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Fiat voluntas Usa

Fiat voluntas Usa

(24 Settembre 2012) Enzo Apicella
Nel suo discorso all'Unione Industriale di Torino Marchionne addossa le colpe della crisi Fiat all'Italia che non si libera dalle zavorre.

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(Capitale e lavoro)

Marx a Mirafiori!

Padroni contro operai senza operai contro padroni.

(12 Gennaio 2011)

Il partito Fiat contro il partito Fiom, a scimmiottare i loro simili in parlamento, a cercare sponde ed alleanze, a far consultazioni, a programmare campagne elettorali, ad usare la piazza.

L’unica costante e’ che pagano gli operai, con i “programmi Italia”, con gli accordi bidone, con le false scelte tra schiavitu’ e fame.

L’unica costante e’ che manca una politica autonoma di parte operaia, che sappia resistere all’attacco finale padronale, che sappia organizzare una ritirata ordinata capace di contenere al suo interno gli elementi della futura ripresa di classe.

Non puo’ non essere cosi’.
Gli operai senza coscienza sono schiavi, senza organizzazione, merce.

Padroni contro operai senza operai contro padroni.
Marx a Mirafiori!


La Fiat ha aperto, con gli accordi Pomigliano-Mirafiori, la nuova stagione delle relazioni industriali nella crisi, chiudendo la lunghissima vecchia stagione della concertazione.
E’ l’amaro frutto dell’innalzamento a potenza della concorrenza interimperialistica nel nuovo mondo pluripolare partorito dalla crisi, che impone schiavizzazione e precarizzazione universale.
E’ un frutto storicamente determinato, contro cui poco possono le “battaglie” interne alle compatibilita’ capitaliste, cosi’ duramente vincolate e blindate.
E’ l’unica vera legge di questa societa’ che si impone, quella del mercato.
Una legge che non trova “opposizioni” parlamentaristiche, e contro cui si infrange l’attuale panorama sindacale, integrato, colluso o “alternativo”che sia, non solo per sua complessiva inadeguatezza, ma perche’ oggettivamente impotente e limitato, scarsamente informato e per nulla organizzato contro i processi reali e profondi del movimento reale.
Le gabbie del capitalismo planetario contemplano ed assorbono, battendo, corrompendo o compatibilizzando a seconda della fase, ogni movimento, conquista, diritto della rivendicazione vertenziale, rendendolo sempre e comunque temporaneo e soggetto ai cicli del mercato mondiale.
E’ esattamente quello che sta succedendo.
Tutte quelle conquiste del vecchio “diritto del lavoro” oggi non sono piu’ possibili, perche’ pesano troppo ai padroni ed al loro sistema; occorre un “nuovo diritto del lavoro”che non le contempli piu’, e che permetta ai padroni di competere senza vincoli.
Cosi’, il vecchio mondo socialdemocratico della concertazione e della mediazione, superato dai fatti, va’ in frantumi, lasciando sul terreno la radicalita’ di uno scontro di classe possibile, ed annunciato.
Una battaglia decisiva che c’e’, nei fatti, nelle cose, e che solo i padroni sono coscienti di doversi organizzare per combatterla.
Gli operai, alle prese con la dannazione della loro “vita di lavoro”, traditi, offesi, svenduti dai loro mille falsi amici e rappresentanti, sono ridotti a carne da macello, spesso di quart’ordine.
Gli operai, non riuscendo ad avere una propria visione del mondo, subiscono quella degli altri, facendo gli spalatori di merda per altre classi ed interessi, facendo i portatori d’acqua e gli attacchini per manifesti e campagne politiche ed elettorali non proprie.

Gli operai, orfani di una propria solidarieta’ internazionale, finiscono col concorrere con gli altri operai, di altri paesi, esattamente come la merce che producono.
La storica tragedia di una classe senza coscienza e senza organizzazione si riflette in questo scorcio di inizio secolo, opponendolo all’inizio di quello passato, cosi’ segnato e foriero di liberazione e rivoluzione.
Eppure, anche in questa situazione senza vie d’uscita, la “solita” talpa lavora per noi.
La trasformazione della stragrande maggioranza della forza lavoro in merce, contiene al suo interno la diffusione del “fenomeno naturale” della sua contrattazione mediante scioperi, e la formazione di una sterminata classe “senza nazione”.
2 elementi certi che costituiscono l’altra faccia della medaglia, meno conveniente ai padroni, piu’ conveniente al proletariato, ugualmente ineliminabile.
Anche questo, i padroni lo sanno.
Per questo si difendono con i loro metodi e sistemi, stati, polizie, uomini armati ed in tonaca.

Anche se in ritardo, ora tocca agli operai.
Marx non e’ superato a Mirafiori!


Costrigendo le contingenze politiche e sindacali all’interno di questo quadro generale possiamo fissare alcuni punti:

• Nel sostituismo politico di una “opposizione” che non c’e’, la Fiom la fa’ da padrone, avviando consultazioni, interloquendo con i “movimenti”, costringendo le pluralita’ del sindacalismo autonomo e di base alle proprie scadenze.
• In particolare, riguardo al referendum del 13-14 gennaio sul recente accordo non firmato dalla Fiom, quest’ultima ha un atteggiamento piu’ corretto nel non riconoscere un referendum truffa rispetto alle “campagne elettorali” per il NO! avviate da altri.
• Lo sciopero del 28 gennaio, tardivo e solo di categoria, che trova l’unitarieta’ di un po’ tutti i sindacati nella versione illusoria della “generalizzazione”, e’ la forma C.G.I.L.-Fiom di gestire al contempo i propri problemi interni con la sconfitta generale.
• La longa manus Fiom si estende anche al movimento studentesco, che se pure impegnato nel proprio processo di liberazione da guardie, pompieri e becchini, viene irretito con la sirena della falsa unita’ di sigle sostitutiva della vera unita’ di classe.

Queste iniziali considerazioni sul nuovo corso della lotta di classe non escludono momenti di confronto con settori ed individualita’ operaie in lotta, ma le intendono praticate sul serio e continuativamente, con le donne e gli uomini in carne ed ossa, e non con le loro presunte rappresentanze.

C O M B A T
commissione lavoro

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