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La poesia...non è nei fatti!

(27 Dicembre 2010)

In un dossier, la vera natura della giunta pugliese.

Disoccupazione alle stelle e lavoro precario,

tagli ai servizi pubblici e finanziamenti alla sanità privata,

discarica dei rifiuti di stato,

Acquedotto ancora SpA!


La poesia...non è nei fatti!



Sit-in - martedì 28 dicembre - h 9.30

Sede del Consiglio regionale, Estramurale Capruzzi, Bari







Sinistra Critica parteciperà alla mobilitazione promossa dal Comitato pugliese "Acqua bene comune" e dai lavoratori e lavoratrici precari della sanità e distribuirà un Dossier (in basso) sulle responsabilità politiche del Governo regionale







Per chi la vive ogni giorno…che cos’è la “Puglia migliore”?




Rivinte le elezioni nel marzo del 2010 la Giunta regionale di centrosinistra inizia ad avere difficoltà a nascondere il suo vero volto. Da qualche mese le politiche varate dal governo regionale a discapito della sanità pubblica, del diritto alla salute e al lavoro stabile, della salvaguardia dell’ambiente e della ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese, vengono occultate con maestria e “giochi di parole” scaricando tutte le responsabilità verso il governo nazionale; non considerando che la Regione Puglia ha comunque potere di legiferare ed attuare politiche in materia di lavoro, sanità, servizi pubblici, ambiente e rifiuti.

Mentre la disoccupazione, a metà 2010, è salita al 13,5% (per la Cgil è al 17% inclusi scoraggiati e non attivi), quella giovanile tra i 15/24 anni è pari al 32,6% (senza considerare chi ha un lavoro precario e sottopagato), le ore di cassa integrazione straordinaria sono aumentate del 260%, la “Puglia migliore” è terra che arricchisce sempre più i gruppi industriali e le lobby energetiche, il ceto politico e le baronie istituzionali.

Non è un caso che il Consiglio regionale abbia aumentato i benefits per i consiglieri ed alzato il vitalizio per 2,8 mln € per gli ex consiglieri non rieletti; mentre gli Assessorati sono diventati preda per la fitta schiera dell’entourage del presidente Vendola e dei partiti di maggioranza, attraverso consulenze, assunzioni ad hoc, nomine dirigenziali. Tutte forme “innovative” della macchina amministrativa, che fanno delle Istituzioni pugliesi un’arena di favoritismi e di clientele legalizzate, per ripagare molti del supporto e consenso elettorale ricevuto (incluse le primarie).





Tagli alla sanità pubblica…finanziamenti a quella privata

Lo scorso 8 dicembre la Giunta regionale ha approvato la Legge di bilancio. Una manovra che lo stesso governatore Vendola ha definito di “lacrime e sangue ”.

Qualche giorno prima sempre il Governo regionale, in concerto col quello nazionale, ha firmato il “Piano di rientro” sanitario, caratterizzato dal blocco delle “internalizzazioni”, dal blocco del turn-over del personale, dalla chiusura di interi presidi ospedalieri, dalla drastica riduzione di posti-letto e dall’interruzione di servizi come quelli a domicilio, la c.d. de-ospedalizzazione. Se il “Piano di rientro” da un lato sacrificherà migliaia di lavoratori (medici, infermieri, contrattisti, etc.) che alla fine del 2010 rimarranno a casa, dall’altro Vendola in prima persona, insieme all’Assessore all’Economia Pelillo (Pd), ha già finanziato (come prima trance) per 60 mln di € la realizzazione dell’ospedale “San Raffaele” a Taranto della Fondazione di Don Verzè, iniziando effettivamente a sostituire la sanità pubblica con quella privata, sulla scia del modello lombardo di Formigoni.

Il Piano di rientro insieme alla legge di bilancio produrranno, come hanno segnalato i Sindacati di base e anche la Cgil, la cancellazione degli assegni di cura, dei contributi alloggiativi, la riduzione delle agevolazioni per il trasporto pubblico locale per i pendolari, insieme alla rimodulazione al ribasso delle fasce di esenzione dei ticket, insieme ai tagli per l’acquisto dei libri scolastici.

Questa è l’idea di difesa della sanità pubblica e dei servizi sociali dei governi di centrosinistra!



Discarica dei rifiuti di stato e devastazione dei territori

La firma di Vendola per il “Piano di rientro”, non solo procurerà un attacco all’internalizzazione dei lavoratori e al servizio sanitario pubblico, ma la contropartita da pagare al Governo Berlusconi per sanare il deficit sanitario è stata quella di accettare lo smaltimento di 50mila tonnellate di rifiuticampani. Sono stati completamente inascoltati i comitati ed associazioni, che si sono opposte a diventare la discarica dei rifiuti di stato, facendo della democrazia un optional e della salute un bene da monetizzare: 1milione di € è stata la somma versata dalla Regione ai comuni per compensarli del sacrificio ambientale!

Non solo! Da Cerignola a Lizzano, da Barletta a Brindisi, passando per Modugno, Massafra e tanti altri piccoli comuni, sono ormai sei anni che il Governo regionale (con il consenso tacito della destra) autorizza la realizzazione di termovalorizzatori, centrali turbogas, discariche, inceneritori, favorendo i profitti di grandi imprese (Marcegaglia, Sorgenia, ecc). Il tutto a discapito di intere popolazioni, che ormai da anni propongono una soluzione ecocompatibile e vantaggiosa in termini di risparmio collettivo economico ed energetico, a favore dell'incremento dell'occupazione e della tutela dell''ambiente, fatta di riduzione della produzione di rifiuti, raccolta differenziata porta a porta, riciclo, riutilizzo, con l'obbiettivo dei "Rifiuti Zero". Questi programmi sono rimossi da una visione e prassi verticista della politica-istituzionale, per la quale il coinvolgimento diretto è permesso solo per aprire comitati elettorali.



Le ambiguità sul processo di ripubblicizzazione dell’Acquedotto pugliese

A quasi un anno dalle promesse in campagna elettorale, il disegno di legge promosso dal Comitato pugliese “Acqua bene comune”, che trasforma l’Aqp da SpA in Azienda di diritto pubblico, il cui servizio idrico integrato è privo di rilevanza economica, sottratto alle regole della concorrenza (già approvato dalla Giunta), non è stato tuttora approvato in Legge dal Consiglio regionale. Questo dimostra la reticenza e le dirette relazioni della maggioranza di centrosinistra con tutti quei gruppi industriali (da Caltagirone e Marcegaglia) che hanno l’interesse a mantenere il più grande acquedotto d’Europa nel mercato per accumulare profitti e rendite.



Dopo anni di esaltazione della “Puglia migliore”, caratterizzati da filastrocche e messaggi poetici incantatori, collettivi di cittadine/i, universitari, lavoratori precari, con la pratica del conflitto sociale e della partecipazione attiva stanno facendo emergere le contraddizioni del Governo di centro sinistra, responsabile nel far pagare la crisi del sistema capitalista alle classi sociali meno abbienti: lavoratori e lavoratrici, migranti, precari e giovani.





Il governatore Vendola, che si definisce un “riformista”, e la sua propaganda mistificatrice iniziano ad essere smascherate. Con la scusa degli “interessi generali” è difficile nascondere gli effetti delle politiche del suo governo, funzionali invece a privilegiare gli affari di grandi imprese e clientele diffuse, che spesso risultano essere illegali e legate alla criminalità organizzata (si veda la gestione delle autorizzazioni per le energie rinnovabili).



L’unica risposta reale alla crisi sono le istanze provenienti dal mondo del lavoro e della cittadinanza, il protagonismo politico diffuso di comitati e vertenze auto organizzate: dall’innalzamento della tassazione dei redditi più alti al recupero di centinaia di mln di € di contributi regionali elargiti alle aziende che hanno licenziato o messo in mobilità; dall’introduzione di un salario sociale per disoccupati e precari, all’aumento delle borse di studio per gli studenti, all’attuazione di tutti quei punti programmatici per la salvaguardia dell’ambiente e per la ripubblicizzazione dei beni comuni.

Sinistra Critica, Puglia

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