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(28 Febbraio 2011) Enzo Apicella
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Teoremi repressivi...? Quando la minoranza che decide comincia a temere la maggioranza che lotta

(21 Dicembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

Teoremi repressivi...? Quando la minoranza che decide comincia a temere la maggioranza che lotta

foto: www.caunapoli.org

“I centri sociali e le organizzazioni studentesche che fornirebbero le teste pensanti al vertice del Movimento sono nel rapporto dell’antiterrorismo. C’è il Pedro di Padova; il Crash, il Teatro polivalente occupato, il Collettivo autonomo studentesco, il Collettivo Universitario autonomo e Aula C di Bologna; il Forte Prenestino e Acrobax di Roma, il Collettivo Autorganizzato Universitario e il Laboratorio Insurgencia di Napoli: di qui proviene Fabio Federico, il 19enne arrestato. E ancora, ecco lo Spazio Liberato 400 colpi e il Collettivo di Scienze Politiche di Firenze; il collettivo Aut Aut, il Csoa Buridda e Zapata, il Terra di Nessuno e il Collettivo studenti medi Caos di Genova e infine, a Milano, la Bottiglieria occupata, la Rete degli studenti e l’Assemblea metropolitana permanente. Qualche ottimista immagina che vogliano emulare i no global europei, come gli studenti londinesi che hanno violato la sacralità della limousine della Regina, o i greci che si sono fatti sparare addosso dalla polizia; in realtà, più semplicemente, secondo gli investigatori dell’Ucigos sono lucidi manipolatori di persone”.

Massimo Martinelli, articolo pubblicato sul Messagero e sul Mattino, il 16 dicembre 2010

“Chi era presente lì? Cito ancora un giornale che ieri pubblicava i rapporti inviati al Parlamento, che non sono atti riservati: è l'elenco dei centri sociali. Sono sempre gli stessi che il Ministero dell'interno segnala come portatori di violenze e protagonisti, certamente anche a Roma, di questi fatti... il Collettivo Autorganizzato Universitario e il Laboratorio Insurgencia di Napoli, e così via. Non bisogna andare a cercare sulla luna quelli che hanno fatto le violenze; non erano nemmeno stranieri o black bloc... Ecco il grido di allarme che lanciamo oggi. Ci saranno altre manifestazioni e ci sarà altro dissenso... Ma quel che è accaduto giorni fa non si deve ripetere”.

Maurizio Gasparri, relazione al Senato, 17 dicembre 2010

Eccoci qui caro Gasparri, i burattinai che tramano nell'ombra, i “lucidi manipolatori di persone”, i responsabili di tutte, ma proprio tutte eh, le rivolte che attraversano l'Italia. Ci hai riconosciuto: proprio tu che con i burattinai, quelli veri, quelli dei Servizi e delle stragi fasciste, hai una bella consuetudine. Siamo quelli che – senza nemmeno corrompere con consulenze di migliaia di euro, com'è d'uso in Parlamento – convincono gli studenti a scendere in piazza, li portano per mano alla manifestazione e gli forniscono anche i sassi da tirare. D'altronde, si sa, per te e la Gelmini lo studente non ha un cervello, la capacità di pe?nsare autonomamente. Non ha l'intelligenza per decidere cosa gli sta bene e cosa no, e semmai opporsi con i mezzi che reputa più efficaci. Ci deve per forza essere qualche cattivone, che non si capisce da dove spunta o perché lo fa, che lo “strumentalizza”. Magari in accordo con qualche barone della CRUI, d'intesa con Bersani e con Topo Gigio (che è pagato anche lui dall'Unione Sovietica, è chiaro).

Gasparri, tu guadagni tipo 300.000€ all'anno. Non sappiamo quanto guadagnano Martinelli e gli investigatori dell'UCIGOS, però di certo molto più di quanto prendiamo noi quando puliamo i tavoli dei pub, facciamo le chiamate nei call center, ci sfiniamo fra lo studio e migliaia di lavoretti, precari, a volte a nero, sempre sfruttati. Be' tutti sti soldi che vi diamo noi (visto che le tasse in Italia i ricchi non le pagano), potreste usarli per scrivere sceneggiature più affascinanti, se non più credibili! Potevate dire che eravamo zombies usciti dagli anni '70, rianimati da Osama Bin Laden e da Renato Curcio per instaurare un regime islamo-comunista...

Vabbè, siamo seri. Cerchiamo di capire che messaggio ci vogliono dare con queste ed altre sparate, fra DASPO e teoremi repressivi:
a) innanzitutto vogliono spaventare. Sia gli studenti, i giovanissimi, i meno politicizzati, i veri protagonisti di questa mobilitazione, evocando il terrorismo per non far andare la gente in piazza, per non fargli frequentare le occupazioni, le iniziative del movimento. Sia gli studenti più politicizzati, per dire: dovete stare buoni, vi conosciamo, vi veniamo a prendere quando vogliamo.
b) quindi vogliono separare, inventare una spaccatura fra “buoni” e “cattivi”. Minacciare, provocare, blindare tutto, per poi aspettare che succeda qualcosa, qualsiasi cosa, e dire: vedete, avevamo ragione. Arrestiamoli tutti.
c) In questo senso il riferimento di Gasparri al 7 aprile 1979 (peraltro lui dice 1978 – d'altronde Gasparri è quello che non ha nemmeno letto la legge che porta il suo nome) ha un duplice senso. Il primo, palese: se non la smettete procederemo contro tutte le realtà organizzate. Il secondo, latente: non abbiamo manco bisogno di prove, ci inventiamo quello che vogliamo, proprio come fu il 7 aprile.

In sostanza, il messaggio del potere è chiaro: “non deve succedere più”. Se risuccede, manganello, olio di ricino e carcere per tutti. È la fine dello stato di diritto: puoi essere arrestato per quello che sei e pensi, e non solo per quello che fai. Tornate alle manifestazioni con fischietti e palloncini, e non date fastidio. Tanto non possiamo e non vogliamo rispondere ai problemi che ponete.

Ecco invece quello che noi dobbiamo sapere. Che il 14 è stata una grandissima manifestazione popolare, che la radicalità apparteneva a tutti gli studenti, e proprio ai più giovani, che sentono di non avere un futuro e di non avere più nulla da perdere. Che l'evento è stato epocale, e ha rotto con tutte le forme di compatibilità a cui ci avevano abituato, dalla paura delle forze dell'ordine alla fiducia nel politicante di turno. Che proprio a questo movimento guardano gli operai, gli sfruttati, i precari, i disoccupati ed i cassaintegrati, che da due anni pagano questa crisi, e che hanno battuto tutte le strade, dallo scendere in piazza a salire sui tetti, senza esito, arrivando persino a suicidarsi come forma estrema di protesta. Ora nei palazzi del potere e negli uffici delle Questure vedono che le lotte si uniscono, e di questo hanno troppa paura.

Per questo inventano, con la complicità di alcuni giornalisti, teoremi repressivi che in passato hanno portato in galera tanti giovani innocenti. Per questo gettano benzina sul fuoco. Siamo agli ultimi colpi di coda di un regime che sente di stare finendo. Non sarà oggi forse, ma il risveglio dei giovani e delle classi subalterne è definitivo. Ed è a questo risveglio che è affidato il futuro, si spera meno misero e meno ingiusto, di questo povero paese.

p.s.: comunque ringraziamo sti giornalacci e Gasparri per la pubblicità. Se volete sapere di altre rivolte che si preparano in giro per l'Europa, scoprire chi ha ammazzato Kennedy e capire come diventare capi supremi di centinaia di giovani scalmanati che terrorizzano bambini e povere vecchiette, potete venire a cercarci alle nostre assemblee (toh, sono pubbliche!) alle 14 all'Università Orientale o dare uno sguardo ai nostri siti, anch'essi pubblici...

del Collettivo Autorganizzato Universitario di Napoli

leggi anche

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una risposta a Martinelli, autore dell'articolo sul Mattino, di Cristiana Fiamingo (ricercatrice e docente presso l'Università Statale di Milano e coordinatrice locale della Rete 29 Aprile)

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

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