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    Tehran soffoca nello smog

    Sulla capitale iraniana è caduta una «pioggia artificiale». Cinque aerei-cisterna hanno sorvolato la citta': una ventina di voli al mattino, altrettanti al pomeriggio, circa duemila litri d'acqua spruzzata a ogni volo. Per allentare la morsa dell'inquinamento

    (13 Dicembre 2010)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

    Tehran soffoca nello smog

    foto: www.nena-news.com

    DI MARINA FORTI *

    Roma, 13 dicembre 2010, Nena News (nella foto uno degli abituali ingorghi stradali della capitale iraniana) - Su Tehran è caduta una «pioggia artificiale», nei giorni scorsi. Cinque aerei-cisterna hanno sorvolato la capitale iraniana,apprendiamo da Press Tv, il canale satellitare (in inglese) della tv di stato: una ventina di voli al mattino, altrettanti al pomeriggio, circa duemila litri d'acqua spruzzata a ogni volo, e così per due giorni di seguito martedì e mercoledì (scorsi).

    Tutto questo nel tentativo di allentare la cappa di smog che sta letteralmente soffocando questa gigantesca metropoli - la Grande Tehran fa circa 17 milioni di abitanti, ed è circondata da una cintura industriale. Smog denso come nebbia: nasconde le montagne che sovrastano la città, avvolge la torre delle telecomunicazioni che assomiglia a un enorme ago con disco volante. Rende difficile respirare, ponendo un grave rischio sanitario che chiunque abbia dei problemi respiratori: il ministero della sanità dice che le ammissioni negli ospedali sono salite del 20% nelle ultime quattro settimane. Riferisce Press tv che la «pioggia artificiale» è stata diretta in particolare sulle zone più inquinate: elenca Shahr-e Rey, città-satellite industriale a sud-ovest della capitale, poi i sobborghi meridionali.

    Spruzzare acqua è solo una delle misure adottate dopo una riunione d'emergenza la scorsa settimana: per due giorni sono stati chiuse scuole, università e uffici pubblici, sospese le attività sportive all'aperto, sconsigliato a bambini e anziani di uscire di casa. Le fabbriche più inquinanti hanno avuto ordine di ridurre gli orari di attività, cave e fornaci nella periferia della Grande Tehran chiuse almeno temporaneamente, i veicoli circolano a targhe alterne. Ma resta il problema a lungo termine: Tehran è indicata da tempo come una delle città più inquinate al mondo. In parte si deve alla posizione geografica della metropoli, in una conca ai piedi di una catena montagnosa (tra la zona nord e il centro ci sono fino a 600 metri di dislivello): le montagne sono proprio a ridosso dell'abitato e fanno un muro che impedisce la ventilazione, una Milano all'ennesima potenza. Giorni fa il governatore di Tehran, Morteza Tamaddon, diceva che l'Ente di protezione ambientale sta studiando sistemi di ventilazione da installare in centinaia di siti inquinati della capitale.

    Tehran sotto la cappa dello smog

    Ma il vero problema è che popolazione, auto e fabbriche continuano a moltiplicarsi. Secondo i dati della municipalità e dell'Ente iraniano di protezione ambientale (citati da Press Tv), l'80 percento dell'inquinamento atmosferico che grava sulla città è dovuto ai 3,5 milioni di automobili che intasano strade e autostrade urbane (il traffico di Tehran è infernale, e per ora non è stato molto alleviato dalla costruzione di due linee di metropolitana che tagliano la città da est a ovest e da sud a nord). I veicoli a motore producono almeno 4.400 tonnellate di inquinanti atmosferici ogni giorno, 1,6 milioni di tonnellate all'anno, dalle emissioni di monossido di carbonio a vari gas di serra al particolato. L'emergenza ha generato molte polemiche, tra cui quella sulla benzina: secondo il quotidiano Ettelaat «la bassa qualità del carburante è la principale causa dell'inquinamento» - cioè, la benzina raffinata in Iran in gran fretta negli ultimi mesi in uno sforzo straordinario per rendersi autosufficente sarebbe di qualità sub-standard. Il ministro del petrolio Massoud Mirkazemi ha risposto indignato: la benzina è innocente, la colpa è di riscaldamenti e scaldabagni. Nel frattempo tutti sperano nelle piogge - quelle naturali.

    * Giornalista. Questo articolo era stato pubblicato dal Manifesto lo scorso 1° dicembre

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