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la regressione della CGIL

(6 Gennaio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in medioevosociale-pietro.blogspot.com

Per sfortuna di coloro che lo vorrebbero dipingere come un esagitato estremista Maurizio Landini buca lo schermo alla grande, lo riempie tutto della sua figura e comunica con una semplicità ed una capacità di convincimento degne del migliore showman. Ieri sera Corradino Mineo gli ha fatto sentire un pezzo del discorso del Presidente Napolitano sulla "produttività" e la sua risposta è stata fulminea, diretta, senza tanti giri di parole. Ha detto che l'operaio tedesco che produce una BMV immette sul mercato un oggetto che vale assai di più dell'operaio italiano che produce una Panda e questo a parità di applicazione sul lavoro di entrambi. La produttività non è quindi da cercare nel minore rendimento del lavoratore italiano e sfruttarlo di più portando al confine estremo della sopportabilità muscolare e neurologica la sua prestazione come fa la Fiat e vorrebbe fare ancora di più ma nel valore del prodotto e nella quantirà di innovazione scientifica e tecnologia che riesce ad incorporare.

La Fiom sta resistendo alla grande all'accerchiamento ed ai bombardamenti ai quali è sottoposta. Bonanni si è spinto a chiederne l'espulsione dalla CGIL ed i grossi calibri del PD sono quasi tutti impegnati a fare campagna elettorale per far vincere il referendum a Marchionne. Non ho dubbi che se la CGIL aveva deciso di sostenere fino in fondo le ragioni della Fiom nonostante il ricatto di Marchionne (o vinco io o me ne vado) la battaglia sarebbe stata vinta dei lavoratori e Marchionne costretto a più miti consigli. I lavoratori andranno a votare sapendo che i soli contrari all'accordo capestro della Fiat sono i metalmccanici e che non solo Cisl Uil ma anche la CGIL ed il PD non sostengono la resistenza e la linea della Fiom.

Questa situazione è scandalosa e può determinare la sconfitta dei lavoratori. Il commento di una lavoratrice davanti i cancelli di Mirafiori è stato: ci propongono una carognata, un giro di vite quasi insopportabile ma che possiamo fare? Che alternativa abbiamo? Dobbiamo pur vivere....

Come un grande esercito lascia una sua divisione a combattere da sola una battaglia decisiva così la CGIL ha lasciato la Fiom a reggere da sola all'urto di una questione che rischia di schiacciarla pur sapendo benissimo che si stanno difendendo principi e valori generali che, se perduti, sarà difficile anzi impossibile recuperare per tutti i lavoratori italiani.

La cosa più sconcertante è che non è detto che questa capitolazione della CGIL salverà l'occupazione degli stabilimenti Fiat in Italia. Intanto dovrebbe allarmare il fatto che Pomigliano e Mirafiori inizieranno a produrre tra due anni. Si tratta di due prodotti di cui uno con scarso valore aggiunto e l'altro di grande asocialità e contraddittorio alle linee del trasporto urbano che reclamano auto meno ingombranti e con minori consumi. Il crollo delle vendite della Fiat in Europa dovrebbe indurre a qualche riflessione, ad allungare lo sguardo su un periodo più lungo. Forse è il caso di cominciare a pensare a linee diverse dalla motorizzazione individuale che asfissia oramai il territorio ed induce costi sociali crescenti

anche dal punto di vista sanitario per l'aumento delle malattie da inquinamento Inoltre la competizione nel settore è troppo intensa e tende ad aumentare. La tendenza all'oligopolio produttivo a creare multinazionali attestate a sei milioni di auto non basta a salvare l'esistente come abbiamo visto con il declino di Detroit. A grandissime aziende potrebbero anche corrispondere grandissimi disastri.

La CGIL si è messa nella posizione di chi aspetta al varco la Fiom. Il varco è il risultato del referendum. Se vince Marchionne la CGIL vorrà la firma "tecnica" della Fiom cioè la sua resa incondizionata. Se vince la Fiom il ricatto di Marchionne sarà scaricato addosso a Landini e Cremaschi. Una canea di pennivendoli e di Oligarchi politici anche del PD li

indicherà come responsabili della fuga della Fiat e si aprirà uno scenario incredibile in cui le parti saranno invertite e coloro che oggi difendono con il cuore l'intelligenza la passione i lavoratori verranno colpevolizzati da una classe politica e sindacale che non esito a definire infame. Colpisce il silenzio delle federazioni di categoria della CGIL su questa cruciale vicenda. Soltanto il Sindacato dei Pensionati ha detto qualc osa ma tacciono coloro i quali verranno investiti della tempesta: gli edili, i professori, i chimici, e quanti altri possibile che non si sentano interessati da quanto sta accadendo?

Non c'è dubbio che la CGIL che uscirà da questa vicenda non sarà più quella che non ricordiamo. E' già diventata del tutto simile alla Cisl ed all'UIl ed è legata da migliaia e migliaia di interessi negli enti bilaterali con il padronato. La sua politica non sarà mai più la gestione degli interessi dei lavoratori ma la sussidiarietà. Diventa una sorta di organizzazione paragovernativa e paraindustriale. Assisterà i lavoratori nelle cose esistenti ed in ciò che sarà loro ancora concesso dal governo e dal padronato, Niente di più di questo.

Credo che non ci siano più le condizioni perchè la fiom resti dentro la CGIL. O se ne va con le sue gambe o sarà espulsa e sostituita da una organizzazione più arrendevole.

Pietro Ancona - segretario generale CGIL sicilia in pensione

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