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(12 Agosto 2010) Enzo Apicella
Dopo numerosi rinvii, sembra che gli Stati Uniti rispetteranno i tempi previsti per il ritiro delle truppe dall’Iraq

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Fuori le truppe d'occupazione dall'Iraq

(20 Novembre 2003)

Gli attacchi della resistenza irachena contro i contingenti d'occupazione hanno colpito anche quello italiano. E' l'inevitabile conseguenza dell'arroganza guerrafondaia di Bush e alleati in Medio Oriente.

In Iraq hanno seminato distruzione, miseria, radioattività, malattie e morte; le hanno chiamate "democrazia", "libertà", "guerra al terrorismo"; hanno imposto embarghi, violato leggi e trattati internazionali; hanno usato ogni mezzo per seminare il terrore con o senza l'infame copertura dell'ONU per rubare il loro petrolio e colonizzare il paese. Hanno imposto al popolo iraqueno 12 anni di sofferenza e terrore. Quale popolo può essere grato a ciò? Può acclamarti come liberatore?

Il governo italiano si è accordato e accodato anche in questa ennesima guerra, come fece con quella di Somalia (dove i "nostri eroi" in divisa massacrarono e torturarono la popolazione civile); quella di Jugoslavia (dove i "nostri eroici" piloti sganciarono migliaia di bombe), quella afgana . Non importa chi governa, destra o sinistra, al grande capitale si ubbidisce sempre. Gli affari sono affari e poco importa se il profitto è lordo di sangue.

Lo dimostrano gli omicidi quotidiani che insanguinano i cantieri e le fabbriche della "democratica" Italia.

Ma per questi morti di serie Z nessun lutto nazionale, anzi ci si adopera per aumentarli distruggendo ogni garanzia, ogni conquista, per sfruttarci meglio e costringerci a rischi inaccettabili pur di incassare un misero stipendio.

Lo dimostrano inviando truppe in tutto il mondo (i militari italiani all'estero sono circa 15.000) ed anche in Iraq per aiutare i colonizzatori statunitensi nel "lavoro" di controllo e repressione di chi si oppone all'occupazione.

Lo hanno fatto con la speranza che bastasse distribuire un po' di caramelle ai bambini iracheni e qualche tangente per uscire indenni dall'odio provocato dal loro agire: vere e proprie operazioni repressive con arresti e rastrellamenti nei confronti della popolazione e della sinistra irachena.

Altro che missione di pace! Sono i governanti con le loro guerre ed i parlamentari che hanno votato per l'invio di militari i responsabili di queste morti come di quelle di altri militari colpiti dall'uranio impoverito in Bosnia. Ma per quest'ultimi nessun funerale di stato anzi i pidocchiosi non riconoscono neppure la "malattia professionale" così risparmiano.

Non sono morti in "missione di pace" ma sono morti per gli interessi della borghesia imperialista, dei petrolieri, dell'industria bellica.

E' rivoltante come tutta la propaganda televisiva e della carta stampata stia strumentalizzando questa vicenda con una retorica militarista e patriottarda molto simile a quella del ventennio fascista. E' rivoltante come questa vicenda sia utilizzata per criminalizzare gli oppositori più conseguenti; per ricorrere ad espulsioni illegali, creare sospetto e diffidenza verso gli immigrati (musulmani questa volta, albanesi qualche anno fa ...), gli stessi che muoiono nei loro cantieri.

La Resistenza del popolo iraqueno non è "terrorismo" agisce, invece, con la stessa legittimità con cui agivano i partigiani italiani (allora chiamati "banditi") contro gli occupanti nazisti e i loro alleati fascisti.

La resistenza irachena, lo dicono i rapporti della CIA e le inchieste della CNN, gode dell'appoggio e della simpatia della maggioranza della popolazione. I combattenti sono contadini, operai, pescatori, musulmani, laici, socialisti, comunisti, ecc.. Non c'è nessun "complotto internazionale" ma solo odio e disprezzo per chi ha bombardato e occupato la loro terra, imposto con missili e bombe la "civiltà occidentale".

Cosa possiamo fare?

In tanti abbiamo marciato in tutto il mondo per fermare la guerra, ora dobbiamo riconoscere la straordinaria determinazione di questo popolo e la sua resistenza alle maggiori potenze militari del mondo.

L'Iraq agli iraqueni: via le truppe d'occupazione.

Solo con la sconfitta dei guerrafondai i progetti di nuove aggressioni degli imperialisti contro Siria, Iran, Corea, Venezuela, Cuba ... subiranno un arresto.

Contraddizioni e lacerazioni politiche ed economiche si apriranno negli Stati Uniti e in tutto l'Occidente ostacolando i progetti di rapina e dominio del capitale e dei suoi governanti.

La resistenza dei popoli iracheno e palestinese è la nostra resistenza e per questo dobbiamo sostenerla ritornando a manifestare contro le basi militari che i nostri politicanti hanno messo a disposizione per queste avventure neo-coloniali.

Il nostro paese è ormai ridotto alla più grande portaerei USA del mondo (107 basi).

E' la resistenza a chi in Europa e negli Stati Uniti ci toglie le pensioni, i servizi sociali, ci taglia i salari per arricchire il grande capitale e aumentare le spese militari.

Collettivo Red Ghost
Redazione Laboratorio Sociale
(Ravenna)

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