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    Dieci anni di Vientos del Sur

    Caminante no hay camino

    (11 Dicembre 2003)

    Nessuno di noi poteva immaginare in quel lontano 93, che dopo dieci anni ci saremmo ancora ritrovati qui, nelle righe di questa editoriale, nella società, come Vientos del Sur. Anche se, quel piccolo gruppo di matti e sognatori che non voleva lasciarsi alle spalle le sofferenze delle proprie radici esposte e martoriate, lavorò dall’inizio per questo. Sarebbe ipocrita da parte nostra non riconoscere che sono stati anni molto difficili: l’impotenza di fronte all’enormità dei problemi e le ingiustizie, le divisioni dolori o indolori, le povertà umane da spazzare o contrastare, però, siamo donne e uomini che fanno di tutto per lavorare con altri simili, con altri esseri umani in carne ed ossa, con tutti i suoi pregi e difetti, e si sa, l’omo sapiens di fronte alle vere difficoltà tira fuori il meglio o il peggio di se.

    Il cammino è stato lungo, e lo sarà ancora con altre vittorie e sconfitte, sicuramente siamo maturati insieme a molti di voi. Si scoprirono strade nuove, alcune ripide, altre in discesa, pero assieme, ritrovandoci, in quella coerenza per la quale abbiamo sempre combattuto:

    LA DIFESA DEI DIRITTI UMANI, ACCANTO A CHI LOTTA E RESISTE, PER LA LIBERAZIONE D’AMERICA LATINA, E NON SOLO. E per una volta, vogliamo permetterci di dire che siamo orgogliosi di questo. Il sorriso e l’abbraccio di tanti compagni, è una cosa che mettiamo nella nostra tasca sinistra della camicia, e la porteremo con noi, per sempre.

    Da circa un anno, queste pagine di denuncia, utopia e costruzione non arrivano nelle vostre mani, e ci scusiamo con tutti per questo. Però come Voi sapete non è dovuto ad un ripiegamento dell’Associazione, bensì esattamente il contrario. Il lavoro svolto nel 2003, e anche prima, impegnò tutte le nostre forze. Questo periodico lo riprenderemo, nella misura delle possibilità economiche e fisiche di Vientos del Sur, concentrando le nostre forze nelle priorità, purtroppo tragiche, che arrivano dal nostro paese. Appunto, le priorità e i segnali c’impongono un ragionamento che ripetiamo da alcuni anni.

    Secondo il nostro punto di vista, gli avvenimenti in Argentina e in tutta America Latina indicano alle organizzazioni in Europa che si occupano di solidarietà internazionale (quantomeno per chi vuole essere rispettoso delle lotte nel terzo mondo) nuove necessità, forme di lavorare in Italia che non siano prolungazioni associazionistiche degli interessi istituiti in Europa, che hanno distrutto e nuovamente colonizzato la nostra terra. Allo stesso tempo non basta la testimonianza, la denuncia o peggio: il rinchiudersi in un angolo urlando alla luna la propria verità. C’è un cammino tutto d’aprire, da costruire, per dare risposte reali, politiche e sociali a ciò che accade.

    Il fermento, le lotte e resistenze attraversano il continente intero: le fabbriche occupate dai lavoratori e mantenute sotto controllo operaio in Argentina, insieme al percorso di liberazione dei Piqueteros e delle comunità originarie come i Mapuches e Tobas nel nord del paese. Quella dei minatori Boliviani, o i suoi contadini che riprendono una vecchia e gloriosa lotta per la terra, in profondo contatto con i fratelli Brasiliani dei Sem Terra, e quelli Paraguayani. Potremmo parlare d’ogni paese, Colombia, Venezuela, Guatemala, ecc, che hanno ripreso a camminare un percorso lungo cinque secoli. Sì proprio cosi, perché riprende, torna a scoprire le profonde radici culturali della nostra terra.

    E una conseguenza naturale che la lotta sia antimperialista, e in molti casi anticapitalista, come fu contro il colonialismo Spagnolo e la Cristianizzazione forzata e poi contro le dittature militari. Lo portiamo nel nostro DNA, lo insegna la storia che negli strati popolari da sempre duramente colpiti, certe cose non si dimenticano:

    sembra l’Araba Fenice che rinasce dalle ceneri dei genocidi, battendo le ali sulla memoria dei compagni e fratelli caduti, con caparbietà e dignità, lotta…si rialza e lotta ancora.

    Non è un caso, che le manovre militari congiunte con gli USA, previste in Argentina per il mese d’Ottobre, siano state sospese, visto il fermento popolare. Questo acquista grande importanza se consideriamo che America Latina è un altro fronte della stessa guerra che si combatte in Iraq, dove gli USA intervengono soltanto in modo diverso.

    Crediamo fortemente, che le organizzazioni di solidarietà internazionale debbano tenere molto presente quel fermento, e fare di tutto per non “narcotizzare” queste lotte cercando a tutti i costi soldi istituzionali per sostenere progetti di cooperazione (ameno che l’istituzione s’impegni senza compromessi), o sviarle secondo schemi di costruzione politica e sociali, classiche del vecchio continente. Errori gia commessi in passato, con risultati tragici.

    C’è un altro modo, quello della conoscenza diretta tra organizzazioni sociali che in sponde diverse dell’oceano, si oppongono al Neoliberismo, favorendo la conoscenza reciproca per istaurare rapporti diretti portando loro qui in Italia, e poi, sulla base di quella conoscenza costruire, insieme, progetti di collaborazione mirati che tengano molto presente le necessità reali delle persone, nel quadro della lotta che loro portano avanti in quella terra. Adoperandoci per trovare in Italia i fondi necessari, sulla base della solidarietà cosciente delle persone, negl’incontri, nelle conferenze, concerti, fabbriche o scuole: collaboro perché capisco e condivido, dando così anche più elementi per creare coscienza in Italia, sui problemi del terzo mondo. Certo, è più difficile e faticoso che chiedere i soldi ad un comune o un governo provinciali, e non si riesce a trovare grandi cifre, però si ricrea in modo embrionario quella vecchia e nuova parola, internazionalismo, con tutto il suo significato, sulla base della coscienza e dei problemi concreti delle persone, che soffrono le conseguenze peggiori del capitalismo.

    Questo è lo spirito con cui abbiamo affrontato le diverse campagne, incontri e dibattiti, impegnando tutte le nostre forze per portare in Italia Nora Podestà della Liga Argentina por los Derechos del Hombre, a Chicho e Mariano rappresentanti della fabbrica di Ceramica Zanon occupata e mantenuta sotto controllo operaio, a Osvaldo Bayer scrittore molto stimato in tutta l’America Latina e Beto Ibarra Coordinatore Generale dei “Piqueteros” del Movimiento Territorial Liberacion. Con loro, e nei viaggi realizzati da noi in Argentina (pagati di tasca nostra), abbiamo concordato i progetti di sostegno e solidarietà, portati a termine entro la fine del 2003, con il seguente risultato:

    - Progetto di sostegno economico ai Piqueteros di Barrios de Pie, per la costruzione di forni per il pane nei quartieri poveri di Rosario, e inoltre per la sensibilizzazione e prevenzione dell’AIDS e la droga. Fondi consegnati: 1710 Euro.

    - Campagna per la liberazione del prigioniero politico Diego Quintero difeso dalla Liga Argentina por los Derechos del Hombre, liberato nel mese di Agosto 2003, e sostegno economico alla sua famiglia. Fondi consegnati: 1700 Euro.

    - Campagna di sensibilizzazione in FVG sulla lotta dei lavoratori della Ceramica Zanon e sostegno economico al progetto di costruzione di una falegnameria e un fondo di sciopero per i lavoratori. Fondi consegnati: 3080 Euro.

    - Campagna di sensibilizzazione, sulla lotta dei Piqueteros del Movimiento Territorial Liberacion nel quartiere di Villa 21 a Buenos Aires, e la violazione dei diritti umani, con il sostegno economico per la costruzione di una Mensa Infantile. Fondi consegnati 5000 Euro.

    - Alle comunità contadine in Colombia, per i progetti di formazione, fondi consegnati: 300 Euro.

    - Alle Madres de Plaza de Mayo, per la costruzione di un mulino di farina: 100 Euro.

    - Alla famiglia Rizzo, immigranti argentini con gravi problemi d’inserimento: 625 Euro.

    - Alla Casa di Assistenza e Rafforzamento Familiare 100 Euro.

    PER UN TOTALE DI 12.615 EURO, somma totale raccolta nel 2003.

    Come abbiamo detto, tutti questi fondi provengono da iniziative pubbliche, incontri, concerti, grigliate argentine, dal tesseramento di Vientos del Sur, dalla solidarietà cosciente di singole persone e organizzazioni sociali del FVG che ci aiutarono in ognuna delle campagne, NESSUNA INSTITUZIONE DIEDE NEMMENO UN EURO, e inoltre sono stati consegnati direttamente in mano ai rispettivi interessati, senza nessun intermediario, e utilizzati per portare a termine i progetti stabiliti.

    Tutto ciò, che per noi rappresenta un grande sforzo, e solo una goccia in un oceano di necessità, disperazione, sogni e speranze. Il lavoro da fare è veramente molto, anche nella prospettiva degli avvenimenti che percorrono tutto il continente.

    Questo è il nostro umile contributo, interpretando le parole di Machado, camminare per aprire nuovi cammini, cercando in essi risposte concrete.

    Rivolgiamo un ringraziamento vero ad ogni compagna/o, a tutte le organizzazioni che ci aiutarono in questo lavoro:

    Le RSU Rhos, Fincantieri, Eaton, Faber, Solari, Toffolutti, Eco, Raco, ai sindacati Fim Ud, Fim Monfalcone, Fiom Ud e Fisacat Ud. Alle associazioni Italia-Cuba FVG, Hybrida, Tenda della Pace Ud, ARCI No Fun e ISKRA. Ai musicisti d’Arbe Garbe e Tre allegri ragazzi morti, ad Elsa, Eduardo, Anna, Orfeo, Sandro, Walter, Flabia, Don Pier Luigi, ai nostri soci e agli amici che ogni anno ci aiutano nella Grigliata Annuale.

    A tutti un abbraccio ribelle e combattivo!

    Direttivo Ass. Argentina “Vientos del Sur”

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