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(18 Dicembre 2010)
anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org
In Italia, la scuola privata è una finzione giuridica. Le scuole private prendono i quattrini dallo Stato (ossia dai contribuenti), e poi fanno quello che vogliono. Nelle scuole cattoliche divulgano il verbo del papa; alla Bocconi insegnano la finanza creativa, quella di Madoff, che frega gli allocchi e fa diventar ricchi i furbi. Ma non solo.
Ai lavoratori impongono le loro regole. Alla Bocconi, la direzione vuole tagliare gli scatti di anzianità. Il 15 dicembre, 400 tecnici e impiegati, su 650, sono scesi in sciopero. Non avveniva dal 1992. In tutti questi anni, la Bocconi è stata un’oasi di pace sociale. Anche con il contributo dei sindacati confederali.
Benché l’azienda Bocconi macina profitti su profitti, in questa intervista, il rappresentante della CGIL afferma che nell’ultimo contratto non erano stati chiesti aumenti salariali. La sua dichiarazione svela la perversa logica della concertazione, attraverso la quale, i sindacati chiedono ai lavoratori sacrifici, ancor prima che il padrone li imponga. Ma in questo modo, come si vede, si apre solo la strada a ulteriori sacrifici.
Comunicato sullo sciopero del 15 dicembre
Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli
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