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Egitto, la vittoria di pirro del pnd di mubarak

Dietro i brogli elettorali sfociati in una vittoria schiacciante, si nasconde un partito che é diviso a causa di conflitti interni, concentrati, quasi tutti, sul futuro dell’era post-Mubarak.

(13 Dicembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Egitto, la vittoria di pirro del pnd di mubarak

foto: www.nena-news.com

DI AZZURRA MERINGOLO

Il Cairo, 13 dicembre 2010, Nena News (nella foto dal sito www.georgeweyman.com, Hosni e Gamal Mubarak) - Gli egiziani sono un popolo abituato alle frodi elettorali. Nel corso della storia moderna del paese sono stati rari gli eventi nel quale si è verificato in Egitto un processo elettorale trasparente e realmente pluralista e per questo gli eventi ripetutosi anche in questa ondata elettorale non hanno sorpreso più di tanto la popolazione e glia analisti che da anni seguono le vicende politiche del paese. Anche molti degli strumenti attraverso i quali il regime ha manipolato il processo elettorale erano già stati utilizzati prima, per esempio nelle famose elezioni del 1995, quando il regime aveva negato il monitoraggio e macchiato l’intero processo con continui casi di frode. Per queste ragioni si sapeva che le elezioni non avrebbe avuto alcun significato politico e che sarebbero state esclusivamente un test per il partito al potere, un esame che il Partito Nazional Democratico, Pnd non sembra aver superato con successo.

Dietro questa grande manipolazione del processo elettorale si nasconde infatti un partito che é attualmente diviso a causa di conflitti interni, concentrati, quasi tutti, sul futuro dell’era post- Mubarak. Anche se l’ottantaduenne Hosni Mubarak sembra un instancabile faraone, non è ancora sicuro che scenderà in campo per la sesta volta consecutiva alle presidenziali del prossimo anno e, qualora lo facesse, non è detto che resti al potere per l’intera durata dell’incarico. All’interno del Pnd ci sono due correnti contrastanti. L’ala più giovane sostiene quello che sembra essere il favorito per eccellenza, Gamal Mubarak, figlio di Hosni, che gode dell’appoggio degli uomini d’affari egiziani che pensano di poter giocare un ruolo importante nella corsa presidenziale. Dal 2000 al 2004 i businessman egiziani hanno accresciuto il loro potere all’interno del Pnd, ma negli ultimi due anni, soprattutto a causa della crisi economica globale, questi hanno perso parte del potere guadagnato e il loro peso all’interno del partito è decisamente diminuito. Nel Pnd é quindi netta la distinzione tra vecchia e nuova guardia. Anche se il rampollo del raìs sembra avere la strada spianata, il suo successo non è affatto garantito. A mettere i bastoni tra le ruote alla sua ascesa al potere sarebbe la leadership militare, la vecchia guardia che non nutre simpatie per il giovane Mubarak perché, qualora vincesse, sarebbe il primo presidente post-monarchico non uscito dalle fila dell’esercito.

Un giovane rimasto ferito durante le elezioni

Queste divisioni interne sono emerse chiaramente nel processo di selezione dei candidati alle parlamentari. Le continue liti interne e l’incapacità di trovare in molti casi un candidato che godesse del supporto dell’intero partito, hanno condotto la dirigenza del Pnd a presentare 800 nomi di candidati per 508 seggi in palio e questo ha portato in molti collegi a una competizione fratricida che è spesso diventata violenta. Così facendo si è cercato di ridurre il numero di candidati che, non trovando spazio all’interno del partito, corressero come indipendenti, minando quindi l’unità della base del partito.

Secondo numerosi analisti però questa tattica è stata del tutto fallimentare e non è servita a realizzare la riforma nella quale si sperava. Gli avvenimenti succedutosi nelle votazioni hanno mostrato che il Pnd non ha superato il suo tribalismo interno e che per assicurarsi la vittoria questo partito ha ancora bisogno dell’aiuto delle forze di sicurezza, e, soprattutto in contesti rurali, di comprare il voto degli elettori.

Oltre a rovinare la reputazione di un partito che continua a perdere credibilità, questo dimostra che anche se il Pnd vuole mostrare il suo volto forte e unitario, in realtà è in frantumi. Quello che ha mosso la maggior parte dei candidati non è stata una visione politica condivisa, quanto piuttosto il desiderio di accaparrarsi un seggio per assicurarsi i propri interessi. All’interno del Pnd esistono riformisti, ma ogni loro tentativo di imporre un cambiamento è stato bloccato da chi non vuole rischiare di perdere la poltrona e i privilegi che da essa derivano.

Tutto ciò non fa che complicare i calcoli dell’eterno faraone che trova davanti a sé un quadro confuso che non lo aiuta a fare progetti sul processo di transizione del potere.

Chiodo schiaccia chiodo, e mentre il raís non riesce a trovare il bandolo della matassa all’interno del partito, secondo alcune notizie trapelate alla stampa nel corso della settimana, Hosni starebbe almeno cercando di riordinare la squadra di governo, guidata dal primo ministro Ahmen Nazeef. Il rimpasto che il presidente Mubarak si appresta a fare comprenderebbe numerosi ministeri importanti. Il primo ministro a perdere la poltrona potrebbe essere quello dell’agricoltura, viste le sue fallimentari politiche che hanno portato a un incremento del prezzo del grano e del riso, beni che la popolazione egiziana consuma in enormi quantità.

Altri ad abbandonare la squadra di governo sarebbero il ministro della sanità, quello dell’ambiente, quello dello sviluppo amministrativo, quello della cultura e persino quello della giustizia i cui “errori” e le cui “sviste” sono state in realtà una manna dal cielo per il regime. Nena News

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Nena News

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