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Porto Marghera, operai Vinyls protestano a 150 metri per salvare produzione e occupazione

(16 Dicembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Scritto da Valentina Valentini
Giovedì 16 Dicembre 2010 10:31
“La temperatura era di -6 gradi, c’era una vento fortissimo da ovest, eravamo con tre sacchi a pelo a testa”. “Quando siamo su parliamo di lavoro e della famiglia, di problemi quotidiani, di come si fa arrivare a fine mese in cassa integrazione”...

Sono le testimonianze di alcuni degli otto lavoratori della Vinyls di Porto Marghera che hanno raccontato così la terza notte passata in cima alla torre dello stabilimento, a 150 metri, e sulla sommità del ponte della Polimeri Europa, 50 metri. “Una spettacolare protesta”, l’ha definita il ministro Paolo Romani, piuttosto ci sembra la difesa giusta e coraggiosa del proprio posto di lavoro, il gesto eclatante ma, ahimè, necessario per far sentire la propria voce alle istituzioni, ai media, a chi può dare risposte e non lo fa. Gli stabilimenti Vinyls, a Marghera, Porto Torres e Ravenna, sono fermi ormai da due anni e gli operai sono sempre più preoccupati per il proprio futuro e per un presente in cui arrivare a fine mese è sempre più dura, fra cassa integrazione e stipendi a rischio (quelli di dicembre e dei primi mesi del 2011). Nonostante ciò i lavoratori del polo chimico veneziano, che solo nel 2010 sono saliti ben tre volte sulla torre per protestare, fanno sapere che continueranno la loro lotta, “siamo determinati, non molliamo”, e respingono la proposta del ministro per lo sviluppo economico che si è detto disponibile a far avere gli stipendi che i lavoratori attendono, purché questi abbandonino la protesta. I lavoratori ed i sindacati, pur apprezzando la disponibilità e la vicinanza del ministro chiedono di più, vogliono l’impegno di Romani a convocare il tavolo fra Eni e Gita, l’azienda interessata ad acquistare gli stabilimenti Vinyls, salvando così la produzione e l’occupazione. Riccardo Colletti, segretario veneziano dei chimici della Cgil, attacca: “il ministro Paolo Romani deve avere più coraggio e costringere Eni ad incontrare i possibili compratori. Intanto la protesta proseguirà ad oltranza, e siamo pronti a muovere ulteriori azioni».

Valentina Valentini

16-12-2010

DirittiDistorti

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