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Riot on a crowded street

(11 Dicembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

Solo un paio di settimane fa il Sole 24 Ore si chiedeva se la rivolta degli studenti britannici del 10 novembre avrebbe potuto significare l'inizio di un nuovo periodo di lotte nell'isola apparentemente pacificata dall'epoca dei governi della Thatcher. Una domanda che evidenziava il timore degli industriali di tutta l’Europa di dover affrontare una rivolta continentale. Ad un mese di distanza dall'assalto al quartier generale del partito conservatore, a Londra gli studenti e le studentesse hanno dato una nuova dimostrazione della determinazione che pervade le strade di tutta l'Unione Europea. In occasione dell'approvazione del provvedimento che prevede addirittura la triplicazione delle tasse universitarie a carico degli studenti, escludendo così di fatto i giovani appartenenti alle classi subalterne dall'accesso all'alta formazione, le strade della capitale sono state nuovamente teatro di duri scontri tra manifestanti e forze dell'ordine.

Abbiamo visto come l'unità delle lotte sia data oltre che dal comune piano dell'attacco che il capitale europeo sta portando avanti (le riforme dell'università sono applicazione di quello che è denominato Processo di Bologna), anche dalle pratiche di lotta che i movimenti stanno mettendo in campo. E così, anche dal punto di vista simbolico, il book block di Londra trae spunto e si ricollega a quello visto nella Roma del blitz al Senato di due settimane fa. E ci parla di un movimento che travalica i confini nazionali, di un movimento che comincia a costruire, al di là della retorica, dei percorsi che hanno le stesse parole d'ordine, le stesse pratiche, gli stessi obiettivi. Siamo nelle strade di tutt'Europa per urlare che "il futuro non è scritto", per rivendicare un nuovo protagonismo, per la costruzione di un blocco sociale capace di impedire l'applicazione delle riforme "lacrime e sangue" che vorrebbero imporci e di far intravedere un orizzonte diverso.

Alla fine al Parlamento britannico, seppur con una maggioranza risicata (323 sì contro 302 no), l'aumento delle tasse universitarie è passato. Non è bastato l'assalto al palazzo del Ministero del Tesoro, né quello alla Rolls-Royce su cui viaggiavano il principe Carlo e Camilla. Ma già dopo il 10 novembre in troppi avevano voluto sperare che si trattasse di uno spasmo, di una semplice esplosione che non avrebbe avuto seguito. In piazza è stato dimostrato l'esatto opposto. Oggi all'ordine del giorno è la domanda sulla maturità di un movimento che ha saputo conquistare la ribalta in poco tempo e che è chiamato a proseguire la lotta al di là delle scadenze parlamentari.

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

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