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Giordania: karama, diritti umani significano "dignita'"

Gli organizzatori della conferenza ad Amman hanno invitato esperti a discutere temi molto rilevanti per la situazione dei diritti umani non solo nel regno hashemita ma in tutto il Medio oriente e nel resto del mondo.

(10 Dicembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Giordania: karama, diritti umani significano "dignita'"

foto: www.nena-news.com

GIORDANIA: KARAMA, DIRITTI UMANI SIGNIFICANO "DIGNITA'" DI CHANTAL MELONI *

Amman, 10 dicembre, 2010, Nena News - Si chiude oggi ad Amman il Karama Human Right Film Festival. L'evento è significativo; si tratta infatti del primo film festival sui diritti umani mai organizzato in Giordania. Per sei giorni decine di film provenienti da ogni angolo del mondo sono state proiettati nella bella sede del 'Reale Centro Culturale'. Accanto alle pellicole giunte dal Libano, Egitto, Iraq, dalla Siria, Arabia Saudita e Palestina, hanno trovato spazio pellicole che hanno acceso i riflettori sulla mancanza di democrazia in Cina e la battaglia per le libertà durante il comunismo in Cecoslovacchia, sui bambini abbandonati di Mosca e sui profughi georgiani, sul razzismo in Francia (la divertentissima “Agathe Clery” di Etienne Chatiliez, da vedere!), sulla violenza e discriminazione contro le donne in Africa, ma anche sulle donne “di ferro” liberiane e vincitrici del premio nobel in Kenya per le battaglie ambientali.

Forse sarà un caso, ma balza all'occhio che nessun lungometraggio sia ambientato in Giordania o diretto da un regista giordano. Come mi faceva notare con un sorriso uno degli ospiti del festival: “ognuno può trarre le sue conclusioni per analogia”. In verità per essere alla sua prima edizione, e dedicato ad un argomento tanto delicato in questa regione del mondo, questo festival è di tutto rispetto. Gli organizzatori hanno invitato esperti a discutere temi molto rilevanti per la situazione dei diritti umani in questo paese, in particolare inserendo un panel sui diritti delle donne in Giordania e uno sulla situazione delle carceri giordane e la prevenzione della tortura, a cui hanno partecipato i responsabili governativi ed il Commissario Centro Nazionale per i Diritti Umani. La situazione palestinese, ed in particolare la mancanza di giustizia per i crimini dell'occupazione israeliana e l'impasse sul piano internazionale, hanno dato luogo ad un vivace dibattito.

Il programma del festival è stato arricchito dalle performance musicali oniriche di Kamilya Jubran e Werner Hasler, dalle installazioni artistiche del primo festival di video arte di Gaza, dalla danza di un gruppo spagnolo che lavora con ragazzi affetti dalla sindrome di down, dai monologhi teatrali scritti dai bambini di Gaza e da varie altre esibizioni d'arte.

Stasera il festival si chiude celebrando la 62esima giornata mondiale dei diritti umani con la proiezione del film “Moving the Mountain”, sulla vita dell'attivista cinese Liu Xiaobo, incarcerato per le sue denunce e vincitore del premio Nobel. Il film sarà proiettato in contemporanea in tutto il mondo per esprimere solidarietà ai difensori dei diritti umani perseguitati nelle più varie parti del mondo a causa del loro ruolo nella protezione della dei diritti fondamentali e della dignità umana.

Ed è proprio alla dignità umana che la direttrice del film festival di Amman, la poetessa e scrittrice teatrale Sawsan Darwaza, si è ispirata. Karama, infatti, questo significa in arabo: dignità. Nella parole di Darwaza, “Karama come la più elevata forma di umanità; vivere con onore, sicurezza e speranza”, perchè come riconosciuto nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, tutti gli esseri umani sono nati liberi ed eguali in dignità e diritti. Certamente molta strada ancora rimane da percorrere perchè questa dichiarazione assuma sostanza, specie in alcuni parti del mondo; il Karama festival di Amman è un piccolo, intelligente passo in questa direzione. Speriamo che molte altre edizioni seguiranno. Nena News

*Ricercatrice di Diritto Penale, Universtà Statale di Milano. Ha partecipato al festival Karama come relatrice al panel sulle violazioni dei diritti umani nel contesto internazionale.

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