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Lavoro nero: in Italia 3 milioni e 600 mila

(2 Dicembre 2003)

Sono circa tre milioni e 600 mila i lavoratori irregolari nel nostro Paese, pari al 15% del totale degli occupati. Lo rivela l'ultimo rapporto della Svimez sul sommerso, che evidenzia una crescita del tasso di irregolarita' dello 0,5% dal 1995 al 2001. Un incremento fortemente concentrato nel Mezzogiorno, dove l'occupazione irregolare interessa piu' di un milione e mezzo di persone.

La maggior parte degli occupati irregolari lavora nel settore dei servizi: sui 3,6 milioni totali, circa 2 milioni e 600 mila (pari al 16,5% della manodopera del settore) lavorano nel commercio, nei pubblici esercizi, nei trasporti e nelle comunicazioni. In termini relativi il comparto piu' colpito rimane quello dell'agricoltura, dove ben uno su tre (32%) lavora in nero. Una percentuale cresciuta di oltre 4 punti dal 1995 a oggi. Nell'industria il tasso di irregolarita' registrato dalla Svimez e' dell'8,2%.

Una media che si compone di vari fattori, passando dal 5,7% dell'industria in senso stretto al 16,4% nel solo settore delle costruzioni (cresciuto dello 0,5% in appena due anni).

Al Sud, il lavoro irregolare arriva al 23% del totale, mentre nel resto d'Italia tale dato si ferma all'11,9%. Ma il divario si allarga ancora di piu' se consideriamo i singoli settori produttivi. Le differenze piu' evidenti si registrano nell'industria, dove ben il 19,5% dei lavoratori meridionali e' in nero. Condizione che colpisce solo il 5,3% dei colleghi del Nord. La Svimez spiega il dato con il grosso peso che, al Sud, ha il settore delle costruzioni. Infatti, e' proprio nell'industria che si registrano le maggiori differenze tra le diverse aree del Paese. Gli irregolari al Mezzogiorno nell'industria in senso stretto arrivano al 15% contro il 3,8% del Nord. E nelle costruzioni si registra una quota di irregolarita' pari al 27,5% al Sud e 11,4% al Nord.

I lavoratori irregolari sono passati dai 3 milioni e 262 mila del 1995 ai 3 milioni e 579 mila del 2001. Il sommerso colpisce in modo massiccio tutti i settori dell'economia meridionale, dall'industria (19,5% nel 2001) ai servizi (21,5%). Al Sud l'incremento maggiore di situazioni irregolari si e' registrato in agricoltura dove il peso del nero e' passato dal 34,8% del 1995 al 40% del 2001.

Centro di Documentazione e Lotta

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