Che fine faranno fra un anno, sempre se la Regione ci metterà le risorse? Saranno 85.000 disoccupati? Ecco, di tutte queste questioni, estremamente concrete, vogliamo parlare con la Polverini” ha concluso il sindacalista dell'USB. Nel pomeriggio si è tenuta un'assemblea davanti al palazzo della Regione, che “non è palazzo Polverini – ha detto Paolo Di Vetta, dei Movimenti per il diritto all'abitare e dell'Asia/USB, aggiungendo - anche se credo che la Polverini immagini quel luogo come il cortile di casa sua, e per questo ha chiesto alle forze dell’ordine di ripulirlo come fossero giardinieri. La decisione di utilizzare le maniere forti dimostra la scarsa attenzione per quello che sta succedendo nella regione e nel paese. C'è una crisi profonda e pensare di risolverla con i manganelli, come è avvenuto ieri, mettendo tutti sotto tensione, credo sia la cosa più pericolosa che si possa mettere in campo”, ha detto ancora Di Vetta, che ieri durante gli scontri è stato ferito e poi trasportato d'urgenza in ambulanza al CTO. “Sembrava che il Pronto Soccorso del CTO si fosse trasformato in un commissariato – aggiunge ancora - era pieno di polizia in divisa e in borghese che chiedeva ripetutamente come fossero andate le cose anche a chi ancora non aveva i referti delle lastre, anche a chi ancora stava in barella, come me. Ci siamo rifiutati di rispondere e alla fine delle visite hanno minacciato di portarci al commissariato e di arrestarci se non avessimo ottemperato alle loro richieste. Abvbaiamo fatto resistenza, non abbiamo fornito i documenti e non li abbiamo seguiti da nessuna parte. Abbiamo detto che il loro atteggiamento era illegittimo e non avrebbe portato da nessuna parte. A quel punto – ha detto ancora Di Vetta a Radio Città Aperta - hanno rinunciato e siamo usciti tranquillamente”. Il presidio di supporto agli occupanti dei ponteggi sta dimostrando tutta la determinazione dei Movimenti Uniti contro la Crisi a proseguire con la richiesta alla Regione dell'apertura dei tavoli tematici sulle vertenze, cui già il 25 novembre la Polverini aveva risposto con il ricorso alla forza: “Prima di manifestare il nostro dissenso con l'arrampicamento sui ponteggi del palazzo – affermano i Movimenti Uniti contro la Crisi in un comunicato diffuso oggi - abbiamo atteso per un'intera settimana segnali da parte della governatrice Polverini e della sua maggioranza. Dopo la manifestazione di migliaia di lavoratori, precari e disoccupati che il 25 novembre hanno trovato la sede della Regione circondata da centinaia di agenti e lo sgombero della delegazione dalla sala Liri, la Polverini si è chiusa nella sua torre, sorda ad ogni richiesta di confronto. Il comportamento della governatrice, che ha impedito ogni mediazione, anche quella avanzata da alcuni assessori della sua giunta, sta diventando la vera causa della tensione che si è ormai stabilita intorno alla sede della regione. A questo atteggiamento – continua il comunicato - è necessario opporre un vasto fronte sociale, sindacale e politico”. Anche Teresa Pascucci, dell'Unione Sindacale di Base, ha ricordato ai microfoni di Radio Città Aperta la manifestazione del 25 novembre: “avevamo organizzato quella manifestazione con lavoratori, precari cvassintegrati, Lsu, insieme ai movimenti per il diritto alla casa, al reddito e alla tutela dei beni comuni, perché abbiamo compreso insieme, e ne abbiamo avuto prova, che la Regione non solo non sta operando nessuna concreta politica che intervenga a supporto dei cittadini e dei lavoratori di questa regione, che stanno subendo fortemente gli effetti di una crisi catastrofica, sotto tutti i punti di vista, del reddito diretto ma anche indiretto, in termini di tagli ai servizi, ma sta ulteriormente tagliando su tutti i servizi essenziali a garantire una condizione di vita decente ai cittadini della regione, pensiamo ai tagli alla sanità e alla scuola. Per questo insieme abbiamo deciso di sottoporre una piattaforma all'attenzione della Regione per intervenire intanto sulle cose concrete su cui la regione può intervenire subito. La Polverini non chiacchieri a vuoto – apostrofa la sindacalista - sa perfettamente che può intervenire su tutte queste vertenze. Noi comprendiamo che la Polverini non risponde perché i soldi che pure ci dovevano essere, perché erano stati stanziati nel 2010, in realtà non ci sono e quindi reagisce con la forza, l'ordine pubblico, con un atteggiamento assolutamente scomposto che non si può giustificare da nessun amministratore pubblico” conclude Teresa Pascucci.

Radio Città Aperta - Roma

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