">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Pomigliano. La galleria del vento

Pomigliano. La galleria del vento

(13 Giugno 2010) Enzo Apicella
Cisl, Uil, Ugl e Fismic cedono al ricatto di Marchionne e firmano l'accordo per Pomigliano

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

  • Domenica 21 aprile festa di Primavera a Mola
    Nel pomeriggio Assemblea di Legambiente Arcipelago Toscano
    (18 Aprile 2024)
  • costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

    SITI WEB
    (Capitale e lavoro)

    Mirafiori. In catene alla catena!

    Chi di referendum ferisce, di referendum perisce!

    (16 Gennaio 2011)

    Ancora una volta, il tentativo di usare lo strumento interclassista, truffaldino e trasversale come il referendum si e’ trasformato in un boomerang per gli operai che, nonostante hanno in maggioranza detto NO! a padroni e venduti, hanno formalmente ( e sostanzialmente! ) perso.
    I fatti concreti hanno riproposto un’antica verita’ ed un’ancor piu’ antica divisione, quella tra “colletti bianchi” e operai.
    Cosi’ come nel passato secolo la “marcia dei 40.000” sgombro’ l’occupazione dei 35 giorni, oggi quadri, capi ed impiegati fanno digerire agli operai un contratto capestro che non li tocca.
    Anche su questo, come sull’uso di strumenti avulsi dalla lotta di classe come il referendum, bisognera’ riflettere a lungo per trarne le dovute conclusioni in termini di organizzazione, forme ed alleanze nella lotta.
    Adesso, come succede sempre dopo ogni consultazione elettorale, hanno vinto tutti.
    Marchionne, che porta a casa il frutto del suo ricatto.
    I sindacati integrati e venduti all’azienda, che, lodando il “senso di responsabilita’” dei lavoratori, portano a casa il loro striminzito 54%.
    La Fiom, che porta a casa un risultato superiore alla percentuale di iscritti di fabbrica.
    La c.g.i.l., che riaprira’ il tavolo di trattativa.
    La pletora dei parassiti della politica, dei media, dell’ideologia dominante, tutti soddisfatti di poter continuare a fare la bella vita sull’aumentato sfruttamento operaio.
    Adesso, Marchionne brindera’ a Torino oltre che a Detroit insieme ai suoi servi sindacali.
    Adesso, l’intera “societa’ civile”, tirera’ un sospiro di sollievo e di “modernita’”.
    Adesso, a babbo morto, ci sara’ lo sciopero categoriale Fiom e, forse, chissa’ quando, e solo se gli equilibri interni alla c.g.i.l. lo permetteranno, lo sciopero generale sfogatoio.
    In soldoni, si cerchera’ di gestire la sconfitta, e magari con una “firma tecnica” o con una ritrovata unita’ confederale, di “riconquistare” il tavolo delle trattative.
    La Fiom salvera’ l’onore, la c.g.i.l. l’unita’ della confederazione.
    I fulminati sulla via di damasco dalla mamma Fiom aumenteranno l’elenco delle proprie delusioni.
    Una partita, questa, giocata sulla pelle degli operai, che ora, soli e divisi, si ritrovano in catene “democraticamente” lucidate dal risultato referendario.
    TUTTI A FESTEGGIARE,GLI OPERAI A LAVORARE…PEGGIO.
    IN CATENE ALLA CATENA!
    Ma, come in qualunque partita, se c’e’ un vincitore, ci deve essere anche uno sconfitto, ed ancora una volta sconfitti sono gli operai, usati, strumentalizzati, ormai imprigionati nella falsa scelta tra schiavitu’ e fame.
    La vita degli operai diviene sempre piu’ un terminale del ciclo capitalistico, dei suoi ondeggiamenti, dei suoi vincoli determinati dalla legge di mercato.
    Operai sconfitti nei numeri ma non morti! Comunque hanno espresso, con il loro NO! superiore ad ogni somma di tessere fiom + sindacati di base, un loro proprio autonomo rifiuto, fino al coinvolgimento massiccio di settori non sindacalizzati.
    Al di la’ dell’esito referendario e dell’avvio della “fabbrica Italia” di Marchionne, tanti sono gli elementi di riflessione che stanno attraversersando, nel profondo, l’animo degli operai, a partire da quale unita’ praticare, per quale lotta, e con quali strumenti.
    L’odierna, amara lezione, ci riporta alla critica delle unita’ di sigle, cosi’ come dell’uso di strumenti consultativi non propri, o dell’esclusivo, ed evidentemente perdente, terreno di lotta vertenzial-rivendicativo.
    In una parola, c’e’ lurgenza di organizzarsi politicamente, perche’ politico e’ il nodo, e politica la sola possibilita’ di scioglierlo.
    C’e’ l’urgenza di organizzarsi politicamente, ed autonomamente, fuori e contro altri interessi, riscoprendo la scissione di classe come forma di coalizione e forza.
    Nel plurisecolare processo materialistico di acquisizione della coscienza e di trasformazione degli operai in classe, l’odierna lezione Fiat produrra’ di certo una feconda accelerazione.

    Combat commissione lavoro

    3795